Con il Governo Draghi, l’Italia riparte da sfide economiche importanti: quali sono i temi prioritari del ministro del Tesoro Franco?
Il ministro dell’Economia del Governo Draghi, Daniele Franco, parte con sfide importanti per il rilancio del Paese.
Al debutto nel suo incarico rappresentativo della nazione in Europa durante la riunione dell’Eurogruppo - in videoconferenza- del 15 febbraio, il nuovo responsabile delle Finanze eredita un’Italia bisognosa di una svolta.
Dal Recovery Plan alla questione Ristori fino alla necessità di mettere d’accordo una maggioranza eterogenea (e con qualche attrito verso Franco), il ministro non avrà un compito facile.
Da dove riparte l’economia dell’Italia?
L’economia italiana con il ministro Franco: sfide e obiettivi
Fa parte del team dei tecnici il nuovo ministro dell’Economia, già considerato uno dei più fedeli sostenitori del presidente del Consiglio Draghi.
Il rapporto di Franco con l’ex banchiere e la sua capacità di dirigere il ministero saranno fondamentali per gestire un’economia che è stata martoriata dalla pandemia.
I numeri lo confermano: a fine 2020 il debito pubblico pesa per 43.000 euro su ogni italiano e il rapporto con il PIL ormai sfiora il 160%.
Nelle sue stime invernali, la Commissione UE ha già messo in allerta il nostro Paese: il 2022 sarà l’anno della ripresa pre-Covid, ma con ritmi diversi e in Italia si potrebbe arrivare all’obiettivo in ritardo rispetto ad altri Stati.
Il nuovo ministro arriva al potere con un’economia che ha perso l’8,9% lo scorso anno e che nel 2021 è vista crescere solo del 3,5% circa.
Le finanze pubbliche sono state messe a dura prova, con gli oltre 130 miliardi di euro in misure di stimolo e con uno scostamento di bilancio da 32 miliardi appena approvato e tutto da convertire in attesi Ristori.
L’ultimo Governo ha combattuto per proteggere le imprese e le famiglie dalla pandemia, ma potrebbe essere necessario di più man mano che i blocchi continuano e che le varianti del virus spaventano.
Il ruolo di Franco, quindi, sarà fondamentale nell’aiutare Draghi a dimostrare ai partner europei che la loro fiducia nel Paese non era fuori luogo quando hanno messo a disposizione i 209 miliardi di euro del Recovery Fund.
Il ministro Franco e le insidie interne
Come agirà, quindi, il nuovo ministro in questa cornice? Mettendo a frutto innanzitutto esperienza e conoscenze.
Durante gli anni di Draghi alla guida della banca centrale italiana, Franco era a capo del dipartimento di analisi economica strutturale. Ha scritto ampiamente su spesa pubblica, welfare sociale, regole fiscali europee, politica di bilancio, distribuzione del reddito, federalismo fiscale e tassazione delle attività finanziarie.
In un discorso tenuto a novembre scorso a Roma, l’attuale responsabile del Tesoro ha parlato della necessità di un piano di riforme che prevedeva la crescita delle aziende, la razionalizzazione del settore pubblico e il sostegno al Sud per crescere più velocemente. Ha sottolineato il miglioramento della qualità dell’istruzione, l’aumento degli investimenti privati e pubblici e la concessione di più fondi per la ricerca. Sarà questa la linea?
Intanto, uno degli aspetti che il ministro Franco dovrà valutare sarà anche il compromesso politico. Il Governo Draghi è pieno di insidie, provenienti da vecchi rancori.
Quando era ragioniere generale dello Stato, infatti, Franco, nell’intento di ordinare i conti pubblici, ha avuto scontri con il Movimento 5 Stelle e il Governo Conte I su reddito di cittadinanza e quota 100.
Gli attriti sono ormai un ricordo o il rischio è di nuove scintille? L’economia italiana ha bisogno di una svolta: il momento è cruciale, ma ricco di ostacoli.
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