Elezioni europee: tutti i partiti che sbarcheranno all’Europarlamento dovranno iscriversi a un gruppo, vediamo quali sono e cosa potrebbe succedere.
Si avvicinano le elezioni europee e in tutti i partiti iniziano le grandi manovre. A differenza delle politiche, dove sono possibili delle coalizioni, nel voto comunitario si potranno presentare soltanto singole liste: o due o più forze politiche si accorpano sotto uno stesso simbolo, oppure corrono da sole.
I partiti che riusciranno a superare la soglia di sbarramento, in Italia è del 4%, una volta approdati al Parlamento Europeo dovranno scegliere in quale gruppo iscriversi. Una decisione questa molto importante: saranno poi le alleanze tra i vari raggruppamenti a determinare l’elezione del presidente della Commissione Europea.
Negli ultimi tempi quindi molto si parla di EPP, ALDE o EFDD in merito a queste elezioni europee. Facciamo allora un po’ di chiarezza per capire gli orientamenti politici dei vari gruppi, vedendo anche dove si andranno a incasellare i partiti italiani.
Le elezioni europee
Tra il 23 e il 26 maggio 2019 in tutti e ventisette Paesi membri dell’Unione Europea si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo. Ogni nazione è quindi libera di scegliere una data all’interno della forchetta temporale individuata.
Anche se ancora non è ufficiale, appare scontato che in Italia le urne si apriranno domenica 26 maggio. In tutti i Paesi comunque lo scrutinio inizierà in contemporanea a partire dalle ore 23.00 proprio del 26 maggio.
In totale saranno nominati 705 eurodeputati, con ogni Paese che ne andrà a eleggere un numero stabilito in base alla proprio peso comunitario. L’Italia porterà a Bruxelles 76 deputati: di più ne avranno soltanto Germania (96) e Francia (79).
La legge elettorale delle elezioni europee nel nostro paese è un proporzionale puro. L’Italia verrà divisa in cinque circoscrizioni, con le liste che dovranno superare la soglia di sbarramento del 4% per poter accedere alla ripartizione dei seggi.
I gruppi al Parlamento Europeo
Una volta che sono stati eletti, tutti i deputati devono scegliere in quale gruppo politico entrare a far parte al Parlamento Europeo. Non iscriversi a nessun raggruppamento farebbe venire meno numerosi vantaggi.
Per poter essere riconosciuto ogni gruppo politico deve essere formato da un minimo di 25 deputati provenienti da almeno 7 paesi diversi. Una scelta questa per evitare un eccessivo frazionamento del Parlamento.
Durante questa legislatura ormai agli sgoccioli sono stati nove i gruppi che si sono formati. Alcuni di essi sono storici come i Popolari oppure i Socialisti, mentre altri sono di nuova formazione come il l’ENF.
Ecco quali sono i nove gruppi al momento presenti.
- EPP (Partito Popolare Europeo): gruppo di centrodestra, fortemente europeista e che si basa sul cristianesimo democratico e il conservatorismo liberale.
- S&D (Partito Socialista Europeo): gruppo di centrosinistra anch’esso marcatamente europeista, che si fonda sui valori della socialdemocrazia e del progressismo.
- ALDE (Liberali e Democratici per l’Europa): gruppo centrista ed europeista, di estrazione liberale e moderata.
- Verdi: altro storico gruppo che, oltre all’ambientalismo, punta molto anche sul regionalismo.
- ECR (Conservatori e Riformisti Europei): euroscettici e anti-federalisti, sono un gruppo di centrodestra fortemente conservatore.
- GUE (Sinistra Unitaria Europea): gruppo di sinistra anche questo euroscettico, che si basa sull’eurocomunismo e l’ecosocialismo.
- EFDD (Gruppo Europa della Libertà e Democrazia Diretta): gruppo di destra, euroscettico e dichiaratamente populista.
- ENF (Europa delle Nazioni e delle Libertà): gruppo di estrema destra, euroscettico e promotore del conservatorismo nazionale.
- NI (Non iscritti): gruppo in cui convergono tutti quei deputati che non trovano collocamento negli altri schieramenti, un po’ l’equivalente del Gruppo Misto nel Parlamento italiano.
QUI IL FOCUS SUI SONDAGGI PER I VARI GRUPPI
Il posizionamento dei partiti italiani
Come detto, ogni partito italiano dovrebbe correre per conto proprio in queste elezioni europee. Nel centrodestra l’UdC però andrà insieme a Forza Italia, mentre Fratelli d’Italia ha già annunciato che si presenterà in tandem con i Riformisti di Raffaele Fitto, sperando così di riuscire a superare la soglia di sbarramento.
A sinistra poi si sta lavorando nel presentare una lista unitaria, come avvenuto nel 2014 sotto le insegne di Alexis Tsipras, altrimenti sarà quasi impossibile per i vari partiti arrivare a prendere l’agognato 4%.
Vediamo allora in quali gruppi si schiereranno i partiti italiani.
- Lega: attualmente fa parte di ENF con il carroccio che è una delle forze principali insieme alla Le Pen in Francia; per avere più peso, Salvini però spera di poter riunire sotto un unico gruppo tutta la destra fondendosi così con ECR ed EFDD.
- Movimento 5 Stelle: nella scorsa legislatura i grillini si sono iscritti a EFDD, salvo poi provare a smarcarsi passando con ALDE senza però successo; al momento hanno annunciato che è loro intenzione formare un nuovo gruppo in Europa unendo così altre forze euroscettiche che però non vogliono apertamente schierarsi a destra o a sinistra.
- Partito Democratico: la collocazione storica è quella dei Socialisti, anche se Renzi da tempo guarda a cosa fa Macron che ha appena scelto di unirsi ai liberali di ALDE.
- Forza Italia: non ci sono dubbi sul posizionamento nel Partito Popolare Europeo.
- Fratelli d’Italia: se la Meloni insieme a Fitto dovessero farcela a superare la soglia di sbarramento, hanno già annunciato la loro adesione a ECR.
- Sinistra: la collocazione è quella del GUE, ma anche qui l’ostacolo del 4% è impegnativo.
- Più Europa: i radicali si sono sempre schierati con ALDE, si dovrà capire però se la Bonino si presenterà da sola o cercherà una sponda nel PD.
Con i sondaggi che indicano una crisi per il PPE e i Socialisti, le forze euroscettiche di destra e sinistra mirano ad aumentare in queste elezioni la propria rappresentanza nel Parlamento Europeo.
Nonostante questo il blocco popolari-socialisti-liberali dovrebbe mantenere la maggioranza, con il PPE primo gruppo come numero di deputati che dovrebbe così indicare il prossimo presidente della Commissione Europea, che comunque dovrà ottenere una maggioranza assoluta nel Parlamento Europeo.
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