Dal 2009 a oggi, Ecosia ha donato l’80% dei proventi per piantare oltre 62 milioni di alberi. Ecco come funziona il motore di ricerca ecologista (ed ecologico)
Da qualche parte nel mondo, ogni 0,8 secondi una ricerca internet viene trasformata in un albero. Questo grazie ad Ecosia, il motore di ricerca che dichiara di donare l’80% dei proventi dagli annunci online ad organizzazioni no-profit che si impegnano nella riforestazione o nella conservazione della natura.
La home page di Ecosia ha un contatore, che mostra il numero di alberi piantati in continuo aumento. Nel corso della settimana iniziata lunedì 22 luglio 2019, è stata superata quota 62 milioni di nuovi piccoli polmoni sul pianeta Terra. Ma come funziona il motore di ricerca Ecosia, e qual è la sua storia?
La storia di Ecosia
Ecosia è stato fondato nel 2009 a Wittenberg, in Germania, da Christian Kroll, 35nne come Mark Zuckerberg (ma i paragoni finiscono lì), in associazione con Bing (il search engine di Microsoft), Yahoo! e il WWF. A quest’ultimo, nei primi cinque anni del progetto, sono stati donati 1,2 milioni di euro.
Dal 2013 al 2014 Ecosia ha donato invece a The Nature Conservancy oltre 750 mila euro, mentre dal 2015 è iniziato il finanziamento della riforestazione in Burkina Faso come parte del progetto “Great Green Wall”. Ad oggi Ecosia lavora con numerose organizzazioni per piantare alberi in 16 paesi diversi, individuando di volta in volta i più importanti centri di biodiversità.
Ecosia utilizza l’80% dei profitti (il 47,1% delle entrate) dalla pubblicità per supportare progetti ambientalisti. La compagnia pubblica il proprio report finanziario ogni mese sul proprio sito web. Ecosia è certificata “corporazione benefica” da B-labs, organizzazione no-profit statunitense, ed è “CO2-negative”, nel senso che vengono azzerate le emissioni di anidride carbonica causate dai server, dagli uffici e dai dispositivi degli utenti.
Ecosia, come funziona il motore di ricerca
Inizialmente il search engine proponeva risultati di ricerca da Yahoo!, con tecnologie offerte da Bing e Wikipedia. Gli ads erano forniti sempre da Yahoo! e i proventi erano quindi divisi. Adesso i risultati sono quelli di Bing, potenziati dagli algoritmi interni della start-up. Il motore di ricerca si può installare sul proprio browser, che sia Chrome, Edge, Firefox o Brave, oppure si può utilizzare l’app su Android o iOS.
Come ogni motore di ricerca, Ecosia guadagna dagli annunci pubblicitari mostrati vicino ai risultati di ricerca. Una singola ricerca corrisponde a una media di circa mezzo centesimo di euro per Ecosia, e ci vogliono circa 22 centesimi e 1.1 secondi per piantare un albero. In media, un nuovo seme viene piantato ogni 45 ricerche.
Dal 2018, Ecosia si è impegnata a diventare un motore di ricerca con un occhio di riguardo alla privacy degli utenti. Le ricerche sono criptate, cancellate dopo un periodo di tempo e i dati non sono venduti a terze parti. Secondo la privacy policy dell’azienda, gli utenti non vengono “profilati”.
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