Gas: crollano i prezzi dei future al TTF olandese, principale hub europeo. Il front month è sceso lunedì a 84 euro/MWh, su livelli precedenti all’inizio del conflitto in Ucraina. E le bollette?
Sul mercato di riferimento olandese (TTF) i prezzi del gas sono tornati poco sopra gli 83 euro per megawatt. Dopo il picco toccato il 7 marzo a 345 euro a pochi giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina ora la situazione sembra essersi stabilizzata in parte per gli interventi di Bruxelles mirati a rafforzare i livelli di stoccaggio. Non diminuiscono però i prezzi nelle bollette.
Gas: crollano i prezzi dei future al TTF
Il TTF (Title Transfer Facility) è il mercato virtuale del gas di riferimento per i Paesi europei. E’ in Olanda che viene fissata la base di partenza del prezzo del gas a cui poi viene aggiunto il margine di guadagno per il fornitore che acquista e rivende, per esempio, in Italia. Il prezzo oscilla in base alla domanda, alle aspettative di crescita di imprese e di economie, a fattori geopolitici, seguendo solo in parte il principio della stagionalità.
La discesa del prezzo del gas non sembra però dipendere solo dal rialzo delle temperature e alla conseguente diminuzione del consumo del gas naturale, quanto invece dalle mosse della Commissione europea per coprire almeno l’80% della capacità di stoccaggio entro novembre.
L’Italia ha portato il livello di stoccaggio al 46%, ma servirà raggiungere il 90% entro l’inizio dell’autunno. In Germania il livello di riempimento dei depositi è al 44% della capacità. In Spagna al 65%.
Tutto questo per dipendere sempre meno dal gas russo, i cui flussi si sono ridotti a un quinto rispetto a un anno fa.
Gas in calo ma le bollette non scendono: perché?
Nonostante il ribasso del prezzo del gas, le bollette non stanno diminuendo. Ecco spiegato il perché.
L’aggiornamento delle tariffe del gas viene fatto ogni tre mesi dall’Arera, l’autorità dell’energia. L’ultimo aggiornamento è stato fatto ad aprile, quando gli esperti hanno adeguato i prezzi delle bollette relative al trimestre successivo, quello da aprile a giugno, prendendo come riferimento i dati del mercato spot del gas del mese di febbraio (con valori più bassi rispetto al picco del 7 marzo).
Il rialzo monstre registrato a marzo potrebbe dunque riflettersi nella prossima valutazione di Arera per il trimestre luglio-settembre, a meno che i prezzi non rimangano stabili attorno ai livelli attuali.
Nomisma Energia spiega che «nonostante la grande incertezza causata dalla tragedia ucraina, è possibile fare qualche stima sulle conseguenze della guerra sulle bollette. L’adeguamento, il secondo per il 2022, partirà dal primo aprile, ma verrà deciso verso la fine di marzo. I prezzi che verranno presi a riferimento per la bolletta gas sono quelli del mercato spot per il mese di febbraio che si è chiuso subito dopo l’inizio della guerra ed è risultato relativamente basso a 80 euro il megawattora».
Intanto prosegue il braccio di ferro tra Mario Draghi e Ursula Von der Leyen: la Commissione Ue non ha ancora definito come le società dell’UE potranno pagare per il gas russo senza infrangere le sanzioni, ma Eni non ha perso tempo e, con la benedizione di Draghi, ha già preso accordi per pagare in rubli tramite il meccanismo del cambio sulla banca di Gazprom.
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