Così come gli altri indici globali, anche il Ftse Mib potrebbe essere pronto per un rimbalzo
Nelle ultime settimane si è assistito a forti crolli dopo il buon recupero messo in atto dai mercati tra maggio e luglio, movimenti ribassisti che hanno spaventato e stanno spaventando la maggior parte degli operatori, che si trovano di fronte a due possibilità: quella di un recupero verso livelli più alti, o di vedere un proseguimento del trend ribassista dominante di lungo periodo, sia su base macro che su base tecnica.
In questo frangente è utile fare delle considerazioni sul Ftse Mib, un indice azionario molto particolare in quanto uno dei più deboli in assoluto nel lunghissimo periodo.
Ftse Mib e gli altri indici, è solo un rimbalzo?
Oltre a Dax e Nasdaq, il primo tedesco e il secondo americano, il Ftse Mib presenta una dinamica dei prezzi sul lungo periodo che potrebbe aprire a un possibile recupero delle quotazioni nel breve periodo, ossia da qui a inizio 2023.
Sia su Dax che Nasdaq, la possibilità di recupero si vede soprattutto sulle dinamiche dei timeframe mensili, con i prezzi che stanno frenando a ridosso dei minimi degli ultimi mesi. Ovviamente, vista la situazione macro, è normale che molti operatori pensino a un proseguimento del ribasso, a causa di: inflazione alta, che dovrebbe scendere, tassi di interesse al rialzo e fuga dei capitali dai mercati finanziari per via dell’aumento del rischio sistemico.
Inoltre, è da sottolineare che i target ribassisti di lungo periodo sono ancora lontani, o meglio, bisogna scendere ancora un bel po’ prima di vedere l’esaurimento del ribasso di lungo periodo, un ribasso che potrebbe essere di lunga durata, almeno per tutto il 2023.
A livello temporale manca ancora molto prima di vedere un esaurimento di questo trend, pertanto i rimbalzi che si potranno vedere saranno solo ed esclusivamente tali e non predittivi di un trend rialzista di lungo.
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Ftse Mib e il grafico mensile
Il grafico mensile del Ftse Mib, così come i grafici mensili di Nasdaq e Dax, parla abbastanza chiaro: il mercato sta testando i minimi degli ultimi 4 mesi senza successo. Il Ftse Mib poi, essendo l’indice azionario più debole in termini di forza relativa, dovrebbe essere uno dei primi a cedere in caso di ipotetico movimento ribassista di lungo, eppure rimane sempre lì inchiodato sui minimi e non riesce a romperli.
Inoltre, osservando il grafico, l’area compresa tra 21700 e 21000 è un’area battuta molto nel lungo periodo (ultimi 5 anni) ed è quindi normale una reazione del genere del mercato. Qualora dovessimo vedere l’inizio di un movimento rialzista nel breve a ridosso dei 21000, potrebbe partire un movimento che vedrebbe prima area 22800 come target e poi punterebbe nei prossimi mesi verso i 24500, in sostanza un recupero di oltre il 15% dai livelli minimi.
Una particolarità sull’azionario italiano: Unicredit
Voler ipotizzare un rimbalzo può sembrare assurdo, in quanto alcuni titoli, in particolare uno del settore bancario, hanno una configurazione tecnica tutt’altro che ribassista nel breve periodo. Il titolo specifico, quello di Unicredit, che tiene i prezzi compresi tra 8€ e 9€ negli ultimi 6 mesi, rientra in questa configurazione, soprattutto se lo andiamo ad analizzare sui grafici settimanali e mensili.
Attenzione, perché questo titolo, noto per performare in eccesso l’indice in termini di rendimenti (beta oltre 1), potrebbe anticipare i movimenti del Ftse Mib. Le dinamiche di base sono molto simili, pertanto non resta altro che aspettare movimenti interessanti a ridosso dei prossimi meeting delle banche centrali, il primo dei quali ci sarà l’8 settembre e riguarderà la Bce che con forti probabilità aumenterà i tassi di interesse.
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