Escalation nella guerra del gas: cosa succede in Europa

Violetta Silvestri

27 Aprile 2022 - 09:59

La guerra in Ucraina si sta trasformando sempre di più in guerra del gas in Europa: le forniture sono state sospese in alcuni Paesi contrari ai pagamenti in rubli. Cosa sta succedendo davvero?

Escalation nella guerra del gas: cosa succede in Europa

Guerra del gas in Europa, con escalation allarmanti per i Paesi fortemente dipendenti da Mosca: queste le ultime novità che trapelano da quello che è ormai il secondo fronte del conflitto russo in Ucraina.

Le forniture di gas russe alla Polonia sono state interrotte stamane, 27 aprile, sollevando i timori che Putin, tramite Gazprom, possa chiudere i rubinetti energetici agli alleati dell’Ucraina in quello che chiama “ricatto del gas”.

C’è grande tensione in Europa: cosa sta succedendo?

Caos gas in Europa: Putin ha fermato le forniture? Cosa succede

Che il gas sia un’arma nella guerra russa in Ucraina è ormai certo. E che l’Europa, che sta combattendo a colpi di sanzioni contro Mosca a di forniture militari a Kiev, sia il bersaglio di Putin dopo l’Ucraina è altrettanto reale.

In questo contesto, Polonia e Bulgaria, membri Nato e Ue, avevano affermato ieri che la Russia avrebbe smesso di fornire loro gas mercoledì 27 aprile, nel mezzo di una frattura sempre più profonda tra Europa e Russia e come ritorsione per il rifiuto dei due Paesi di pagare in rubli le forniture.

La rete degli operatori di trasporto del gas dell’Unione Europea ha prima dichiarato che il carburante in Polonia è stato interrotto brevemente, ma in seguito ripristinato e aumentato dopo essere sceso a zero, come riferito stamane da Reuters.

Tuttavia, le ultime novità di queste ore dicono che Gazprom ha confermato di aver interrotto i flussi di gas verso Polonia e Bulgaria e che manterrà le forniture bloccate fino a quando i due Paesi non accetteranno la richiesta di Mosca di pagare il carburante cruciale in rubli.

La società statale polacca PGNiG aveva precedentemente dichiarato che le forniture del colosso energetico russo Gazprom - che copre circa il 50% del suo consumo nazionale - sarebbero state ridotte alle 8:00 di mercoledì, ma la Polonia ha affermato di non aver bisogno di attingere alle riserve e il suo stoccaggio di gas era pieno al 76%.

La giornata di oggi si apre quindi all’insegna della tensione, specialmente nel vecchio continente. Non a caso, l’euro ha toccato il livello più debole rispetto al biglietto verde dal 2017 con i timori che Mosca possa soffocare i flussi di gas verso l’Europa.

I mercati azionari europei scambiano deboli e i prezzi del gas in Europa sono in aumento, da quando i trader hanno calcolato il rischio che altri Paesi vengano colpiti successivamente dallo stop nelle forniture, alimentando le preoccupazioni per un ulteriore aumento dell’inflazione.

I futures olandesi di riferimento del gas sono saliti del 24% a 127,50 euro per megawattora stamane, il livello più alto dal 1 aprile.

Non solo Europa: i prezzi globali del gas verso l’impennata

Qualsiasi mossa di Mosca contro il gas diretto all’Europa avrà ripercussioni molto più ampie.

Gli importatori di gas naturale liquefatto in Asia, per esempio, si stanno preparando a prezzi spot più elevati poiché la mossa della Russia di tagliare alcune forniture all’Europa è pronta a rafforzare ulteriormente il mercato globale.

Si prevede che i tassi spot del Gnl dell’Asia settentrionale aumenteranno anche per i timori che l’Europa si riverserà su questo mercato. L’invasione russa sta esacerbando una crisi energetica mondiale, portando i prezzi del Gnl e del carbone a livelli record e aumentando i timori di inflazione.

L’Europa sta già ritirando la maggior parte della fornitura di gas naturale liquefatto di riserva dagli Stati Uniti e da altri esportatori vicini. Tuttavia, i terminali di importazione di Gnl europei stanno operando vicino alla capacità massima, il che potrebbe limitare la quantità di approvvigionamento spot in più che le utility della regione possono acquistare.

Inoltre, l’allarme Covid in Cina sta frenando la domanda del dragone, mentre acquirenti giapponesi della Corea del Sud sembrano riluttanti in acquisti maggiori per i prezzi troppo elevati.

Ad ogni modo, è caos gas. Per l’Europa e per il mercato mondiale.

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