Europa-Cina, si accende lo scontro sulle auto elettriche. Cosa accadrà?

Violetta Silvestri

13 Settembre 2023 - 12:15

L’Europa avvierà un’indagine sulle sovvenzioni alle auto elettriche cinesi: è la prova di una sfida aperta e agguerrita dell’Ue contro Pechino. Cosa accadrà con la mossa europea?

Europa-Cina, si accende lo scontro sulle auto elettriche. Cosa accadrà?

L’Europa è pronta a dare battaglia alla Cina sul settore strategico delle auto elettriche: lo ha annunciato Ursula von der Leyen nel suo ultimo discorso sull’Unione.

Nel dettaglio, a sorpresa c’è stato il lancio di un’inchiesta antisovvenzioni riguardo ai veicoli elettrici cinesi. “L’Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso”, ha sottolineato la presidente della Commissione europea.

L’indagine sarà avviata in un momento molto delicato a livello geopolitico e per la definizione dei rapporti Europa-Cina e nonostante i timori di ritorsioni da parte del dragone, segno quindi di un crescente allarme sulla capacità dei produttori europei di competere con l’industria cinese.

L’annuncio inaspettato conferma l’ennesimo ostacolo sulla strada delle relazioni tra Bruxelles e Pechino, dopo che gli Stati Uniti e l’Europa hanno concordato alla fine di maggio di ridurre la loro dipendenza dalla Cina, invece di tagliare completamente i legami.

In questo contesto di tensione e cambiamenti, cosa significa l’inizio di questa battagli europea contro i cinesi nel settore delle auto elettriche? Cosa ha detto von der Leyen.

Europa-Cina, inizia la sfida sulle auto elettriche

Le parole di Ursula von der Leyen sono state chiare sulla posizione europea nei confronti della Cina:

“Attualmente però i mercati globali [delle auto elettriche] sono invasi da automobili elettriche cinesi a buon mercato, i cui prezzi sono mantenuti bassi artificialmente grazie a ingenti sovvenzioni statali. Queste pratiche causano distorsioni sul nostro mercato. E come non le accettiamo quando provengono dall’interno, così non le accettiamo neppure dall’esterno.”

Da queste basi, si avvierà l’indagine Ue. Da ricordare che secondo la Commissione un’indagine antisovvenzioni deve imporre eventuali misure entro 13 mesi dall’avvio. Le misure provvisorie devono essere attivate entro nove mesi, seguite da quattro mesi per stabilire misure definitive se legalmente giustificate.

L’indagine potrebbe costituire uno dei più grandi casi commerciali avviati dalle istituzioni comunitarie, mentre l’Ue cerca di impedire che si ripeta ciò che è accaduto alla sua industria solare all’inizio degli anni 2010, quando i produttori fotovoltaici indeboliti dalle importazioni cinesi a basso costo sono andati in insolvenza.

Se ritenuti in violazione delle regole commerciali, i produttori potrebbero essere colpiti da tariffe punitive.

Nel mirino europeo c’è il tema della competitività industriale del continente, oscurata dal dragone soprattutto in questo settore chiave per la transizione energetica. La Cina ospita un gran numero di produttori di veicoli elettrici sostenuti da incentivi statali sia per l’industria che per gli acquirenti, e molte delle sue aziende emergenti devono ancora generare profitti in modo consistente.

Le case automobilistiche europee si sono rese conto di dover combattere per produrre veicoli elettrici a basso costo e cancellare il vantaggio della Cina nello sviluppo di modelli più economici e più adatti ai consumatori.

Intanto, i cinesi stanno intensificando gli sforzi per espandere i mercati esteri mentre la competizione interna si intensifica e la crescita interna si attenua. Secondo la China Passenger Car Association (CPCA), le esportazioni automobilistiche dal dragone sono aumentate del 31% ad agosto dopo un balzo del 63% a luglio.

Secondo la società di consulenza automobilistica Inovev, dei nuovi veicoli elettrici venduti in Europa quest’anno, l’8% è stato prodotto da marchi cinesi, rispetto al 6% dello scorso anno e al 4% nel 2021.

Le azioni dei produttori cinesi di veicoli elettrici sono crollate dopo l’annuncio dell’Ue. Prima della notizia le azioni BYD erano scambiate in rialzo del 4,5%, per poi chiudere in ribasso del 2,8%. Nio è sceso dell’1% e Xpeng del 2,5%.

Europa contro Cina: sulle auto elettriche per ora vince Pechino

Le case automobilistiche cinesi, tra cui BYD e il nuovo concorrente Nio Inc., si stanno effettivamente preparando ad aumentare le vendite in Europa con una gamma di modelli elettrici a prezzi competitivi che, in caso di successo, colpiranno i produttori del mercato di massa come Stellantis NV e Volkswagen.

BYD, che quest’anno ha detronizzato Volkswagen come marchio automobilistico più venduto in Cina, si è espanso in circa 15 paesi in Europa. Il suo SUV crossover Atto 3 è stato il veicolo elettrico più venduto in Svezia a luglio. L’azienda prevede di offrire nuovi modelli tra cui la berlina Seal, che partirà da circa 45.000 euro in Germania quando sarà in vendita entro la fine dell’anno. Ciò la mette in diretta concorrenza con la Model 3 di Tesla e molte auto della Volkswagen.

Nio ha dichiarato che la sua azienda e altri produttori cinesi di veicoli elettrici hanno un vantaggio in termini di costi di circa il 20% rispetto a rivali come Tesla, proprio grazie al controllo della Cina sulla catena di approvvigionamento e sulle materie prime.

Molte delle più grandi case automobilistiche europee hanno lanciato l’allarme sulle importazioni cinesi, affermando che i minori costi di energia e manodopera danno loro un vantaggio rispetto ai modelli europei.

Il proprietario della Peugeot Stellantis, la seconda casa automobilistica europea, ha dichiarato che sta valutando la possibilità di costruire veicoli elettrici più economici fuori dall’Europa e di importarli, per competere con i modelli cinesi.

Non è un caso, quindi, che quest’anno l’Ue abbia condotto una revisione temporanea delle sue norme sugli aiuti di Stato per contrastare i massicci sussidi forniti da Stati Uniti e Cina, soprattutto nelle tecnologie verdi.

Il blocco è particolarmente preoccupato per le pratiche economiche della Cina, invitando Pechino ad aprire il suo mercato per riequilibrare le relazioni commerciali bilaterali e mettendo in atto nuovi strumenti per affrontare le pratiche coercitive della Cina nei confronti di paesi tra cui la Lituania.

Con una precisazione, però, che è molto importante: “...è essenziale mantenere aperta la porta della comunicazione e del dialogo con la Cina. Vi sono infatti anche temi su cui possiamo e dobbiamo cooperare. Ridurre i rischi senza disaccoppiarsi: questo sarà il mio approccio con i leader cinesi al vertice Ue-Cina alla fine di quest’anno”, ha ribadito von der Leyen.

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