In Europa attività economica in calo (a sorpresa): si intravede la recessione?

Violetta Silvestri

22/07/2022

I dati preliminari dei PMI della zona euro non hanno lasciato dubbi: l’attività economica europea sta diminuendo, con una contrazione inattesa. È il presagio della recessione?

In Europa attività economica in calo (a sorpresa): si intravede la recessione?

L’attività economica dell’Eurozona si è inaspettatamente contratta questo mese.

Un’accelerazione della flessione nel settore manifatturiero e un quasi stallo della crescita del comparto dei servizi hanno sorpreso le attese e peggiorato le previsioni future, con i costi crescenti che hanno spinto i consumatori a ridurre le spese.

I dati sottolineano la vulnerabilità dell’economia della zona euro, che sta affrontando un brusco ritiro degli stimoli dopo l’aumento di mezzo punto dei tassi di interesse della Banca centrale europea, il primo rialzo in più di un decennio.

“L’economia della zona euro sembra destinata a contrarsi nel terzo trimestre poiché l’attività commerciale è scivolata in declino a luglio e gli indicatori previsionali suggeriscono che il peggio arriverà nei prossimi mesi”, ha affermato Chris Williamson, capo economista aziendale di S&P Global.

Secondo gli esperti, escludendo i mesi di blocco della pandemia, la contrazione di luglio è la prima segnalata dal PMI da giugno 2013: l’Eurozona si sta avviando verso la recessione?

Eurozona in contrazione: l’allarme nei dati

Il Composite Purchasing Managers’ Index (PMI) di S&P Global sull’Eurozona, considerato un buon indicatore della salute economica generale, è sceso a 49,4 a luglio da 52,0 di giugno, ben al di sotto di tutte le previsioni di un sondaggio Reuters che prevedeva un calo più modesto a 51,0.

Il PMI che copre l’industria dei servizi dominante del blocco è sceso a un minimo di 15 mesi di 50,6 a luglio da 53,0, al di sotto di tutte le previsioni del sondaggio Reuters che indicavano un calo a 52,0.

La crisi del costo della vita ha tenuto i consumatori diffidenti, facendo ridurre le spese non essenziali, quindi l’indice delle nuove imprese dei servizi è sceso a 48,4 da 51,8, il livello più basso da febbraio dello scorso anno.

Da ricordare che una lettura inferiore a 50 indica una contrazione e la stima preliminare di luglio è la più bassa da febbraio 2021. La flessione è stata determinata dal peggioramento della produzione industriale e da un quasi stallo della crescita del settore dei servizi. Gli economisti si aspettavano una lieve espansione.

“Una forte perdita di nuovi ordini, arretrati di lavoro in calo e aspettative aziendali più cupe indicano tutti che il tasso di declino sta prendendo ulteriore slancio”, ha affermato Chris Williamson, economista di S&P Global. “La maggiore preoccupazione è la difficile situazione della produzione, dove i produttori riferiscono che le vendite inferiori al previsto hanno portato a un aumento senza precedenti delle scorte invendute.”

I dirigenti di fabbrica sono diventati pessimisti per l’anno a venire e l’indice di produzione futura è sceso a 49,7 da 51,5.

“Le aspettative delle imprese per l’anno a venire nel frattempo sono scese a un livello raramente visto negli ultimi dieci anni poiché crescono le preoccupazioni sulle prospettive economiche, alimentate in parte dalle crescenti preoccupazioni sull’approvvigionamento energetico e sull’inflazione, ma anche riflettendo condizioni finanziarie più rigide”, ha sottolineato Williamson.

Eurozona a rischio recessione: quale ruolo ha la Bce?

I segnali di rallentamento della crescita rafforzeranno il coro crescente di economisti che prevedono una recessione nel blocco valutario a 19 membri entro la fine dell’anno.

Le forniture di energia sono una delle principali preoccupazioni, poiché la Russia riduce i flussi di gas naturale in risposta alle sanzioni occidentali sull’invasione dell’Ucraina. Inoltre, la Bce ha alzato i tassi di interesse più del previsto, confermando che i timori per l’inflazione incontrollata ora prevalgono sulle considerazioni inerenti la crescita.

Christine Lagarde ha affermato che è importante evitare che le aspettative di prezzi più elevati si rafforzino, anche se ha ammesso che l’economia si sta indebolendo e che l’outlook è offuscato per la zona euro.

Secondo un rapporto trimestrale pubblicato venerdì, gli economisti intervistati dalla Bce all’inizio di questo mese hanno ridotto le loro prospettive di crescita per il prossimo anno all’1,5% dal 2,3%. Hanno anche alzato la stima dell’inflazione a più lungo termine al 2,2%.

C’è forte apprensione per come si evolverà la situazione economica europea. Con l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce in un momento in cui il contesto della domanda è quello che normalmente vedrebbe un allentamento della politica, costi di finanziamento più elevati si aggiungeranno inevitabilmente ai rischi di recessione, stando alla valutazione di S&P Global.

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