Eredità tra fratellastri e sorellastre, come funziona?

Ilena D’Errico

26 Gennaio 2025 - 21:51

Come funziona l’eredità tra fratellastri e sorellastre, a chi spetta, chi ha diritto alla legittima e quali sono le quote.

Eredità tra fratellastri e sorellastre, come funziona?

I termini sorellastra e fratellastro non sono dai più apprezzati per chi si trova di fatto in questa situazione, ma nemmeno i più corretti dal punto di vista giuridico. È però così che nella quotidianità ci si riferisce, di solito, a coloro che condividono uno soltanto dei genitori, naturalmente senza alcuna finalità dispregiativa. Termini come unilaterale e germano, utilizzati nel linguaggio giuridico, sono evidentemente estranei al linguaggio colloquiale di tutti i giorni e quasi nessuno li impiega nel parlare comune. Al di là di questo, fratellastri e sorellastre sono familiari a tutti gli effetti e non sono meno legati affettivamente tra loro rispetto a fratelli e sorelle che condividono entrambi i genitori. Anche dal punto di vista giuridico, il vincolo di parentela è perfettamente riconosciuto, anche per quanto riguarda le norme successorie.

Nell’ambito ereditario, tuttavia, c’è da dire che fratelli e sorelle non sono esattamente tra i primi soggetti per diritti successori. Lo stesso si ripercuote quindi anche su fratellastri e sorellastre, che di fatto sono ulteriormente svantaggiati. Tutto dipende dalla composizione del nucleo familiare del defunto, dall’eventuale testamento e anche dalle decisioni dei chiamati all’eredità. Questi ultimi sono i soggetti che per legge o testamento hanno diritto a una certa quota ereditaria. Bisogna inoltre tenere conto degli eventuali legittimari, coloro a cui l’eredità (peraltro in una misura minima predeterminata) non può mai essere negata. Gli eredi legittimari possono infatti agire in giudizio per ottenere la restituzione della parte mancante da parte di altri eredi o donatari. La quota di legittima è riservata soltanto ad alcuni soggetti molto vicini, almeno giuridicamente al defunto, ma vediamo come funziona per fratellastri e sorellastre.

Quando e quanto ereditano sorellastre e fratellastri

Sorellastre e fratellastri hanno diritto all’eredità quando nominati dal testamento e in alcuni casi anche per legge. Di regola, fratelli e sorelle sono chiamati all’eredità soltanto in assenza di parenti più prossimi, vale a dire senza figli, genitori e coniuge. Se è presente soltanto il coniuge superstite oppure soltanto i genitori (uno o entrambi) fratelli e sorelle hanno comunque diritto all’eredità, ma ovviamente in misura minore. La presenza dei figli del defunto, anche quando non ci sono coniuge e genitori, esclude automaticamente il diritto successorio di fratelli e sorelle, a meno che siano indicati nel testamento.

Si è anticipato che fratelli e sorelle non godono di particolari benefici nell’ambito successorio, ma non è questo l’unico motivo. Bisogna infatti sapere che fratelli e sorelle, a differenza del coniuge e dei figli (o in assenza di questi ultimi dei genitori del defunto) non sono eredi legittimari. Questo significa che il testamento può escluderli senza problemi dall’eredità anche quando per legge sarebbe stata devoluta loro o determinare l’assegnazione di una quota in maniera del tutto discrezionale.

Per effetto di ciò, l’eredità assegnata a fratelli e sorelle con il testamento deve rientrare nella quota disponibile del defunto, altrimenti i legittimari potrebbero pretenderne la restituzione (per soddisfare la pretesa ereditaria riconosciuta dalla legge). I legittimari non sono obbligati all’azione di riduzione della legittima, ma nemmeno possono rinunciarvi preventivamente. Ecco perché si tratta di uno sviluppo non prevedibile, visto che l’unico modo per escludere questi eredi dall’eredità è una sentenza di indegnità.

In ogni caso, fratelli e sorelle non godono di questo beneficio, ma fratellastri e sorellastre ricevono un trattamento ancora diverso. La normativa successoria definisce i fratelli con un solo genitore in comune fratelli unilaterali, mentre gli altri sono detti fratelli germani. Quando il genitore comune è la madre si parla di uterini, quando è il padre si dice che i fratelli sono consanguinei, ma questa differenza non rileva nel campo ereditario.

Comunque, fratellastri e sorellastre hanno diritto a metà della quota che la legge riserva ai fratelli germani. Questi ultimi hanno diritto alla quota rimanente sottratta l’eventuale quota ereditaria del coniuge o dei genitori, divisa in parti uguali. Il testamento, equivalente alla donazione fatta in vita, possono aumentare la quota nei limiti della legittima (su cui non c’è certezza). Se fratellastri e sorellastre sono eredi universali, invece, ognuno ha diritto alla medesima quota.

Attenzione comunque a non confondere la materia con la disciplina delle adozioni, che danno luogo a rapporti di parentela “pieni”. Se un fratellastro o sorellastra è stato adottato dall’altro coniuge si parla quindi di fratelli germani.

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