A pochi giorni dalle elezioni politiche si parla già di un possibile governo del centrodestra: Salvini ministro assieme a Brunetta, prende quota Tajani come premier.
Come sarà il possibile governo del centrodestra in caso di vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo? Con la coalizione data come grande favorita, questa è la domanda che è iniziata già a circolare nei salotti politici.
Di conseguenza, immancabilmente iniziano già a circolare i possibili nomi di un eventuale governo anche se molto dipenderà da come si andranno a delineare i rapporti di forza, soprattutto tra Forza Italia e Lega, in base ai voti che ciascun partito facente parte della coalizione prenderà alle elezioni.
Elezioni politiche, le condizioni per una vittoria del centrodestra
Delineato quello che sarà il programma elettorale della coalizione, con il prossimo step che riguarderà la scelta dei candidati nei collegi, il centrodestra può dunque buttarsi anima e corpo in questa campagna elettorale che si annuncia essere molto breve ma altrettanto intensa.
I sondaggi da tempo sorridono a Berlusconi e Salvini, che ormai hanno deciso di mettere da parte incomprensioni e dissapori personali per cercare di marciare compatti verso la vittoria alle elezioni politiche del 4 marzo.
Per poter ottenere una maggioranza il centrodestra dovrà raggiungere il 40% nella parte proporzionale e vincere in almeno il 70% dei collegi uninominali. Impresa ardua ma non impossibile vista anche la crisi del PD e il fatto che il Movimento 5 Stelle, anche se primo partito del paese, non riesce a sfondare in maniera definitiva.
Le chance di vittoria ci sono tanto che in questi giorni si parla già della possibile composizione del futuro governo. L’errore però in questi casi è quello di un eccesso di fiducia, un po’ come successe a Bersani cinque anni fa che aveva già preparato la lista dei ministri prima dell’apertura delle urne.
Chi sarà il premier?
Il prossimo 4 marzo il centrodestra chiederà la fiducia degli elettori presentandosi con una coalizione formata da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia e i centristi di Noi con l’Italia. Altre forze politiche come il Movimento Animalista e Rinascimento sono confluite tra le file del partito di Berlusconi.
Come prevede la nuova legge elettorale, non è stato già stabilito un possibile premier: il partito che all’interno della coalizione prenderà più voti, in caso di vittoria elettorale indicherà il nome del Presidente del Consiglio.
Se in testa dovesse finire la Lega, non ci sarebbero dubbi su Matteo Salvini a Palazzo Chigi. Gli ultimi sondaggi però danno Forza Italia davanti al carroccio, con la palla che di conseguenza passerebbe tra le mani di Silvio Berlusconi.
Con gli azzurri primo partito della coalizione, l’ex cavaliere potrebbe imporre le sue linee guida per la formazione del governo. Visto che almeno fino a quest’estate non sarà eleggibile, Berlusconi potrebbe piazzare un suo uomo come premier.
In quest’ottica, oltre alle ipotesi più suggestive che altro di Mario Draghi e Sergio Marchionne, il nome più caldo è quello di Antonio Tajani. In caso di intemperanze di Salvini, ecco però che il buon vecchio Silvio potrebbe proporre Roberto Maroni: essendo della Lega, a quel punto il segretario del carroccio non potrebbe mai porre dei veti.
La squadra di governo
Se i punti interrogativi sull’ipotetico Presidente del Consiglio non mancano, riguardo ai possibili ministri questi si moltiplicano in maniera esponenziale. Come detto prima, tutto dipenderà dai rapporti di forza che saranno delineati dal voto.
Silvio Berlusconi tempo fa ha detto che il prossimo governo del centrodestra sarà snello e fresco: venti ministri di cui solo otto politici e tutti i restanti dodici riservati a emeriti esponenti della società civile o buoni amministratori che si sono messi in evidenza a livello locale.
Più di recente invece il leader di Forza Italia, oltre a immaginare un suo ritorno a Palazzo Chigi in caso di un esito positivo della sentenza di Strasburgo, ha aggiunto che per Matteo Salvini vedrebbe un futuro come ministro dell’Interno, indicando poi Giorgia Meloni per la Difesa e Carlo Cottarelli in un dicastero dedicato alla spending review.
Le “bocche da sfamare” nella coalizione sarebbero comunque tante. Raffaele Fitto o Lorenzo Cesa potrebbero quindi trovare spazio nel possibile esecutivo, così come Michela Brambilla e Vittorio Sgarbi.
Difficile poi che possano rimanere all’asciutto big del centrodestra come Renato Brunetta (già indicato da Berlusconi per il dicastero dell’Economia), Paolo Romani oppure Giancarlo Giorgetti per quanto riguarda la Lega.
Difficile di conseguenza che si riesca a limitare soltanto a otto dicasteri attribuiti ai politici. Più passano i giorni infatti più aumentano i nomi accostati al possibile governo, come quello di Giulia Bongiorno fresca di passaggio tra le fila del carroccio.
Buone intenzioni a parte, se il centrodestra dovesse vincere le prossime elezioni è inevitabile che ogni forza politica della coalizione possa reclamare il proprio spazio. Se c’è incertezza sulla figura del premier, per quanto riguarda i ministri la matassa appare essere ancor di più ingarbugliata.
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