La crescita economica in Germania è in difficoltà e il Paese rischia di esplodere in una crisi profonda se non cambia radicalmente la sua strategia.
L’economia della Germania continua a lanciare segnali allarmanti, con una ripresa che tarda ad arrivare e che potrebbe essere più complicata di quanto si possa prevedere.
L’ultimo messaggio pessimistico sul futuro della potenza europea è arrivato dall’influente Consiglio tedesco degli esperti economici, secondo il quale l’economia del Paese subirà un declino nel 2023, con una ripresa debole l’anno prossimo.
Le previsioni sono più negative di quelle contenute in un precedente rapporto del panel di marzo, nel quale la recessione non era stata contemplata. I cosiddetti “saggi economici tedeschi” ora stimano che l’economia si contrarrà dello 0,4% quest’anno e rimarrà in gran parte stagnante anche nel 2024.
Tuttavia, l’allarme sulla ripresa tedesca va ben oltre le aspettative sul Pil e sulla produzione industriale dei prossimi mesi o anni. La crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina ha colpito la Germania più di altri Paesi e ha rallentato il settore manifatturiero che rappresenta il cuore del motore economico nazionale.
Complici l’inflazione, le tensioni geopolitiche con la Cina - un partner commerciale strategico per Berlino - la politica monetaria della Bce con il rialzo record dei tassi, l’incertezza economica europea, la Germania si è mostrata più vulnerabile di quanto ci si potesse aspettare. Oggi, la sua economia evidenzia debolezze e carenze che vanno oltre la crisi globale. Per questo, è considerata una bomba pronta a esplodere.
Perché l’economia della Germania può esplodere
L’analisi del Consiglio tedesco degli esperti economici ha espresso preoccupazione sul futuro della Germania, sintetizzando che “gli ostacoli nel medio termine alla crescita sono molto più importanti dell’attuale debolezza economica”.
Il problema tedesco, quindi, non è tanto legato alle difficoltà nel far ripartire la locomotiva d’Europa in un momento e in contesto economico generale così complesso. Tutti i Paesi Ue sono accomunati da una crescita debole a causa di elevata inflazione, mutui alle stelle, condizioni creditizie difficili. Tuttavia, in Germania l’allarme è più ampio e riguarda la necessità di un cambiamento del sistema Paese.
Secondo il rapporto dei “saggi economici”, il rallentamento della crescita è dovuto ad una generale mancanza di dinamismo economico e staticità degli investimenti, che indicano l’invecchiamento della popolazione, la bassa produttività, un capitale industriale obsoleto e l’assenza di aziende giovani e innovative.
Le sfide sono enormi, ma urgenti. Dalla transizione energetica al bisogno di materie prime per l’industria sostenibile, fino all’individuazione di nuovi partner commerciali e all’adozione di modelli di sviluppo che proteggano l’ambiente, anche la potenza tedesca è chiamata a cambiare radicalmente la sua strategia economica.
“Ci chiedevamo perché (…) quelle poche nuove aziende di successo che creano effettivamente crescita lasciano la Germania – [la risposta è] perché non ci sono fondi sufficienti”, ha spiegato Ulrike Malmendier, un altro membro del Consiglio. Il suggerimento è di facilitare di più gli investimenti transeuropei, per esempio.
Ma non solo. Al di là della questione dell’accesso al capitale, il Consiglio ha sottolineato la necessità di accelerare i processi di pianificazione e ha sottolineato le opportunità offerte dalla migrazione e dalle tecnologie che aumentano la produttività come l’intelligenza artificiale, per affrontare le sfide della perdita di produttività e dell’invecchiamento della popolazione.
La posta in gioco è alta per l’economia della Germania: rinnovarsi per crescere e competere, oppure accelerare la crisi interna, ma anche europea.
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