Come avere la doppia pensione

Simone Micocci

22/04/2022

Doppia pensione, è possibile? Sì, ma solo quando vengono soddisfatti determinati requisiti. Ecco cosa prevede il nostro ordinamento e quando si ha diritto a una seconda pensione.

Come avere la doppia pensione

Il nostro ordinamento non pone limite alla doppia pensione: è dunque possibile percepire un doppio trattamento previdenziale quando ne ricorrano le condizioni.

D’altronde, secondo i dati raccolti dal casellario centrale dei pensionati Inps, circa un pensionato su quattro in Italia percepisce una doppia pensione e ce ne sono alcuni che persino hanno diritto a tre o quattro pensioni.

Se una pensione non basta, dunque, è possibile contare su una seconda, ma solamente quando vengono soddisfatti determinati requisiti. Anche perché la seconda pensione potrebbe essere di vario tipo: ad esempio potrebbe trattarsi di una pensione di reversibilità riconosciuta per il coniuge defunto, oppure di un secondo trattamento previdenziale maturato in una diversa gestione. E ancora, la seconda pensione potrebbe essere una rendita mensile pagata dal fondo di pensione complementare al quale ci si è iscritti, oppure potrebbe trattarsi di un trattamento assistenziale riconosciuto per le proprie condizioni di salute.

Quando si parla di doppia pensione, e si vuole capire come fare per averla, bisogna dunque analizzare caso per caso. Lo faremo in questa guida, dove trovate tutte le istruzioni utili per garantirvi una doppia pensione.

Doppia pensione quando i contributi vengono versati in più gestioni previdenziali

Nel corso della carriera lavora potrebbe capitare di essere stati iscritti a più gestioni o enti previdenziali. Qualora si raggiungano i requisiti di pensionamento in entrambe le gestioni sarà possibile richiedere la pensione in entrambe le gestioni, così da ricevere un doppio trattamento previdenziale ogni mese.

Per avere diritto alla doppia liquidazione della pensione serve appunto aver maturato in entrambe le gestioni gli anni di contributi necessari per il collocamento in quiescenza. Diversamente sarà possibile riunire i contributi versati in un’unica gestione, ricorrendo a una serie di strumenti quali: totalizzazione, ricongiunzione e cumulo gratuito. Impossibile rispondere alla domanda su quale tra questi è il migliore, in quanto la convenienza varia di caso in caso.

Doppia pensione per chi percepisce la pensione di reversibilità

Il coniuge che percepisce la pensione diretta dall’Inps può anche avere diritto alla pensione di reversibilità per il coniuge defunto. È dunque possibile - qualora ne ricorrano le condizioni - percepire una doppia pensione mettendo insieme la pensione riconosciuta in base alla propria contribuzione previdenziale e quella spettante invece per il coniuge defunto.

Tuttavia, anche se i due trattamenti sono compatibili, esistono deilimiti per quanto riguarda la cumulabilità. Nel dettaglio, la seconda pensione, quella di reversibilità, viene tagliata del:

  • 25%, in presenza di redditi superiori a 3 volte (ma inferiori a 4) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • 40%, in presenza di redditi superiori a 4 volte (ma inferiori a 5) il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
  • 50% in presenza di redditi superiori a 5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti.

Il trattamento minimo annuo, utile per calcolare il limite da non superare per evitare tagli alla pensione di reversibilità, è pari a 6.702,54 euro nel 2022.

Nei redditi rientrano tutti quelli assoggettabili all’Irpef, quindi anche la pensione percepita dal coniuge che richiede la pensione di reversibilità.

In alcuni casi, poi, è anche possibile ricevere una doppia pensione di reversibilità.

Doppia pensione per chi si iscrive a un fondo di pensione complementare

C’è poi chi decide di assicurarsi una doppia pensione versando di tasca propria i contributi necessari per raggiungere un tale traguardo. D’altronde è risaputo che le nuove regole di calcolo contributivo rischiano in molti casi di riconoscere una pensione d’importo inadeguato per condurre una vita agiata: ecco perché è bene pensare fin da subito al proprio futuro iscrivendosi a un fondo di pensione integrativa o complementare.

I fondi pensione, che rientrano appunto nelle forme pensionistiche complementari, hanno come scopo quello di raccogliere i contributi di coloro che vi aderiscono investendoli nel mercato. Nel momento in cui l’iscritto raggiunge i requisiti per la pensione, questo avrà diritto a una rendita integrativa dell’assegno pensionistico erogato dalla previdenza obbligatoria, avendo così diritto a una doppia pensione; in alternativa, potrà decidere di ricevere quanto versato in un’unica soluzione.

Doppia pensione per chi ha problemi di salute

Spetta una doppia pensione anche a coloro che a causa di problemi di salute si vedono riconoscere uno stato d’invalidità civile. In questo caso, però, alla pensione di tipo previdenziale erogata a dalla previdenza obbligatoria si va ad aggiungere un trattamento di tipo assistenziale.

Per avere diritto a una doppia pensione, cumulando l’assegno erogato dall’Inps per gli anni di contributi maturati e il sostegno riconosciuto per la propria condizione di salute, bisogna però soddisfare una serie di requisiti.

Ad esempio, a chi ha un’invalidità civile compresa tra il 74% e il 99%, e ha un reddito individuale - nel quale è compresa la pensione eventualmente erogata - inferiore a 5.005,94 euro, spetta una pensione d’invalidità d’importo pari a 291,95 euro.

Lo stesso importo, ossia 291,95 euro, spetta a coloro che hanno un’invalidità civile al 100%: in questo caso ci sono maggiori possibilità di percepire una doppia pensione - trattamento previdenziale più trattamento assistenziale - in quanto il limite che il reddito individuale non deve superare è di 17.271,19 euro.

I suddetti valori, sia per quanto riguarda gli importi che i limiti di reddito, sono aggiornati al 1° gennaio 2022 e sono validi fino al 31 dicembre dello stesso anno.

Una doppia pensione spetta anche a sordomuti, ciechi parziali e assoluti, e persone con con drepanocitosi o talassemia major; qui importi e limiti di reddito aggiornati.

Per chi percepisce una pensione a cui viene riconosciuto uno stato di non autosufficienza spetta inoltre l’indennità di accompagnamento del valore di 528,94 euro nel 2022. Questa è sempre cumulabile con la pensione percepita, in quanto spetta indipendentemente dal reddito.

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