Anche dopo il terzo taglio del 2019 al costo del denaro, il presidente Trump continua la sua lotta a distanza con la banca centrale guidata da Jerome Powell.
Al pari del comunicato finale e della conferenza stampa, il commento di Donald Trump alle decisioni annunciate dalla Federal Reserve fa ormai parte, a pieno diritto, degli appuntamenti imperdibili della due giorni di riunioni del FOMC (Federal Open Market Committee), il braccio operativo dell’istituto con sede a Washington.
Se di solito l’inquilino della Casa Bianca ci ha abituato a commentare la decisione della Fed in diretta, questa volta è stato invece necessario attendere un po’ di più.
Trump: critiche con vista elezioni
Sempre critico, da candidato si lamentava delle politiche espansive della Banca centrale, da presidente non perde occasione per denunciarne, a suo dire, il rigore, Trump questa volta aveva giocato d’anticipo, twittando prima del comunicato ufficiale.
“Se non abbassa i tassi e non stimola l’economia la Federal Reserve non fa il suo dovere”, aveva detto il Potus. “La Fed è stata troppo veloce nell’alzare i tassi e troppo lenta nel tagliarli!”.
Nonostante anche nel corso della riunione della Federal Reserve di ieri, 30 ottobre 2019, l’istituto guidato da Jerome Powell abbia ridotto, per la terza volta nell’anno corrente, il costo del denaro di 25 punti base portandolo all’1,5-1,75 per cento (Riunione Fed: abbiamo assistito all’ultimo taglio del 2019?), the Donald non ha perso occasione per esprimere la sua amarezza.
Forse, da bravo negoziatore, ha capito, giustamente, che potremmo trovarci davanti ad una possibile pausa nel processo di allentamento, e quindi cerca di spronare al massimo Powell e compagni a non interrompere i tagli al costo del denaro.
Inoltre le critiche alla Fed servono anche per creare un “nemico” a cui addebitare un ulteriore rallentamento della prima economia. Anche perché, le elezioni del 2020 sono più vicine di quanto si creda.
Trump: cittadini sono infuriati con la Fed
“I cittadini –riporta il profilo Twitter di Trump- sono MOLTO (maiuscolo del Potus, ndr) arrabbiati con Jay Powell e la Federal Reserve. La Fed ha sbagliato sin dall’inizio: troppo veloce (ad incrementare i tassi, ndr) e troppo lenta (nell’abbassarli, ndr)”.
“L’andamento del dollaro e i tassi stanno penalizzando il nostro comparto manifatturiero: dovremmo avere tassi più bassi della Germania, del Giappone e di tutti gli altri”.
“Siamo, di gran lunga, il più grande Paese ma la Fed ci pone in posizione di svantaggio competitivo.
La Cina non è un nostro problema, la Fed lo è! “. “Vinceremo in qualsiasi caso”, ha concluso Trump.
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