In queste elezioni politiche il centrosinistra rischia di andare in frantumi: Azione e Italia Viva potrebbero dare vita a un terzo polo rompendo con il Pd.
La grande novità delle elezioni politiche del prossimo 25 settembre potrebbe essere la presenza di una sorta di terzo polo, ovvero una coalizione o più probabilmente un listone formato da componenti centriste e liberali.
A lanciare la proposta è stato Matteo Renzi che, così facendo, potrebbe sperare di convincere Carlo Calenda ad abbandonare ogni dialogo con il Partito Democratico. L’assist perfetto all’ex sindaco di Firenze l’ha fornito proprio Enrico Letta che, intervistato dal Tg2, ha rilanciato la proposta di una dote ai diciottenni finanziata con una tassa di successione per i super-ricchi.
Le elezioni però ci saranno tra meno di due mesi e il tempo sta iniziando a stringere: oggi il leader di Azione dovrebbe dare una risposta a Renzi, con Calenda che alla fine potrebbe decidere di andare anche da solo.
Il centrosinistra di conseguenza starebbe correndo il rischio di presentarsi alle elezioni più che frammentato: il listone del Pd (dentro ci sono anche Socialisti e Articolo 1-Mdp) più la lista Impegno Civico di Luigi Di Maio e quella Sinistra Italiana-Verdi, il tandem Azione-Più Europa, Italia Viva e infine il Movimento 5 Stelle.
Musica per le orecchie di Giorgia Meloni che in queste elezioni politiche potrebbe ambire anche a conquistare i due terzi del prossimo Parlamento: con un centrosinistra così diviso, il centrodestra potrebbe puntare a fare il pieno dei collegi uninominali in tutto il Paese.
Un terzo polo alle elezioni politiche?
Le cervellotiche trattative in corso lungo la linea Pd-Azione-Italia Viva sembrerebbero far pensare che, visti anche i sondaggi, con il centrodestra ormai destinato a vincere le prossime elezioni politiche allora potrebbe essere meglio cercare di capire come salvare almeno la poltrona.
L’unico modo per il centrosinistra per limitare i danni concedendo al centrodestra una vittoria con numeri meno granitici, sarebbe quello di creare un’ampia coalizione per cercare di strappare più seggi uninominali possibile a Meloni e soci.
Con il discorso tra il Pd e il Movimento 5 Stelle che ormai sarebbe chiuso, i dem devono fare i conti anche con i continui veti di Calenda: no a Di Maio, no agli altri ex m5s, no alla sinistra e no anche a Letta premier. Con queste premesse un accordo non sembrerebbe essere all’orizzonte.
Una distanza che fa ben sperare Matteo Renzi che ha rilanciato l’idea di un terzo polo: se alla fine non si dovesse concretizzare l’alleanza con Azione, guardando i sondaggi Italia Viva da sola in queste elezioni rischierebbe seriamente di non superare la soglia di sbarramento del 3%.
Cosa dicono i sondaggi
Stando a l’ultimo sondaggio di Ipsos per il Corriere della Sera in vista delle elezioni politiche, il Pd in virtù del simposio con Mdp sarebbe in testa davanti a Fratelli d’Italia ma il centrodestra, nel suo complesso, sarebbe al 45,8.
Per comprendere al meglio queste elezioni bisogna ricordare alcune particolarità del Rosatellum. L’attuale legge elettorale non prevede premi di maggioranza, ma si è calcolato che una lista o una coalizione per ottenere una maggioranza parlamentare deve ottenere minimo il 40% nella parte proporzionale e vincere in almeno il 60% dei collegi uninominali.
A meno di crolli improvvisi, il centrodestra dovrebbe andare ben oltre il 40% e, se il centrosinistra dovesse essere particolarmente diviso, potrebbe fare en plein dei collegi uninominali.
La legge elettorale poi prevede una soglia di sbarramento del 3% per le liste e del 10% per le coalizioni. Con Italia Viva data da Ipsos al 2,3% e Azione-Più Europa al 3,6%, un eventuale terzo polo in formato coalizione faticherebbe non poco ad arrivare al 10%.
Ecco perché se mai si dovesse consumare questo matrimonio tra Renzi e Calenda, l’ipotesi più plausibile è quella di una lista unica che non dovrebbe avere problemi alle prossime elezioni politiche a superare il molto più abbordabile 3%.
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