Forte recupero dell’S&P500 negli ultimi due mesi, con un’accelerazione nella seconda metà di luglio. Il peggio è passato?
Il primo semestre dell’anno, lo abbiamo detto più volte, è stato particolarmente negativo per il mercato azionario. Per la precisione, il peggior semestre dagli anni ’70.
Le azioni hanno infatti scontato una serie di elementi potenzialmente molto nefasti. L’inflazione elevata e in crescita, la guerra in Ucraina, la distruzione di consolidate catene del valore, la forte accelerazione dei prezzi “energetici", le Banche Centrali intenzionate ad alzare i tassi e, più recentemente, lo spettro della recessione.
Un mix letale che ha colpito duro sui mercati, ma i mercati guardano sempre avanti e l’andamento degli ultimi due mesi lascia intendere che gli operatori sono tornati ottimisti.
Mercato azionario in rally da giugno
Esattamente alla metà di giugno, l’indice S&P500 ha toccato un minimo di periodo a 3.666 punti circa. Oggi, mentre stiamo scrivendo, l’indice quota 4.124 punti. In due mesi, il principale indice americano ha guadagnato circa il 12%.
A luglio, poi, c’è stata un’accelerazione. Dalla metà del mese ad oggi, in meno di 20 sedute di Borsa, l’indice ha guadagnato quasi il 9%.
Il rialzo dell’S&P500 non è stato isolato. Il Nasdaq in due mesi ha guadagnato addirittura quasi il 20%, l’Eurostoxx50 da luglio ad oggi quasi il 10%, il Nikkei sempre il 10% ma in un mese e mezzo.
Insomma, il rialzo è ampio e diffuso, soprattutto sui mercati maturi e sviluppati. Più indietro, per ora, i mercati emergenti.
Il rialzo ha fatto recuperare gran parte delle perdite da inizio anno: l’indice S&P500, che era arrivato a perdere il 23%, ora limita la discesa ad un -14%. E per noi europei, considerando l’effetto cambio favorevole, la perdita da inizio anno in euro su un indice S&P500 sarebbe addirittura limitata ad un -4%.
Insomma, la situazione del mercato azionario sembra aver decisamente svoltato.
Tutto oro ciò che luccica? Il ruolo del sentiment
Un aspetto importante e di cui abbiamo già parlato ha a che fare con il sentiment degli operatori. Quando il sentiment è molto positivo, è probabile che gli operatori abbiano già comprato e quindi ci si può aspettare qualche discesa dovuta a prese di profitto. Per contro, quando il sentiment è negativo, le posizioni sono state già ridotte e non c’è più molto spazio per le vendite. Per contro, eventuali nuovi acquisti anche limitati da parte di qualche operatore spingono facilmente il mercato verso l’alto.
Nella prima parte dell’anno, il sentiment era rapidamente mutato in negativo o fortemente negativo. Non è quindi da escludere che, al momento, questo rialzo sia una reazione ad un pessimismo forse eccessivo e comunque ampiamente diffuso. Non è detto, insomma, che i fondamentali siano tali da sostenere un rialzo duraturo.
Eppure qualcosa di positivo all’orizzonte si vede
Ci sono però degli elementi che lasciano ben sperare come il drastico calo dei prezzi energetici, con il petrolio sceso sotto i 90$. A giugno avevamo toccato i 122$.
La guerra in Ucraina è in stallo. Non che stia per finire, anzi potrebbe durare ancora a lungo. Ma ora le posizioni delle parti si sono stabilizzate. Soprattutto, con l’inflazione che potrebbe iniziare a scendere o quantomeno a stabilizzarsi, potrebbe non essere più necessaria un’azione troppo incisiva delle Banche Centrali.
Quindi per ora il rialzo è probabilmente da ascrivere ad aspetti tecnici. L’autunno ci dirà se il peggio è veramente alle spalle e se può iniziare un nuovo ciclo positivo per i mercati.
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