La produzione industriale dell’Eurozona continua a diminuire più del previsto. Esiste una soluzione per rilanciare l’economia europea?
La Germania, la Francia e l’Eurozona hanno perso potenza industriale a luglio, secondo i nuovi dati rilasciati lunedì. La spirale discendente è iniziata a metà del 2021, subito dopo la ripresa della pandemia Covid.
L’indice dei responsabili degli acquisti (PMI) misura la produzione e lo stato di salute della produzione. È suddiviso nei settori dei servizi e manifatturiero. 50 punti è considerata la misura del pareggio, in cui l’economia produce servizi e beni sufficienti per evitare la contrazione.
Il PMI manifatturiero di France è sceso a 44,5 a luglio. La Germania ha visto un forte calo a 38,8. In generale, il PMI composito dell’Eurozona (ovvero per entrambi i settori) è sceso più del previsto a 48,9.
Questi numeri segnalano una maggiore debolezza nell’industria del blocco euro, aumentando la probabilità di una recessione a lungo termine. L’Eurozona, in effetti, è già caduta in una recessione tecnica a giugno.
«Il settore manifatturiero continua ad essere il tallone d’Achille dell’Eurozona», ha dichiarato il capo economista della Hamburg Commercial Bank Cyrus de la Rubia. «I produttori hanno nuovamente ridotto la loro produzione a un ritmo accelerato a luglio, mentre l’attività del settore dei servizi è ancora in espansione, anche se a un ritmo molto più lento rispetto all’inizio dell’anno.»
Ha aggiunto che, poiché il settore dei servizi continua a perdere slancio, l’economia probabilmente entrerà ulteriormente in contrazione.
La soluzione della BCE: una rapida recessione
Il declino industriale dell’Europa è causato dalla guerra energetica contro la Russia. La mancanza di gas russo a buon mercato e l’indisponibilità immediata di nuove fonti ostacola la crescita della produzione europea.
Inoltre, come ha osservato la Banca centrale europea (BCE), la crisi è causata anche dall’aumento dei prezzi e dall’inflazione persistente. L’inflazione core misura i prezzi al consumo senza beni volatili ed è stabile nell’Eurozona.
L’inflazione core dell’UE a luglio è 7,7%, lontano dall’obiettivo del 2% della BCE. Nonostante la stretta monetaria senza precedenti della BCE, i tassi di interesse non sono stati aumentati a sufficienza.
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Il rischio inflazione è davvero scongiurato?
Il presidente della BCE Christine Lagarde ha chiarito che i tassi di interesse continueranno a salire a luglio, con un possibile aumento anche a settembre.
Gli aumenti dei tassi hanno fatto precipitare l’Eurozona in recessione, ma sono necessari per combattere l’inflazione. Apparentemente, tuttavia, l’inflazione non può essere sradicata senza un forte investimento manifatturiero, di per sé impossibile quando i tassi di interesse sono elevati.
L’Unione Europea (e il Regno Unito) sono bloccati in un circolo vizioso simile alle peggiori paure degli economisti: la stagflazione. Una situazione in cui i prezzi sono alti ma l’economia non cresce.
In combinazione con l’estate più calda nella storia e la guerra in Ucraina senza fine in vista, l’Europa sembra condannata al peggio per il futuro prossimo.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-07-24 11:54:25. Titolo originale: EU’s industrial output declines: what is stagflation and can Europe fall into one?
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