Domanda di pensione 2025, dopo quanto tempo l’Inps risponde?

Simone Micocci

3 Marzo 2025 - 18:25

Dopo quanto tempo arriva l’esito della domanda di pensione? L’Inps fa chiarezza sui termini del procedimento.

Domanda di pensione 2025, dopo quanto tempo l’Inps risponde?

Per conoscere l’esito della domanda di pensione bisogna attendere almeno 55 giorni.

Si tratta di un’informazione utile per pianificare la richiesta, in modo che l’assegno pensionistico decorra dal mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti. È con la circolare n. 55/2021 che l’Inps ha chiarito i tempi necessari per la definizione dell’istanza di pensione, recependo le novità introdotte dal decreto Semplificazioni (DL n. 76/2020) alla legge 24/1990.

Nella circolare, viene illustrato il nuovo Regolamento per la definizione dei termini di conclusione dei procedimenti amministrativi, specificando le ipotesi in cui il termine generale di 30 giorni (stabilito dalla legge n. 241/1990) non si applica. Le domande di pensione rientrano tra queste, in quanto l’Inps necessita di più tempo per valutare le singole richieste. I tempi di attesa sono dettagliati nell’allegato della circolare; vediamo quali sono a seconda della misura interessata.

Domanda di pensione: dopo quanto tempo arriva l’esito?

L’Inps stabilisce che il termine decorre dalla presentazione della domanda o dalla data di decorrenza del diritto, se successiva.

Per la pensione di vecchiaia e per la pensione anticipata il tempo di attesa è di 55 giorni, mentre per le versioni in cumulo o totalizzazione si arriva a 90 giorni. La pensione di inabilità richiede 85 giorni, che salgono a 120 giorni per chi opta per il cumulo. La pensione di reversibilità ha tempistiche più brevi, di 50 giorni, mentre quella ai superstiti indiretta segue lo stesso iter della pensione di vecchiaia con 55 giorni di attesa.

Per l’assegno ordinario di invalidità servono 85 giorni, mentre per la pensione di invalidità specifica e privilegiata i tempi si allungano a 115 giorni. Infine, per le pensioni supplementari e i fondi speciali si oscilla tra i 55 e gli 85 giorni.

Per riscatti e ricongiunzioni ai fini pensionistici, invece, il termine è di 85 giorni.

Tempistiche per l’esito della domanda di pensione: ulteriori chiarimenti Inps

L’Inps specifica che questi termini vengono sospesi nel caso in cui sia necessaria l’acquisizione di informazioni o certificazioni da Istituzioni estere, se non già in possesso dell’ente previdenziale.

Se il termine scade senza che l’interessato abbia ricevuto una risposta, è possibile rivolgersi al soggetto titolare del potere sostitutivo, il quale è tenuto a concludere il procedimento entro la metà del tempo originariamente previsto. Ad esempio, per la pensione di vecchiaia, il procedimento deve essere concluso entro i successivi 27 giorni.

Se anche questo termine viene superato, l’amministrazione può incorrere in sanzioni per il ritardo, incluso il risarcimento del danno ingiusto, fatta eccezione per i casi in cui il ritardo dipenda da enti esteri coinvolti nel procedimento.

Quando decorre la pensione?

La decorrenza della pensione dipende dalla misura pensionistica applicata.

Nel caso della pensione di vecchiaia a 67 anni, l’assegno decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si maturano i requisiti. Per la pensione anticipata, invece, si devono attendere tre mesi dalla maturazione dei requisiti, a causa della cosiddetta finestra mobile.

Per Quota 103, il pagamento avviene dopo 7 mesi per il settore privato e 9 mesi per il pubblico impiego. Le lavoratrici che scelgono Opzione Donna devono aspettare 12 mesi se dipendenti e 18 mesi se autonome.

Se l’Inps ritarda il pagamento, il pensionato ha diritto a ricevere arretrati e interessi.

Interessi in caso di ritardo nel pagamento della pensione

Se la pensione viene pagata in ritardo, l’Inps è tenuto a riconoscere gli interessi legali. Nel 2025, come già avvenuto nel 2024, il tasso applicato è del 2,5%, ridotto rispetto al 5% del 2023.

Il calcolo degli interessi viene effettuato sul lordo della pensione. Ad esempio, su una pensione lorda di 1.500 euro, l’interesse mensile per il ritardo sarà di 37,50 euro. Se il ritardo è di tre mesi, il pensionato riceverà 112,50 euro di interessi, oltre agli arretrati.

Il nuovo tasso di interesse si applica anche a TFS e TFR, riducendo però le sanzioni per il ritardato pagamento dei contributi in caso di crisi aziendale o incertezze normative.

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