Cosa significa che l’economia italiana è in una fase di decompressione della crescita? Lo spiega Girolamo Lafiosca di Assiteca-Howden.
L’economia italiana è in una fase di decompressione della crescita, in cui i fatturati iniziano ad avere qualche segnale di rallentamento e le aziende fanno fatica a trovare spazio in mercati anche nuovi.
A dirlo è Girolamo Lafiosca, responsabile Divisione crediti commerciali di Assiteca-Howden, in un’intervista ad Adnkronos/LabItalia.
L’osservazione arriva quindi da un primario gruppo italiano e internazionale di brokeraggio assicurativo, realtà che per mestiere deve analizzare il rischio e quindi capire come si muovono le imprese, per poterle supportare nel loro sviluppo.
Come spiega il manager di Assiteca-Howden
Per noi ricercatori di rischi analizzare gli scenari economici significa osservare l’economia reale, sapere cosa fanno le aziende per fare fatturato, per vendere nel mercato domestico e per vendere all’estero.
Ecco dunque che le indicazioni di Girolamo Lafiosca sono utili a capire cosa si deve intendere con decompressione della crescita a livello economico.
Cos’è la decompressione della crescita e perché accade
Assiteca-Howden individuato i fattori di crisi e di discontinuità degli ultimi tre anni per capire le relative implicazioni sistemiche e strutturali.
L’evidenza dice che nel 2020 la pandemia ha di fatto cambiato usi e consumi in tutto il mondo. Con lo scoppio della guerra russo-ucraina il prezzo del petrolio dai 55 dollari al barile che segnava a inizio 2022 è oscillato fino ad arrivare a 100 dollari al barile. A questi fattori si è poi aggiunta una crisi inflattiva che ha toccato tutta l’Europa.
È in questo quadro che va aggiunta la considerazione che oggi l’Italia ha raggiunto il picco più alto della sua storia del debito pubblico, con circa 2.400 miliardi di euro (e poco importa che il dato sia comunque ricorrente anche per altri Stati europei) senza trascurare lo scoppio a bolla speculativa del mercato immobiliare.
Tutti questi fattori insieme, afferma Girolamo Lafiosca,
ci fanno considerare che siamo in una fase di decompressione della crescita: la nostra percezione è che i fatturati iniziano ad avere qualche segnale di rallentamento e che le aziende fanno fatica a trovare spazio in mercati anche nuovi.
Non tutti i segnali sono negativi, infatti i mancati pagamenti non sono frequenti come lo sono stati nel 2018-2019, ma come afferma Girolamo Lafiosca,
piccoli segnali relativi agli aumenti per i sinistri li stiamo notando in diversi settori.
Altri segnali di decompressione della crescita provengono anche dalla distribuzione alimentare, settore che in precedenza non era mai stato toccato dalla crisi. E questo significa che il consumatore medio sta cercando di fare una selezione di dove andare a fare la spesa, preferendo le realtà più comode e che hanno una capacità di dare un segnale di risparmio evidente.
In sintesi, secondo Girolamo Lafiosca,
siamo in un’economia fluida, dove è importante per noi capire e supportare le imprese.
In collaborazione con LabItalia
© RIPRODUZIONE RISERVATA