Con l’arrivo della nave rigassificatrice a Piombino l’Italia si avvicina sempre più all’indipendenza dalla Russia: riusciremo davvero a sostituire il gas di Mosca e quando?
Si chiama Golar Tundra, è la nave rigassificatrice acquistata da Snam, per volontà del governo, e ora arrivata a Piombino. Dalla notte tra domenica 19 e lunedì 20 marzo il rigassificatore è nel porto toscano e presto potrà essere utilizzato per i nuovi flussi di gas. Con un chiaro obiettivo: sostituire il metano russo.
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana e commissario governativo del rigassificatore, ha accolto la nave spiegando che “dobbiamo renderci autosufficienti dalla Russia per il gas e questa opera contribuirà in modo determinante con 5 miliardi di metri cubi di gas all’anno”.
Il collegamento della nave con la rete nazionale del gas è atteso nella prima metà di aprile e già da metà maggio dovrebbero arrivare i primi flussi. L’arrivo del rigassificatore si accompagna con un’altra buona notizia per l’Italia e per l’Ue sul fronte energetico: il prezzo del gas, infatti, è sceso sotto quota 40 euro per megawattora (per poi riassestarsi a 40,20), toccando i livelli più bassi dal luglio del 2021.
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Golar Tundra, il nuovo rigassificatore di Piombino
Golar Tundra è una nave rigassificatrice costruita nel 2015 e acquistata per 350 milioni di dollari, circa 330 milioni di euro. A cui aggiungere un investimento, per il progetto, da 100 milioni di euro: il totale è di poco meno di 450 milioni. La nave è lunga 292,5 metri, larga 43,4 e alta 55.
Ha quattro serbatoi di stoccaggio per il Gnl (gas naturale liquefatto) nella parte centrale dello scafo, mentre l’impianto di rigassificazione è a prua. La capacità di stoccaggio è di 170mila metri cubi di Gnl e la capacità di rigassificazione è di 5 miliardi di metri cubi l’anno. Insieme alla BW Singapore, che sarà attraccata a Ravenna, riuscirà a soddisfare il 13% del fabbisogno energetico nazionale.
Gas, come funziona la rigassificazione a Piombino
La Golar Tundra verrà rifornita da navi metaniere che trasportano il Gnl alla temperatura di -160 gradi. Il gas naturale sarà trasferito in serbatoi del terminale con bracci di scarico e poi stoccato. Verrà quindi rigassificato, venendo immesso in uno scambiatore di calore in cui scorre un liquido più caldo (solitamente è l’acqua di mare) per riportare il gas allo stato gassoso.
A questo punto, terminata l’operazione, il metano viene immesso nel gasdotto per raggiungere poi la rete nazionale. Come assicurato dai gestori del rigassificatore, non avverrà nessun processo chimico sulla nave e la sicurezza sarà garantita.
Il rigassificatore sostituirà il gas russo?
Con due nuove navi rigassificatrici, Piombino e Ravenna che arriverà nel 2024, l’Italia riuscirà a sostituire circa un terzo del gas che arrivava dalla Russia. Mosca inviava 29 miliardi di metri cubi l’anno: dalle due navi ne arriveranno circa 10. Parliamo di un ottavo del consumo totale di gas in Italia, pari a circa 80 miliardi.
Il ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, conferma che entro la fine del 2023 l’Italia riuscirà a rinunciare del tutto al gas russo. Anche grazie a Piombino, ma non solo. La possibile indipendenza da Mosca dipende dai tanti e diversi accordi stretti nell’ultimo anno dal governo, che hanno portato a un netto aumento dell’import di Gnl e della diversificazione delle fonti, con un aumento delle forniture ingente da Algeria e Azerbaijan.
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