Fiscalità di vantaggio per il Sud: il taglio del costo del lavoro confermato per il 2021

Rosaria Imparato

19/10/2020

Fiscalità di vantaggio per il Sud: dal 1° ottobre è in vigore il taglio del costo del lavoro, misura prevista dal decreto Agosto. La misura è stata prorogata per il 2021 dalla Legge di Bilancio. Le aziende che hanno sede nelle Regioni del Sud Italia pagano il 30% dei contributi in meno ai lavoratori già assunti o nuovi: ecco come funziona.

Fiscalità di vantaggio per il Sud: il taglio del costo del lavoro confermato per il 2021

Fiscalità di vantaggio per il Sud in vigore dal 1° ottobre: come funziona? La misura consiste in una riduzione dei contributi del 30% per tutti i lavoratori già assunti o nuovi: i contributi vengono avanzati dallo Stato e quindi non gravano né sulle imprese né sullo stipendio dei dipendenti.

L’impegno del Governo è di estendere la misura fino al 2029, e visto che almeno inizialmente la riduzione dei contributi avverrà grazie al temporary framework della Commissione Europea in materia di aiuti di Stato, il principale interlocutore è Bruxelles.

Dalle prime interlocuzioni, sembra che l’Europa sia disponibile a estendere la fiscalità di vantaggio per le imprese del Sud grazie al suo inserimento nel più ampio quadro di riforma previsto dal Piano Sud 2030.

Una misura del genere infatti può dare i frutti sperati solo se rimane costante e duratura nel tempo, in modo da permettere investimenti e pianificazione nella riorganizzazione delle imprese.

Un primo passo è stato fatto con la Legge di Bilancio: vediamo quanti fondi sono stati stanziati e le novità in arrivo.

Fiscalità di vantaggio per il Sud: al via il taglio del costo del lavoro per il 2020

Dal 1° ottobre è entrata in vigore la fiscalità di vantaggio per il Sud, basata sul taglio del costo del lavoro senza andare a inficiare gli stipendi dei dipendenti.

La misura è prevista dal decreto Agosto, che ha stanziato 1 miliardo per il 2020 e 4 miliardi per gli anni successivi. Cosa prevede quest’agevolazione fiscale? Si tratta del taglio del 30% dei contributi a carico delle imprese per i dipendenti (nuovi e già assunti) la cui sede si trova in una Regione del Sud Italia (Umbria, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia).

La misura è in vigore dal 1° ottobre al 31 dicembre 2020, ma secondo quanto comunicato dal Consiglio dei Ministri il 18 ottobre, nella Legge di Bilancio la misura viene portata a regime grazie a uno stanziamento di 13,4 miliardi nel triennio 2021-2023 e prorogato per il 2021 il credito di imposta per gli investimenti nelle Regioni del Meridione.

Previa autorizzazione della Commissione Europea, la fiscalità di vantaggio verrà confermata in modo decrescente negli anni, ovvero:

  • del 30% fino al 2025;
  • del 20% fino al 2027;
  • del 10% fino al 2029.

Oltre a potenziare le assunzioni, questa tipo di fiscalità ha come obiettivo l’emersione del lavoro nero, attrarre nuovi investimenti nelle Regioni dell’Italia meridionale colmando così il grave divario con il resto del Paese e dell’Europa.

Nel Sud infatti l’economia si è mai davvero ripresa dai tempi della Grande Recessione, e la crisi da Coronavirus non ha fatto altro che peggiorare ancora di più la situazione.

Fiscalità di vantaggio per il Sud: serve piano a lungo termine

Per fare in modo che si raggiungano gli obiettivi previsti, però, è necessario che la misura venga confermata anche per gli anni a venire.

Il presidente nazionale della Fapi (Fondo formazione piccole e medie imprese) Gino Sciotto ha dichiarato in una nota:

“La defiscalizzazione del costo del lavoro non può durare solo tre mesi, chiediamo che la riduzione del carico contributivo del 30% per tutti i lavoratori duri almeno tre anni. La misura che parte oggi, deve essere considerata una sperimentazione con l’opzione della proroga, anche per verificare gli effetti che avrà in termini di ricaduta occupazionale. Le aziende che operano nelle regioni del Mezzogiorno verseranno meno contributi per tutti i loro dipendenti o se vorranno assumerne di nuovi, dunque, è evidente che si tratta di uno stimolo importante per il tessuto produttivo che contribuirà al rilancio occupazionale, dopo la pandemia che ha determinato la perdita di miglia di posti di lavoro in particolare nel settore turistico e alberghiero.”

Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano è al lavoro affinché questa misura (che può essere una strategia per evitare il collasso dell’occupazione) non sia l’unica messa a disposizione per l’Italia meridionale. Ha infatti dichiarato a Radio anch’io:

“Noi veniamo da anni di disinvestimenti nel Sud che ha aggravato la questione meridionale e questo ha una conseguenza in tutto il Paese. Oggi scatta la fiscalità di Vantaggio per il lavoro per le imprese che lavorano nel Mezzogiorno. Il Sud ha meno infrastrutture, meno servizi e questo ha un costo per imprese e Mezzogiorno. La fiscalità di Vantaggio non è la soluzione, servono altre politiche, tre mesi non bastano, ma stiamo lavorando per prolungarla per i prossimi anni.”

Un primo passo è stato compiuto con la Legge di Bilancio 2021: la situazione resta da monitorare anche nei prossimi mesi.

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