Domenica 26 maggio in Italia ci saranno le elezioni europee 2019: ecco per cosa si vota in questo importante appuntamento alle urne che potrebbe segnare una svolta per il futuro dell’Unione.
Si avvicina sempre di più il giorno delle elezioni europee 2019, con l’Italia che domenica 26 maggio sarà chiamata a eleggere i 73 deputati che ci rappresenteranno per i prossimi cinque anni a Bruxelles.
Rispetto al passato, sembrerebbe comunque esserci molta più attenzione per queste europee: mai come adesso in tutti i 28 Paesi membri dell’Unione sembrerebbe essere così netta la contrapposizione tra europeisti ed euroscettici.
Per districarsi al meglio in queste delicate elezioni comunitarie, che hanno una legge elettorale e una finalità diversa dalle politiche, ecco una guida per capire al meglio per cosa si vota alle europee.
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Per cosa si vota alle elezioni europee
Per queste elezioni europee 2019 il Consiglio Europeo ha stabilito che i seggi si apriranno dal 23 al 26 maggio. Ognuno degli Stati membri quindi ha deciso in maniera autonoma la data all’interno di questa forchetta temporanea. Come da prassi, l’Italia voterà di domenica e quindi il 26 maggio.
Tutti i cittadini dell’Unione quindi voteranno per rinnovare i 751 deputati che compongono il Parlamento Europeo. Ogni Paese, in proporzione alla propria grandezza, andrà a eleggere un numero stabilito di europarlamentari.
In totale, nel 2019 l’Italia eleggerà 73 deputati attraverso un sistema elettorale proporzionale con voto di preferenza, con la ripartizione dei seggi che sarà riservata a tutte quelle liste che supereranno la soglia di sbarramento del 4% a livello nazionale.
Lo scrutinio dei voti, anche nei Paesi che hanno votato prima, inizierà per tutti in contemporanea alle ore 23.00 del 26 maggio. I nuovi europarlamentari poi, durante la loro prima riunione plenaria, dovranno eleggere a maggioranza assoluta il nuovo presidente della Commissione Europea.
In sostanza quindi gli italiani andranno a eleggere i deputati europei nostrani che poi, in base al peso dei vari eurogruppi, andranno a indicare assieme ai loro colleghi chi prenderà il posto di Juncker alla guida della Commissione.
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Voto delicato
In questi ultimi mesi spesso Movimento 5 Stelle e Lega hanno ribadito che, con il voto di maggio, le cose cambieranno in Europa. Per i gialloverdi infatti non si ripeterà più una bocciatura, poi ritirata, come avvenuto per l’ultima manovra nostrana.
In queste elezioni europee tutte le forze politiche sovraniste ed euroscettiche puntano a fare il pieno di voti, per ribaltare così i rapporti di forza in seno al Parlamento Europeo e, di conseguenza, nella Commissione.
Attualmente è il Partito Popolare Europeo a guidare l’Unione, grazie all’appoggio del Partito Socialista Europeo e di ALDE (liberali). In sostanza l’opposizione a Bruxelles è rappresentata dalla sinistra e dalla destra.
Anche se i sondaggi danno senza dubbio in crescita le forze più antisistema, difficile che queste possano scardinare il blocco di potere che in pratica da sempre detta legge in Europa.
Un’avanzata dei sovranisti potrebbe portare a una maggiore rigidità per quanto riguarda l’immigrazione, ma sulle questione economiche appare arduo che possa avvenire una inversione di rotta rispetto al Patto di Stabilità.
Basti pensare che, nel momento in cui si discuteva della manovra italiana, i paesi più duri con Roma sono stati proprio quelli che in teoria dovrebbero essere alleati di Salvini e Di Maio in questa lotta.
A prescindere, queste elezioni europee saranno molto più sentite rispetto gli scorsi anni. Se difficilmente potrà avvenire un ribaltone, tutti i partiti puntano comunque ad avere più voce in capitolo a Bruxelles.
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