Nel suo discorso al Senato Draghi ha parlato anche del Fisco, sia di quello che è stato fatto sull’Irpef, che delle prossime misure sugli stipendi e sull’Irap. Nessuna novità sulla flat tax.
Sono ore concitate queste di mercoledì 20 luglio. Draghi è andato al Senato a spiegare i motivi per cui la settimana scorsa ha rassegnato le proprie dimissioni, poi non accettate da Mattarella. Nel suo discorso c’è stato ampio spazio per il fisco: complesso e spesso iniquo, il governo Draghi non ha alzato le tasse agli italiani e anzi, ed è già intervenuto con la legge di Bilancio.
Draghi ha ribadito la necessità di uno sforzo di trasparenza. Inoltre, ha ricordato le scadenze da rispettare per ottenere i fondi del Pnrr. Dal superbonus 110% al taglio delle aliquote Irpef, vediamo cosa ha detto Draghi e qual è il suo programma relativo al fisco.
Taglio dell’Irpef e superamento dell’Irap: cosa c’è nel programma fiscale di Draghi
Nel programma di Draghi, qualora l’esperienza di governo dovesse continuare, c’è un ulteriore taglio delle aliquote Irpef con un occhio particolare per i redditi medio-bassi, il superamento dell’Irap, e una razionalizzazione dell’Iva. Nel discorso che ha fatto al Senato, invece, nessun riferimento alla flat tax, cara alla Lega (la tassa piatta del 15% applicata alle partite Iva con ricavi e compensi fino a 65mila euro annui. Questo mancato riferimento alla tassa piatta non è sfuggito alla Lega. Gusmeroli e Bitonci hanno dichiarato:
“Siamo stupiti dal discorso del presidente Draghi: nessun accenno a flat tax e pace fiscale nonostante 50 milioni di cartelle esattoriali già partite o in partenza che rappresentano un’emergenza nazionale”
In realtà non è proprio così, visto che l’Agenzia delle Entrate ha accolto le richieste dei professionisti, ampliando il periodo della tregua estiva. La sospensione dell’invio delle lettere e degli avvisi dei controlli inizierà l’ultima settimana di luglio. Gli avvisi cominceranno a essere nuovamente spediti dalla seconda settimana di settembre.
Fondamentale anche un intervento sulla Riscossione, sollecitato più volte dallo stesso direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini:
“In Italia l’Agenzia delle Entrate-Riscossione conta 1.100 miliardi di euro di crediti residui, pari a oltre il 60% del prodotto interno lordo nazionale, una cifra impressionante. Dobbiamo quindi approvare al più presto la riforma fiscale, che include il completamento della riforma della riscossione, e varare subito dopo i decreti attuativi.”
Draghi e il superbonus 110%
Il presidente Draghi non ha mai nascosto la necessità di dover intervenire sul superbonus 110%. Si punta ad «affrontare le criticità nella cessione dei crediti fiscali, riducendo al contempo la generosità dei contributi».
Lo scenario, qualora il governo Draghi dovesse andare avanti, prevede lo sblocco della cessione dei crediti, ma anche la riduzione gli importi dei bonus edilizi.
Il programma di Draghi per aumentare gli stipendi e le pensioni
Il programma di Draghi prevede anche degli interventi “sociali”, per fare in modo di aumentare gli importi sia degli stipendi che delle pensioni. La prima misura prevede un ulteriore taglio del cuneo fiscale, per ridurre il carico sui lavoratori. Rimanendo in tema di stipendi, c’è stato anche un riferimento al salario minimo, per garantire “livelli salariali dignitosi alle fasce di lavoratori più in sofferenza”.
Anche il reddito di cittadinanza “è una misura importante per ridurre la povertà, ma può essere migliorato per favorire chi ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro”.
Infine, c’è bisogno di una “riforma delle pensioni, che garantisca meccanismi di flessibilità in uscita in un impianto sostenibile, ancorato al sistema contributivo”.
Ddl Concorrenza: taxi e concessioni balneari
Tra le condizioni poste da Draghi per continuare a governare insieme c’è anche l’approvazione del ddl Concorrenza prima della pausa estiva. Nel provvedimento rientrano due misure particolarmente divisive della maggioranza: le liberizzazioni per taxi e le concessioni balneari.
Draghi ha sottolineato come «c’è bisogno di un sostegno convinto all’azione dell’esecutivo, non di un sostegno a proteste non autorizzate, e talvolta violente, contro la maggioranza di governo». Il messaggio era per la Lega, che ha apertamente appoggiato le proteste di inizio luglio dei taxisti.
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