Elezioni in Francia, i 4 scenari osservati dai mercati

Violetta Silvestri

24/06/2024

La Francia si avvia alle elezioni con una serie di incognite sul dopo voto: 4 scenari dominano le previsioni degli investitori, ognuno con diverse implicazioni su obbligazioni e azioni.

Elezioni in Francia, i 4 scenari osservati dai mercati

Le elezioni politiche in Francia, che si terranno il 30 giugno, sono ormai un “caso” anche per i mercati finanziari.

L’annuncio di Macron dello scioglimento anticipato dell’Assemblea Nazionale all’indomani del voto per il Parlamento europeo è stato un vero terremoto per le Borse europee, l’euro e le obbligazioni francesi. L’indice azionario della nazione è crollato, la valuta comunitaria è scivolata sul dollaro e il costo del debito francese è schizzato.

La possibilità molto verosimile che il partito di estrema destra Rassemblement National formi il nuovo governo con il giovanissimo Bardella premier ha messo in massima allerta sia gli investitori che gli economisti. Macron spera di puntare proprio sulla paura degli estremismi per convincere gli elettori a dargli nuovamente fiducia, evitando così l’escalation sia del partito di Marine Le Pen, sia dell’alleanza di sinistra.

Nel mirino degli analisti ci sono soprattutto i piani economici dei due schieramenti più estremi, additati di essere impraticabili poiché aumenterebbero la spesa pubblica e il debito senza precedenti. La Francia si trova in una situazione complessa dal punto di vista delle finanze pubbliche, con la procedura di infrazione dell’Ue per eccesso di deficit che ha colpito anche i suoi conti.

In questo contesto, le elezioni francesi rimangono una grande incognita per gli investitori. Gli analisti hanno individuato 4 possibili scenari sull’esito del voto. Tutti avranno degli impatti sugli asset finanziari.

1. Vince Le Pen, ma senza maggioranza

Il risultato più probabile, sulla base dei sondaggi attuali, è quello secondo cui il partito di Le Pen e i suoi alleati diventeranno il gruppo più numeroso in Parlamento, ma non raggiungeranno la maggioranza assoluta. In questo scenario Jordan Bardella, dovrebbe mantenere la promessa e rifiutare di essere primo ministro in un governo di minoranza.

Ciò provocherà uno stallo alla Camera bassa, costringendo probabilmente Macron a scegliere un premier provvisorio molto vulnerabile in caso di voto di sfiducia, soprattutto sul bilancio.

La politica fiscale potrebbe risultare leggermente più espansiva con i legislatori che dovrebbero opporsi ai tagli di spesa promessi da Macron. In sostanza, secondo gli analisti, la strategia economica di Macron dovrebbe essere archiviata.

Le implicazioni a breve termine per l’economia potrebbero essere limitate, ma senza ulteriori misure a favore delle imprese o modifiche alle leggi sul lavoro e alla formazione professionale, è improbabile che il potenziale di crescita a lungo termine della Francia migliori.

“Vediamo un rischio significativo di stallo politico e di incertezza, che potrebbe portare al mantenimento della volatilità del mercato, secondo Theophile Legrand, stratega di Natixis.

Queste le implicazioni sugli asset in un simile scenario:

  • Obbligazioni: gli investitori continuano a richiedere un premio più elevato per detenere obbligazioni francesi, consolidando una nuova gerarchia in Europa, dove il debito francese è percepito rischioso quanto quello di economie tra cui il Portogallo;
  • Gli strateghi vedono lo spread tra i rendimenti a 10 anni di Francia e Germania restringersi leggermente da circa 80 punti base a circa 70 punti base, ma dicono che è improbabile che ritorni ai 50 punti base visti prima che Macron chiamasse il voto anticipato. Secondo le stime del Ministero delle Finanze, questo aumento del prezzo del prestito potrebbe costare al governo francese almeno altri 4 miliardi di euro annuali dopo cinque anni;
  • Azioni: i titoli sensibili ai rendimenti più elevati probabilmente ne soffriranno, tra cui le banche francesi Vinci SA e Eiffage SA. Altri titoli nazionali meno sensibili al rischio sovrano, come Carrefour SA, potrebbero registrare un rally di sollievo

2. Le Pen vince e forma il Governo

Se Rassemblement National e i suoi alleati vinceranno con i voti necessari per formare un governo, la Francia si troverà di fronte a una cosiddetta “coabitazione” in cui il presidente gestisce la difesa e la politica estera, e gli affari interni ed economici sono invece controllati dall’estrema destra. Si tratta di un risultato forzato perché Macron e Le Pen sono acerrimi nemici.

Nonostante tutte le tensioni, tuttavia, le implicazioni di politica economica e fiscale potrebbero essere più favorevoli di quanto suggerito dalla reazione iniziale degli investitori al voto anticipato di Macron secondo l’analisi apparsa su Bloomberg.

