Spostare i soldi per difenderli dal pignoramento? Ecco perché spesso è inutile e come difendersi.
Proteggere i propri soldi da un pignoramento è l’obiettivo di chiunque si trovi in una situazione debitoria difficile da risolvere.
In sostanza, coloro che temono la procedura forzata di riscossione da parte dei creditori hanno bisogno di sapere cosa possono fare per tutelarsi il più possibile, magari salvando i risparmi che sono conservati sul conto corrente.
Le domande più frequenti sono: è possibile svuotare il conto per evitare il pignoramento e dove possono mettere i soldi tenuti in liquidità? La legge consente margini di manovra, ma occorre muoversi nei limiti della legalità e rispettando alcune normative per non incorrere in comportamenti fraudolenti.
Se, con molta lungimiranza, si riesce a tutelare una parte dei propri soldi prima dell’insorgenza di un debito, ovviamente non c’è alcun problema di questo genere.
Ogni persona con un patrimonio può assicurarsi di preservarne una parte, ad esempio a beneficio della famiglia, per evitare che in situazioni di difficoltà e conseguenti debiti siano tolti dal soddisfacimento dei bisogni.
Di seguito, vediamo alcune possibilità dove mettere i soldi per difenderli dal pignoramento (ricordando che si tratta di un’azione efficace solo se volta prima dell’insorgenza del debito), ma prima una panoramica delle strategie più usate dai debitori.
Svuotare conto corrente prima del pignoramento, è possibile
Svuotare il conto corrente per evitare un pignoramento è rischioso e può essere illegale, ma non è impossibile.
Se lo fai dopo che il creditore ha già avviato un’azione esecutiva, potresti essere accusato di sottrazione fraudolenta al pagamento dei creditori (art. 388 c.p.), un reato che può comportare sanzioni civili e penali.
Attenzione, quindi, alla tempistica:
- se il pignoramento non è ancora iniziato: tecnicamente puoi prelevare i soldi, ma se il creditore dimostra che lo hai fatto per evitare il pignoramento, può chiedere al giudice di annullare l’operazione o di perseguirti legalmente;
- se il pignoramento è già in corso: la banca blocca il conto, e prelevare i soldi diventa impossibile
Da considerare, inoltre, che svuotare il conto corrente può diventare inutile perché:
- le eventuali nuove entrate sul conto restano pignorabili;
- il creditore può chiedere il pignoramento anche su altri conti correnti;
- anche il contante può essere pignorato e comunque ha ferrei limiti d’uso (oltretutto i prelievi sopra i 10.000 euro possono essere segnalati dalla banca all’Uif per contrastare alcuni gravi reati);
- può essere chiesto un pignoramento anche delle cassette di sicurezza;
- oltre al conto corrente, possono essere pignorati anche i conti online (come PayPal) e le carte prepagate (anche senza iban);
- l’emissione di un assegno o una cambiale per fingere un debito possono essere contestati come atti in frode (al pari di vendite e donazioni)
Quello che devi sapere, infine, è che esistono dei casi particolari che limitano la possibilità di prelevare con pignoramento dal conto del debitore:
- se il conto è al 50% con un’altra persona, solo metà del saldo può essere pignorata;
- lo stipendio o la pensione accreditati sul conto possono essere pignorati fino a 1/5 (20%);
- se il denaro di pensione o stipendio è già sul conto al momento del pignoramento, per gli importi già accreditati il creditore può pignorare solo la parte eccedente il triplo dell’assegno sociale (circa 1.600€ nel 2024);
- se hai un conto bancario usato esclusivamente per l’accredito della pensione, il pignoramento deve rispettare i limiti di legge
Difendersi dal pignoramento: i beni non pignorabili
Insomma, dopo l’insorgenza di un debito ci sono vari modi per provare a difendere i soldi dal pignoramento, ma nessuno assicura che funzionino. Anzi, i creditori hanno tutto il diritto di pretendere l’adempimento e l’annullamento delle azioni svolte come escamotage.
Il modo migliore per difendere il proprio patrimonio è dunque quello di cercare delle procedure per pagare il debito in modo compatibile con le proprie condizioni economiche, ad esempio accedendo alle procedure per il sovraindebitamento.
È però bene tenere a mente che ci sono alcuni beni impignorabili, che sono tutelati dall’aggressione dei creditori (sempre soltanto se non sono stati acquistati in frode agli stessi). Non sono pignorabili i beni di primaria necessità e quelli con particolare valore affettivo:
- Fede nuziale;
- vestiti e biancheria;
- letti, tavoli e sedie, armadi, frigorifero, lavatrice, utensili da cucina (possono essere pignorati solo se di particolare valore, eccetto il letto che è sempre impignorabile);
- beni commestibili e combustibili necessari al sostentamento del debitore e della sua famiglia per 1 mese;
- oggetti sacri e necessari al culto, a meno che non abbiano eccezionale valore economico;
- medaglie al valore, lettere e scritti di famiglia (a meno che non abbiano particolare valore storico o artistico);
- armi e oggetti per lo svolgimento di un servizio pubblico;
- animali domestici (senza finalità aggiuntive alla compagnia), animali impiegati a fini terapeutici o di assistenza del debitore o della sua famiglia;
- beni in usufrutto legale.
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Ci sono poi beni relativamente pignorabili, in particolare:
- Gli strumenti da lavoro sono pignorabili solo se gli altri beni del debitore sono insufficienti a ripagare il debito e comunque per un massimo di un quinto. Questo limite non vale per le società e nei casi in cui per l’attività del lavoratore prevale il capitale;
- gli strumenti per la coltivazione del terreno sono pignorabili solo in assenza di altri beni mobili, con particolari tutele per gli oggetti necessari alla coltura;
- il Fisco non può iscrivere il fermo amministrativo sul veicolo necessario all’attività lavorativa iscritto nel libro dei cespiti ammortizzabili;
- la prima casa non è pignorabile dal Fisco, ma solo se si tratta dell’unica abitazione disponibile per il debitore (che vi ha residenza), che sia adibita come dimora e che non sia un immobile di lusso, altrimenti è pignorabile a determinate condizioni ma solo al superamento di un debito di 120.000 euro (questi limiti non valgono per creditori diversi dall’Ader);
- i soldi versati in assicurazioni sulla vita e i relativi premi non sono pignorabili;
- i sussidi per i poveri non sono pignorabili, mentre sulla pensione di invalidità è il giudice a porre dei limiti in base alla situazione;
- lo stipendio è pignorabile entro il limite di un quinto (non tenendo conto di cessioni volontarie), ma se il creditore è l’Ader il limite del pignoramento dipende dall’importo dello stipendio (un decimo per stipendi fino a 2.500 euro, un settimo per stipendi tra 2.500 e 5.000 euro, un quinto per stipendi oltre 5.000 euro;
- la pensione può essere pignorata nel limite di un quinto, calcolato sul netto della pensione dopo aver sottratto il minimo vitale (se il creditore è il Fisco sono previsti limiti analoghi agli stipendi, sempre calcolati al netto del minimo vitale);
- per la giacenza del conto corrente (compresi stipendio o pensione già accreditati) il pignoramento è possibile solo per la parte che eccede il triplo dell’assegno sociale, i successivi pignoramenti entro un quinto (senza tener conto del minimo vitale) e con i soliti limiti dell’Ader:
- i crediti alimentari sono pignorabili, con specifica autorizzazione, solo per fini alimentari;
- l’indennità di disoccupazione è pignorabile con gli stessi limiti della pensione.
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