Economia sostenibile, un business da 400mln di posti di lavoro in 10 anni

Mario D’Angelo

18/07/2020

Secondo il World Economic Forum, la transizione verso uno sviluppo nature-positive si creerebbero quasi 400 milioni di posti di lavoro entro il 2030

Economia sostenibile, un business da 400mln di posti di lavoro in 10 anni

Non c’è lavoro né prosperità su un pianeta morto”. Invece le soluzioni “nature positive”, che mirano alla sostenibilità e alla conservazione della natura invece che al suo sfruttamento, possono creare 395 milioni di posti di lavoro entro il 2030. È quanto afferma il World Economic Forum (WEF), in un manifesto che palesa il maggior interesse degli investitori di tutto il mondo nei confronti dei temi ambientali.

WEF: ecco come salvare i posti di lavoro persi con pandemia

La ONG svizzera, che ogni anno riunisce a Davos centinaia di leader di governo, economisti e manager per formare le agende politiche globali, nell’ultimo report intitolato “New Nature Economy Report II: The Future of Nature and Business” ha individuato nell’ecologia il modo di proteggere i milioni di posti di lavoro andati perduti a causa della pandemia di coronavirus.

Mentre più della metà del PIL mondiale è minacciato dalla continua e duratura perdita di biodiversità, il WEF ha fornito una traccia per le aziende per usufruire di quasi 9mila miliardi di euro in opportunità di mercato per volte ad aggiungere valore all’ecosistema. Un circolo virtuoso che creerebbe 395 milioni di posti di lavoro in 10 anni.

Transizione green per risollevare economia - WEF

Possiamo occuparci della crisi della biodiversità e resettare l’economia in un modo che crea e protegge milioni di occupati”, ha detto Akanksha Khatri, direttrice della Nature Action Agenda del WEF. “Possiamo proteggere le forniture di cibo, rendere più efficienti le infrastrutture e sfruttare nuove forme di energia con la transizione a soluzioni nature-positive”, ha aggiunto.

Il report è stato costruito basandosi su esempi economici reali in cui i risultati sono stati migliorati prendendo decisioni che rispettano la natura.

La transizione, scrive il WEF, dovrebbe basarsi su tre sistemi socio-economici chiave: cibo e sfruttamento del suolo; energia; infrastrutture ed edifici. Questi tre settori, insieme, mettono a rischio quasi l’80% delle specie a rischio sulla lista dell’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura, altra ONG svizzera).

Questi sistemi occupano anche il 60% di tutti i lavoratori e costituiscono un terzo dell’economia globale.

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