Mercati incerti e preoccupati di una recessione dopo le decisioni di Bce, Fed e non solo: i tassi saranno ancora in rialzo per un po’ e la crescita è vista rallentare. Azioni in calo, che succede?
I mercati reagiscono alla settimana delle banche centrali: dopo Fed e Bce le azioni affondano.
In Asia, gli indici scendono per il secondo giorno consecutivo e si avviavano verso la peggiore settimana degli ultimi due mesi, dopo che si sono palesati nuovi rialzi dei tassi di interesse, con l’avvertimento che continueranno l’anno prossimo.
Giovedì 15 dicembre, i costi di finanziamento sono aumentati in Europa, Gran Bretagna, Svizzera, Danimarca, Norvegia, Messico e Taiwan, dopo l’aumento negli Stati Uniti il giorno prima. Le promesse delle banche centrali di continuare ad alzare i tassi fino a quando l’inflazione non sarà domata ha confermato la preoccupazione dei mercati per una potenziale recessione.
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Asia vacilla con la Cina e Giappone
In Asia, il Nikkei chiude con un crollo dell’1,87% e l’indice cinese Shanghai archivia la seduta con una perdita dello 0,37% e lo Shenzhen con un -0,76%. Recupera Hong Kong, con l’Hang Seng a +0,78%.
Per gli investitori in Cina, la minaccia del delisting statunitense si è attenuata per circa 200 società sulla terraferma e a Hong Kong. Ciò, unito all’impegno del Governo cinese di attuare nuove misure per il settore immobiliare, ha sostenuto in parte il sentiment del mercato. Tuttavia, la preoccupazione per le infezioni da Covid in ripresa è rimasta forte. Inoltre, il clima di tensione con gli Usa resta alto, con Washington intenzionata a ostacolare lo sviluppo tech del dragone.
L’attività manifatturiera giapponese si è contratta al ritmo più veloce in più di due anni a dicembre, secondo quanto mostrato venerdì da un sondaggio aziendale.
Effetto banche centrali sulle azioni: la recessione ci sarà, che succede?
A questo si aggiungono le novità portate dalle banche centrali. Gli investitori che hanno scommesso sul calo dei tassi ufficiali nel 2023 sono rimasti delusi dal tono di questa settimana del presidente della Federal Reserve Jerome Powell e della sua controparte europea Christine Lagarde. Entrambi hanno ribadito la loro determinazione a rimanere aggressivi nella battaglia per domare l’inflazione.
Il presidente della Bce ha affermato che le previsioni attuali ipotizzano un altro aumento di 50 punti base alla nostra prossima riunione e forse a quella successiva, e forse anche successivamente, spingendo gli operatori a rafforzare le aspettative sui tassi europei.
“Questo non è un perno”, ha detto del minore aumento dei tassi. “Non stiamo rallentando, siamo pronti per il gioco lungo.”
Anche la Banca d’Inghilterra ha annunciato un aumento di 50 pb e prevede di fare ancora di più. La Norges Bank, che ha iniziato a salire a settembre dello scorso anno e da allora ha alzato i tassi di 275 punti base, giovedì ha aumentato di 25 punti base e ha detto che non è finita.
In Eurozona, la recessione potrebbe palesarsi secondo le proiezioni della Bce, anche se in modo non profondo. Tuttavia, è chiaro che la stretta monetaria delle banche centrali sta rendendo sempre più verosimile una crescita assai debole nel 2023.
Ann-Katrin Petersen, senior investment strategist presso BlackRock Investment Institute, ha dichiarato a Bloomberg Television che le banche centrali stanno ora iniziando a riconoscere che dovranno schiacciare la crescita e probabilmente innescheranno una recessione per domare l’inflazione.
Tuttavia, non tutti i mercati hanno scontato questo rischio. “Pensiamo che le aspettative sugli utili per gli Stati Uniti e anche per l’Europa siano ancora troppo ottimistiche”, ha affermato. “Continuiamo a sottoponderare le azioni statunitensi ed europee perché vediamo un po’ più di spazio per le delusioni”
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