Europa in contrazione, Pil Italia a +0,3% II trimestre. Cosa raccontano gli ultimi dati

Violetta Silvestri

04/10/2023

Come leggere gli ultimi dati macro su Europa e Italia? Tutti i numeri su una ripresa ancora incerta e con segnali di preoccupazione per la domanda di consumo.

Europa in contrazione, Pil Italia a +0,3% II trimestre. Cosa raccontano gli ultimi dati

Dati macroeconomici su Europa e Italia in primo piano.

L’economia della zona euro probabilmente ha subito una contrazione nell’ultimo trimestre, secondo un sondaggio che mostra che la domanda è scesa a settembre al ritmo più veloce in quasi tre anni, poiché i consumatori indebitati hanno frenato la spesa a fronte dell’aumento dei costi di finanziamento e dell’aumento dei prezzi.

In Italia, l’Istat ha indicato un Pil a +0,3% nel secondo trimestre su base annuale e una diminuzione dello 0,4% rispetto ai 3 mesi precedenti.

Come leggere i dati e perché i segnali sono più critici che ottimisti.

Europa e Italia sotto la lente dei dati: quale crescita?

L’indice Composite Purchasing Managers’ Index (PMI) finale dell’HCOB, compilato da S&P Global e considerato un buon indicatore della salute economica generale, è salito a 47,2 a settembre dal 46,7 di agosto in Eurozona.

Il valore è inferiore alla soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione per il quarto mese consecutivo, anche se appena al di sopra della stima preliminare di 47,1.

L’indagine ha mostrato che la flessione è stata generalizzata poiché, come in agosto, la produzione è diminuita sia nel settore dei servizi che in quello manifatturiero.

Nel frattempo, le vendite al dettaglio nella zona euro sono scese molto più del previsto ad agosto, come hanno evidenziato i dati ufficiali, indicando una domanda al consumo più debole mentre l’inflazione rimane elevata.

“Il calo delle vendite al dettaglio in agosto e la debolezza dei Pmi finali di settembre sono coerenti con la nostra visione secondo cui l’economia della zona euro entrerà in recessione nella seconda metà del 2023”, ha affermato Franziska Palmas di Capital Economics.

Nel dettaglio delle singole economie europee, l’attività del settore dei servizi tedesco è aumentata a settembre, ma in Francia l’industria si è contratta al ritmo più rapido in quasi tre anni.

Il settore dei servizi italiano ha subito una lieve contrazione a settembre per il secondo mese, anche se quello spagnolo ha mostrato una certa resilienza e si è espanso leggermente dopo il calo di agosto.

In Gran Bretagna, al di fuori dell’Unione Europea, le società di servizi hanno subito una flessione meno grave di quanto inizialmente temuto, riflettendo un calo inaspettato dell’inflazione e la decisione della Banca d’Inghilterra di lasciare i tassi di interesse invariati.

Infine, l’Istat ha acceso i riflettori sul Pil italiano del II trimestre 2023, mettendo in evidenza una diminuzione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e una crescita dello 0,3% nei confronti del secondo trimestre del 2022 (la stima aveva previsto un +0,4%).

I consumi finali nazionali hanno mostrato una stazionarità, mentre gli investimenti fissi lordi sono calati del l’1,7%. Stabili anche le importazioni, ma non le esportazioni che hanno subito un -0,6%.

Da segnalare anche che “il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dello 0,2%” secondo Istat. In più, considerando prezzi stazionari, il potere di acquisto ha subito un ribasso dello 0,2% sul trimestre precedente.

Sono, in generale, segnali di un contesto economico ancora incerto.

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