Il partito di estrema destra, infatti, ha ridotto alcune delle sue promesse più costose e deve evitare una crisi finanziaria se vuole costruire credibilità per la probabile corsa presidenziale di Le Pen nel 2027. Ciò significa cooperare con l’Ue per contenere i deficit, un’impresa non da poco per un gruppo che ha spesso criticato Bruxelles e che una volta ha sostenuto l’uscita dall’euro.

Anche in questo scenario, Bardella dovrà comunque attuare alcune politiche costose come il taglio delle tasse sulle vendite di energia – un costo stimato in 12 miliardi di euro – per compiacere la base operaia che sostiene il partito di Le Pen. Risparmi non specificati derivanti dalla lotta all’evasione fiscale e dal taglio della spesa per gli immigrati dovrebbero finanziare questa misura.

Queste le possibili implicazioni sui mercati in questo scenario:

  • Obbligazioni: Barclays stima che il premio di rendimento rispetto alla Germania rimarrà elevato a circa 80 punti base. Ma con una maggiore espansione fiscale, potrebbe salire oltre i 100 punti base, un livello visto l’ultima volta nel profondo della crisi del debito dell’Eurozona;
  • Azioni: Ancora una volta questo risultato dipende da quanto il partito spingerà il ristretto margine fiscale della Francia. Se i credit swap francesi dovessero deteriorarsi, i settori più a rischio sarebbero le banche, l’edilizia, i servizi pubblici e la difesa, mentre le azioni nazionali probabilmente sottoperformerebbero quelle internazionali.

3. Vittoria per l’alleanza di sinistra

Mentre l’attenzione si è concentrata sull’estrema destra, il Nuovo Fronte Popolare di sinistra, che spazia dai socialdemocratici favorevoli al mercato a posizioni più radicali, ha acquisito slancio nei sondaggi d’opinione.

Se l’NPF ottiene un ruolo nel processo decisionale e i suoi membri più estremisti mantengono il sopravvento, è probabile che questo sarà il risultato più negativo per i mercati.

In questo scenario, secondo diversi analisti, l’alleanza spingerà per invertire sette anni di riforme a favore delle imprese, aggiungendo al contempo nuovi vasti piani di spesa e grandi aumenti del salario minimo. Uno scontro con Bruxelles sarebbe inevitabile e potenzialmente disastroso.

“Il loro programma rappresenta un’espansione fiscale molto ampia e un approccio conflittuale nei confronti dell’UE”, ha affermato Jason Davis, gestore del portafoglio tassi globali presso JP Morgan Asset Management. “Il mercato temerà sia le conseguenze fiscali in Francia sia le conseguenze per la coesione europea”.

In tale situazione politica, i mercati potrebbero reagire in questo modo:

  • Obbligazioni: questo è lo scenario peggiore e quello che probabilmente farebbe schizzare lo spread sopra i 100 punti base, secondo Davis.
  • Azioni: si tratta di un risultato ad alto rischio attualmente sottovalutato dai mercati azionari, che sono concentrati sulla potenziale vittoria del Rasseblement National. Un precedente governo di estrema sinistra negli anni ’80 scatenò una fuga di capitali. Alcuni strateghi vedono un crollo del 20% per l’indice CAC 40 nel periodo immediatamente successivo.

4. Il partito di Macron vince le elezioni

Nello scenario considerato il più improbabile, il partito di Macron e i suoi alleati minimizzano le proprie perdite e rimangono il gruppo più numeroso, consentendo loro di mantenere il controllo limitato che hanno sulla legislatura da quando hanno perso la maggioranza assoluta nelle elezioni del 2022.

In teoria, il presidente può nominare un governo per riprendere il suo programma di riforme e perseguire il consolidamento fiscale sulla base di tagli più profondi alla spesa.

Anche se ciò dovesse accadere, Macron probabilmente dovrà comunque dimostrare di aver ascoltato la richiesta della maggior parte dei partiti di fare di più per i portafogli delle famiglie e meno per le imprese, limitando il suo margine di manovra sulle finanze pubbliche.

“A lungo termine, gli spread francesi dovrebbero stabilizzarsi su livelli strutturalmente più ampi rispetto a quelli precedenti le elezioni anticipate”, ha affermato Davis di JP Morgan Asset Management. “Saresti in una posizione migliore acquistando obbligazioni con storie creditizie migliori, come quelle della Spagna, per un trading a lungo termine.”

In questo scenario, i mercati possono reagire così:

  • Obbligazioni: alcuni strateghi affermano che questo risultato potrebbe consentire agli spread di rendimento obbligazionario di tornare al livello di 50 punti base osservato all’inizio di questo mese;
  • Azioni: le azioni probabilmente registrerebbero un rapido rally e torneranno ai livelli visti prima dello scioglimento del parlamento, con i titoli nazionali al posto di guida.

Da evidenziare che le elezioni francesi prevedono un doppio turno, il 30 giugno e poi il 7 luglio. L’esito del voto è molto atteso per gli equilibri politici, economici e finanziari europei.

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