Mercoledì 20 luglio 2022 verrà confermato il Governo Draghi? Il Draghi bis potrebbe essere tanto più lontano, quanto più vicino il voto anticipato. Ecco cos’è accaduto.
Il Draghi bis si farà o è ancora più lontano? La crisi di Governo procede con tutti i suoi commenti, interventi e le varie dichiarazioni d’intenti. Dopo l’appuntamento su Facebook con Giuseppe Conte, durante il quale ha affermato di essere pronto a fare un passo indietro solo nella condizione di massimo rispetto e dignità per le richieste del Movimento, nella giornata di oggi, domenica 17 luglio, si sono susseguiti una serie di altri incontri e dichiarazioni.
Nell’attesa del pronunciamento del presidente del Consiglio Mario Draghi il 20 luglio 2022, leader e volti dei partiti al Governo si stanno esprimendo. Non sono andati in pausa i pronostici della crisi di Governo o del possibile Draghi bis. Quest’ultimo sembra sempre più lontano e, dietro l’angolo, si annidano le elezioni anticipate. Ecco cosa è accaduto e cosa è stato detto nella giornata.
Il Draghi bis non s’ha da fare?
Da giorni proseguono i commenti e gli interventi dei capigruppo e dei portavoce dei partiti, delle associazioni, degli industriali e dei sindaci. La sicurezza di avere un Governo unito dopo mercoledì 20 luglio 2022 non è affatto scontata. Il Governo Draghi bis si farà?
Il centrodestra non sembra abbastanza unito e ad affermare che il Governo Draghi può continuare il proprio lavoro c’è solo parte dei volti della destra al Governo. Questo perché nella giornata i giochi sono cambiati diverse volte. Antonio Tajani ha confermato questa mattina che Forza Italia è favorevole a portare a termine la legislatura con questo Governo, ma che tornare con il Movimento 5 Stelle significherebbe «cedere ai ricatti di chi ha bruciato in un colpo solo 18 miliardi degli italiani e affossato l’immagine dell’Italia in Europa e nel mondo». Tajani ha anche affermato che c’è bisogno di serietà e affidabilità e che non si può lavorare con i dilettanti che hanno aperto una folle crisi di Governo.
La voce più estrema al Draghi bis è sicuramente quella della leader di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha scritto su Twitter, e ha ripetuto in diverse sedi, che negli ultimi anni in Italia si fa di tutto per impedire il voto. Anche Matteo Salvini viaggia nella stessa direzione e discute la possibilità che siano i cittadini a scegliere i prossimi parlamentari seri e onesti. Cala la maschera della propaganda elettorale sul leader della Lega che riunisce nel pomeriggio i dirigenti per fare il punto della situazione.
Cosa hanno detto i fedelissimi di Draghi?
Tra i fedelissimi che vogliono Mario Draghi presidente del Consiglio fino al 2023 c’è Matteo Renzi, il leader di Italia Viva. Durante una diretta radio ha fatto sapere che la petizione promossa da Italia Viva ha raggiunto quasi 70.000 firme, ovvero 70.000 persone che non vogliono le dimissioni di Draghi. Secondo Renzi, si potrebbero raggiungere le 100.000 firme già entro mercoledì. Accanto al fanatismo sfoggia anche il tema delle elezioni anticipate. «Se dovremmo andare alle elezioni ci andremo con l’orgoglio di chi ha portato Draghi a Palazzo Chigi e a mandato a casa Conte», ha concluso Renzi.
Torna sull’argomento anche il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che sui propri social pone il dubbio sulla possibilità che gli italiani abbiamo qualcuno da votare. Come decideranno gli italiani il sostituto di Draghi tra i leader politici in gioco? Difficile rispondere. Ricorda anche come insieme ad altri sindaci, anche con idee politiche diverse, hanno preso posizione in una lettera per chiedere non solo a Draghi di restare, ma a tutti i politici di prendersi le responsabilità di affrontare una crisi di Governo e le elezioni anticipate in una situazione complessa come quella nazionale e internazionale.
Sulla presa di posizione dei sindaci hanno commentato i leader di centrodestra, in particolare Giorgia Meloni ha definito quanto fatto dai sindaci una «forzatura istituzionale». Intanto le firme dei sindaci a favore del Draghi bis sono salite a 1.000.
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