Scrutatori, presidente di seggio, segretari e rappresentanti di lista: si può votare anche presso il seggio in cui si ricopre l’incarico. Ma non è obbligatorio.
Scrutatori, segretari e presidenti di seggio, come pure i rappresentanti di lista, sono tra quelle poche persone che possono votare in un seggio differente da quello indicato sulla tessera elettorale. A questi, infatti, viene data la possibilità di votare anche presso il seggio dove stanno svolgendo l’incarico, senza quindi doversi spostare.
La regola generale vieta di votare in un posto differente dal seggio indicato nella tessera elettorale, ragion per cui lavoratori e studenti fuori sede devono comunque spostarsi per esercitare il loro diritto di voto (con la possibilità però di fruire di permessi e di sconti per chi viaggia con i mezzi di trasporto).
Ci sono però delle eccezioni, tra cui appunto figurano quelle figure che vengono chiamate per svolgere un servizio pubblico, garantendo il corretto svolgimento delle operazioni di voto. Scrutatori, segretari e presidenti di seggio, come pure i rappresentanti di lista: questi, oltre a poter beneficiare di permessi elettorali che consentono di assentarsi dal lavoro nei giorni delle elezioni, hanno anche la facoltà di votare presso la sezione alla quale sono stati assegnati.
Ma non si tratta di un obbligo, bensì di una facoltà: viene comunque lasciata la possibilità di decidere dove votare, con la possibilità di recarsi anche presso il seggio elettorale in cui si risulta regolarmente iscritti.
In tal caso, però, c’è una specifica procedura da seguire: gli scrutatori che vogliono votare direttamente nel seggio loro assegnato, infatti, devono darne comunicazione al presidente ed essere muniti di documento di riconoscimento e tessera elettorale.
Dopo le elezioni politiche di settembre, in Italia le urne sono tornate ad aprirsi in data domenica 12 e lunedì 13 febbraio per le regionali in Lombardia e nel Lazio, importante primo banco di prova per la maggioranza di centrodestra. Qui di seguito le due dirette live con le ultime notizie sul voto e i risultati aggiornati in tempo reale.
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La legge, quindi, prevede una “eccezione” circa il luogo in cui andare a votare per coloro che svolgono attività di scrutatore in occasione degli appuntamenti elettorali e referendari: dunque presidente di seggio elettorale, segretari e scrutatori possono - ma non sono obbligati - votare in loco, senza doversi allontanare per raggiungere la sezione elettorale assegnata loro dal Comune di residenza.
Allo stesso modo anche i rappresentanti di lista possono esprimere il voto direttamente nella sezione loro indicata per vigilare sulla correttezza delle votazioni e degli scrutini in rappresenta di un partito, comitato o singolo candidato.
Per votare nel seggio loro assegnato in occasione delle elezioni gli scrutatori devono essere muniti di documento d’identità in corso di validità (ad esempio carta d’identità, patente di guida o passaporto) e tessera elettorale.
Cosa fanno gli scrutatori durante le elezioni
I compiti degli scrutatori all’interno del seggio elettorale sono molteplici. In breve devono allestire il seggio elettorale, controllare la correttezza del voto, prendere i nominativi degli elettori e procedere alla scrutinio delle schede elettorali.
Tra gli scrutatori presenti il presidente ne sceglie uno a cui dare l’incarico di vice. Ciascuno scrutatore comunque durante lo svolgimento dell’incarico è considerato a tutti gli effetti un pubblico ufficiale in esercizio delle funzioni; pertanto chi li offende, minaccia o aggredisce incorre nel penale.
Scrutatori, permessi sul lavoro
Ricordiamo rapidamente cosa prevede la normativa riguardo alla possibilità di godere di permessi sul lavoro nei giorni in cui si è impegnati come scrutatori.
Ebbene, la normativa prevede che:
- se i giorni in cui si è impegnati dovevano essere lavorati, questi si considerano come tali. Non ci sono, dunque, differenze per stipendio e contribuzione;
- se i giorni in cui si è impegnati sarebbero stati di riposo, il lavoratore ha diritto ad altrettanti giorni di riposo compensativo di cui godere immediatamente al termine delle elezioni.
A tal proposito, va detto che la giornata si considera come interamente dedicata alle operazioni di voto anche quando l’impegno è stato di poche ore. Pensiamo, ad esempio, allo scrutinio che si protrae nella mezzanotte di lunedì: ebbene, anche se dovesse terminare dopo mezz’ora, il lavoratore non deve comunque recarsi a lavoro e la giornata di lunedì sarà considerata come se fosse stata lavorata.
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