Dove vanno a finire i soldi risparmiati dal DOGE di Elon Musk?

Luna Luciano

6 Marzo 2025 - 19:40

Il DOGE di Elon Musk promette enormi tagli alla spesa pubblica per ridurre il deficit degli Stati Uniti. Ma dove vanno davvero i soldi risparmiati? E perché molti esperti sono scettici?

Dove vanno a finire i soldi risparmiati dal DOGE di Elon Musk?

Elon Musk ha dichiarato guerra agli sprechi governativi. Con il suo Dipartimento per l’efficienza governativa (DOGE), punta a tagliare circa 1.000 miliardi di dollari entro la fine dell’anno fiscale a settembre. Un obiettivo che sembrerebbe rivoluzionario, ma che molti analisti ritengono poco realistico.

DOGE nasce con l’idea di rendere la macchina statale più snella ed efficiente, eliminando sprechi e riducendo drasticamente i costi. Tuttavia, nonostante i proclami di Musk, gli esperti sollevano dubbi sulla trasparenza dell’iniziativa, sulle reali possibilità di raggiungere questi tagli e sulla destinazione effettiva dei fondi risparmiati.

Inoltre, dietro questa ambiziosa operazione si celano numerose incognite: a cosa servono realmente i miliardi risparmiati dal DOGE? Sono davvero utilizzati per ridurre il debito nazionale o finiranno per alimentare altre iniziative? E perché gli economisti mettono in discussione l’intero progetto? Scopriamo insieme: di seguito tutto quello che serve sapere a riguardo.

Cos’è il DOGE e qual è il compito di Musk

Il Department of Government Efficiency (DOGE), come abbiamo già spiegato in un precedente articolo (qui), è un’agenzia istituita con l’obiettivo di ridurre la spesa pubblica eliminando inefficienze e sprechi nel bilancio federale.

Elon Musk, nominato alla guida del dipartimento, ha promesso tagli radicali, sostenendo che un governo più snello ed efficiente possa generare enormi risparmi senza compromettere i servizi essenziali.

Le misure finora adottate comprendono la riduzione dei finanziamenti a progetti considerati non prioritari, la revisione di contratti pubblici e una drastica riorganizzazione della burocrazia federale.

Tuttavia, molte di queste misure sono state criticate per la loro fattibilità e per i possibili effetti negativi sui lavoratori del settore pubblico. Musk, ad esempio, ha avuto l’ardire di proporre settimane lavorative di 120 ore e l’introduzione del lavoro non retribuito per aumentare la produttività, idee che hanno suscitato polemiche e preoccupazioni.

Elon Musk, dove vanno a finire i soldi risparmiati dal DOGE?

Secondo Musk, i miliardi risparmiati attraverso il DOGE saranno utilizzati per ridurre il deficit federale, ovvero il divario tra le entrate e le spese del governo. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere il bilancio degli Stati Uniti più sostenibile, riducendo il peso del debito pubblico sulle generazioni future.

Tuttavia, alcuni sostenitori dell’iniziativa sperano che parte dei risparmi venga restituita direttamente ai cittadini sotto forma di assegni fiscali, un’idea demagoga promossa dall’attuale presidente Donald Trump. In ogni caso, i cittadini statunitensi, che fanno fede alla promessa del loro presidente, devono essere sapere che che la riduzione del deficit non è così semplice: anche se il DOGE riuscisse a tagliare miliardi di dollari, questi risparmi dovranno essere effettivamente destinati al bilancio federale.

Inoltre, senza un aumento delle entrate – ad esempio attraverso una riforma fiscale – la sola riduzione delle spese potrebbe non essere sufficiente per migliorare significativamente la situazione economica del Paese. Un altro problema è che alcuni dei tagli proposti da Musk potrebbero colpire servizi pubblici essenziali, causando effetti negativi a lungo termine. Ridurre la spesa per infrastrutture, istruzione e sanità potrebbe generare risparmi immediati, ma rischierebbe di compromettere la qualità della vita dei cittadini e la crescita economica futura.

Elon Musk e DOGE, quali sono le criticità?

Se su carta il piano di Musk sembra essere convincente, nel concreto non sembra essere realizzabile. Gli esperti, infatti, sono alquanto scettici sull’efficacia del DOGE per diverse ragioni. In primo luogo, molti dei tagli promessi sono difficili da realizzare senza l’approvazione del Congresso, e qualsiasi riduzione della spesa deve affrontare ostacoli politici e legislativi significativi. Insomma, non basta eliminare i cosiddetti sprechi burocratici: molte spese pubbliche sono legate a programmi essenziali e ridurle potrebbe avere un terribile per milioni di americani.

In secondo luogo, sono stati sollevati dubbi riguarda la trasparenza del programma. Musk sostiene che il DOGE abbia già generato oltre 100 miliardi di dollari in risparmi, ma queste cifre sono difficili da verificare. Non esiste un meccanismo chiaro per tracciare l’effettiva destinazione dei fondi risparmiati, e senza una supervisione indipendente, il rischio di manipolazione dei dati è elevato.

Infine, la proposta di introdurre settimane lavorative da 120 ore e promuovere il lavoro non retribuito è stata fortemente criticata da economisti e sindacati, che la considerano insostenibile e dannosa per i lavoratori. Un modello del genere, se applicato al settore pubblico, rischierebbe di ridurre ulteriormente l’efficienza e il benessere dei dipendenti governativi.

Insomma, il DOGE, presentato come il piano per salvare gli Stati Uniti, potrebbe non essere la soluzione miracolosa che Musk promette.

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