Il 97% delle aziende fintech è decisa ad assumere nuovo personale nei prossimi due anni nonostante la crisi. Le figure più ricercate sono gli sviluppatori di software e i business developer.
Il settore fintech in Italia è in rapida ascesa, molte aziende perciò hanno deciso di assumere e rinforzarsi puntando sul capitale umano. Secondo quanto riportato nel report Fintech Waves, realizzato da EY in collaborazione con Fintech District, il 97% delle aziende fintech sul territorio italiano assumeranno nuovo personale entro il 2025.
Questa scelta va in controtendenza rispetto a molti settori, incluso quello tecnologico che, dopo aver assunto molti professionisti negli ultimi anni, è dovuto ricorrere a licenziamenti di massa per non danneggiare irrimediabilmente i propri bilanci.
Fintech: le aziende vogliono assumere personale qualificato
Le aziende fintech vogliono effettivamente assumere, tuttavia le figure desiderate sono molto difficili da trovare. I profili in assoluto più ricercati sono lo sviluppatore software/web (68%) e il business developer (42%).
Essendo i più desiderati, gli sviluppatori di software e applicazioni web sono anche difficili da trovare. Ciò è affermato dal 55% delle aziende intervistate, che poi menzionano anche gli esperti di machine learning (38%) e quelli di analisi dei dati (31%).
In generale, il 61% delle aziende fintech italiane intervistate ha affermato che sul territorio c’è una mancanza di personale con competenze specifiche necessarie per il settore.
Fintech: in Italia l’ambiente è giovane e inclusivo
Il rapporto mette in evidenza anche chi sono le figure che lavorano all’interno del settore fintech in Italia. Da quanto emerge, il numero medio di dipendenti nelle startup è 55, ma il 43% è formato da team che hanno da 1 a 10 dipendenti; mentre soltanto il 12% ha tra i 100 e gli 800 impiegati.
Nell’86% dei casi, il team è composto per oltre il 50% da uomini. Tuttavia, il 46% delle fintech ha al suo interno una componente femminile che va dal 30% al 50% del personale.
L’ambiente è piuttosto giovane: secondo i dati disponibili la fascia d’età media più popolare è quella 27-32 (53%), seguita da quella 32-40 (36%). I percorsi accademici più comuni per fare carriera nel settore fintech sono economia e informatica, mentre per adesso soltanto il 6% ha un background umanistico.
Fintech: la crescita non si ferma
Il settore fintech è cresciuto rapidamente nel corso degli scorsi anni e sembra non fermarsi. A partire dal 2016 i finanziamenti raccolti sono cresciuti con un tasso di crescita composto annuale del 60%, raggiungendo 1.040 milioni di euro nel 2022, una cifra molto più alta se paragonata ai 247 milioni del 2020.
La raccolta dei finanziamenti si è dimostrata però molto polarizzata, con il 94% dei finanziamenti ottenuti dalle fintech con raccolta superiore ai 100 milioni e con fatturato annuale superiore ai 5 milioni.
I settori che hanno mandato i segnali più incoraggianti dal punto di vista della crescita sono quello dell’insurtech, dei pagamenti e del lending.
Il settore dei pagamenti ha raccolto più fondi di tutti, grazie soprattutto alla nascita dei due unicorni italiani Scalapay e Satispay. seguito dalle neobank.
Diminuiscono inoltre le startup fintech in early stage (-25%), mentre aumentano quelle in early growth (37%), il che dimostra come l’ecosistema fintech italiano stia progressivamente maturando.
Dal punto di vista del fatturato annuo, il 24% delle fintech ha superato i 5 milioni di euro. Inoltre, sono diminuite dal 62% al 41% le aziende del settore che fatturano meno di 500 mila euro l’anno. Il 44% delle fintech mostra una valutazione post-money superiore ai 10 milioni di euro.
Per crescere, come abbiamo visto, le fintech hanno bisogno di finanziamenti. Quasi una fintech su cinque afferma di fare affidamento su fondi di venture capital internazionali, mentre diminuiscono (da 24% a 15%) coloro che ricorrono alle proprie finanze personali.
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Compliance sempre più importante per le aziende fintech
Le aziende dimostrano di prestare sempre maggiore attenzione agli aspetti legati alla compliance. In particolare, l’87% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere al proprio interno una figura che si occupa di questo aspetto; nel 56% dei casi è un dipendente, mentre il 31% delle aziende si affidano ad altre realtà esterne.
Anche questo settore può essere molto interessante e attirare nuove risorse, specialmente quelle che hanno studiato materie giuridiche e che di conseguenza possono avere le competenze necessarie per lavorare in questo ambito.
Insomma, tutto questo fa pensare che il settore fintech sia diventato davvero attraente per gli investitori e che possa diventarlo anche per i giovani, sempre in cerca di realtà stimolanti, adatte per metterli alla prova e farli crescere.
Per fare in modo che essi vengano assunti però, è necessario che apprendano quelle competenze che sono necessarie per lavorare nel settore e che sono sempre più difficili da trovare.
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