Ecco come Putin farà crollare l’economia della Russia

Flavia Provenzani

16 Giugno 2024 - 20:01

L’economia della Russia sarebbe sull’orlo del baratro. Tutta colpa di Putin (e delle sanzioni che, dopo oltre due anni, iniziano a fare effetto).

Ecco come Putin farà crollare l’economia della Russia

Putin potrebbe spingersi oltre, causando una profonda crisi economica in Russia.

L’invasione dell’Ucraina ad opera del Cremlino nel febbraio 2022 ha suscitato un’ondata di indignazione a livello internazionale, alla quale sono subito succedute le imposizioni di diverse sanzioni pensate per indebolire la capacità di Putin di dichiarare guerra a Kiev.

Gli asset della Russia all’estero sono stati congelati, la sua economia è stata tagliata fuori dal sistema finanziario globale e le sue esportazioni sono state boicottate.

Al tempo tutti (o quasi) descrivevamo quelle sanzioni come “paralizzanti”, “debilitanti” e “senza precedenti”. L’economia russa era stata messa alle strette, era impossibile che potesse resistere a delle pressioni del genere. E di fronte alla prospettiva di un collasso economico, il Cremlino sarebbe stato costretto a fare marcia indietro e a ritirare le sue truppe.

Ed eccoci qui, 26 mesi dopo. La guerra continua. E l’economia russa, lungi dall’essere paralizzata, sta persino crescendo.

Secondo il FMI il PIL della Russia salirà del 3,2% nel 2024, un valore superiore a quello di qualsiasi altra economia avanzata del mondo.

Le sanzioni “debilitanti” non hanno causato carenze di prodotti e consumatori nei negozi. Gli scaffali dei supermercati russi sono pieni. Sì, i prezzi sono aumentati e non tutto quello che era in vendita un tempo lo è ancora, alla luce di una serie di realtà occidentali che sono uscite dal mercato russo per protestare contro l’invasione dell’Ucraina.

Ma molti dei loro prodotti arrivano ancora in Russia, in qualche modo.

Invece di piegarsi sotto il peso delle sanzioni occidentali, l’economia russa ha lavorato sullo sviluppo di nuovi mercati ad Est e nel Sud del mondo. È comprensibile allora che i funzionari russi si vantino del fatto che i tentativi di isolare la Russia, politicamente ed economicamente, non abbiano avuto successo.

E così abbiamo imparato tutti cosa le sanzioni possono e non possono fare.
Possono sbilanciare temporaneamente l’equilibrio di un Paese finché non trova il modo di aggirare il problema, finché non trova modi alternativi per ricevere spedizioni o vendere il suo petrolio. E Putin ha trovato tutte le alternative di cui aveva bisogno.

Mosca ha reindirizzato le sue esportazioni di petrolio dall’Europa alla Cina e all’India. Nel dicembre 2022, i leader del G7 e dell’UE hanno introdotto un price cap volto a limitare le entrate che la Russia ricava dalle sue esportazioni di petrolio, cercando di mantenere il prezzo al di sotto dei 60 dollari al barile. Ma la Russia è riuscita ad aggirare questo ostacolo abbastanza facilmente. Poiché la Russia è uno dei maggiori player sul mercato energetico globale, l’Occidente ha cercato di mantenere in vita il flusso del petrolio russo per evitare un aumento dei prezzi dell’energia. Il risultato è che Mosca continua a guadagnare.

Ed ecco che la Russia è diventata il più grande fornitore di petrolio della Cina. Ma l’importanza di Pechino per Mosca va ben oltre le esportazioni di prodotti energetici.

La Cina è diventata un’ancora di salvezza per l’economia russa. Lo scorso anno il commercio tra i due Paesi ha raggiunto la cifra record di 240 miliardi di dollari. I negozi di elettronica in Russia sono pieni di tablet, gadget e telefoni cellulari cinesi. I concessionari cinesi ora dominano il mercato automobilistico locale.

Da quando la Russia ha lanciato quella che il Cremlino chiama ancora la sua “operazione militare speciale” in Ucraina, le fabbriche di armamenti hanno lavorato 24 ore su 24 e sempre più russi sono stati impiegati nel settore della difesa.
Ciò ha causato un aumento dei salari nel complesso militare-industriale.

Ma se spendi molto in campo militare, hai meno soldi da spendere per tutto il resto.

A lungo termine, questo sbilanciamento potrebbe distruggere l’economia russa, soprattutto a causa della mancanza di investimenti nello sviluppo, essenziali per costruire il futuro.

Nel 2020 la Russia stimava di spendere 400 miliardi di dollari per migliorare le infrastrutture, i trasporti e le comunicazioni della Paese. Ma quasi tutto quel denaro è stato indirizzato al finanziamento dell’industria militare e al sostentamento della stabilità dell’economia.

Dopo più di due anni di guerra, l’economia russa si è adattata alle pressioni della guerra e delle sanzioni. Ma gli Stati Uniti sta valutando di imporre altre sanzioni sulle banche straniere che aiutano le transazioni con Mosca, il che creerebbe tutta una nuova serie di problemi per Putin.

L’arrivo dei prodotti in Russia è oggettivamente più scarso, anche se ancora sostenibile. Ma i pezzi di ricambio sono più difficili da trovare. Ogni giorno ci sono banche in Cina, Turchia e negli Emirati Arabi che si rifiutano di gestire le transazioni russe, siano esse di denaro dalla Russia per acquistare beni o di denaro verso la Russia come ricavi da petrolio o altre importazioni. Se questa situazione non verrà risolta, la Russia potrebbe entrare in crisi finanziaria entro l’autunno.

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