Con la fine dello stato d’emergenza inizia la fase di convivenza con il virus, ma le restrizioni non saranno eliminate dappertutto. Ecco dove rimarranno in vigore.
È terminato lo stato d’emergenza Covid iniziato due anni e due mesi fa, esattamente il 31 gennaio 2020. Dal 1° aprile è iniziata dunque la fase di convivenza con il virus che prevede un abbandono progressivo di green pass e mascherine.
Ma le restrizioni non saranno tolte dappertutto. Le misure anti Covid rimarrano nelle 4.626 Rsa italiane che ospitano circa 250 mila anziani o persone con gravi problemi di autosufficienza. Il super green pass infatti resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022 per le visite nelle Rsa e nei reparti di degenza degli ospedali.
Il motivo è chiaro. La pandemia non è finita e i contagi sono ancora alti, trainati dalla sottovariante Omicron 2. Nel bollettino di ieri, venerdì 1° aprile, sono stati registrati 74.350 nuovi casi su 514.823 tamponi effettuati. Per un tasso di positività del 14,4%. Le vittime sono state 154.
In realtà, nei diversi decreti che si sono succeduti il governo avrebbe lasciato sempre maggiore libertà. Ma perché le visite restano così difficili? Entriamo nel dettaglio.
Restrizioni e distanziamento nelle Rsa
Dal 1° aprile è iniziata la fase di contenimento del virus, con un progressivo addio a restrizioni e mascherine. Ma non per tutti. Come riporta il Messaggero, le norme anti Covid resteranno nelle 4.629 Rsa italiane che ospitano complessivamente 250 mila anziani e persone non autosufficienti. Il motivo è la recrudescenza dell’epidemia. Con quasi 75 mila nuovi casi giornalieri. E anche se la variante Omicron è meno aggressiva, il numero dei decessi resta alto: una media di 150 nelle 24 ore.
Ma non tutti condividerebbero la linea della prudenza. «Quest’ultimo anno nelle Rsa il livello di mortalità è quadruplicato e non per il Covid ma per la sindrome di abbandono e sindromi depressive». È l’allarme dei parenti di anziani e disabili ricoverati nelle Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) e nelle Rsd (Residenze sanitarie per disabili) che hanno manifestato davanti alla sede del ministero della Salute per chiedere un allentamento delle misure. Nelle strutture dunque il «lockdown» resterà oltre il 31 marzo.
Contestualmente alla manifestazione di fronte al ministero, si sono svolti sit-in organizzati dal Coordinamento nazionale parenti associazioni lavoratori (Conpal) davanti alle prefetture di Firenze, Torino e Milano.
Visite nelle Rsa, cosa prevede la legge?
La legislazione nazionale non prevederebbe restrizioni ad hoc per le case di riposo. Anzi, i diversi decreti Covid hanno consentito man mano sempre maggiore libertà. Lasciando però alle direzioni sanitarie dei singoli istituti un ampio margine d’azione. Per questa ragione, si è creata una situazione a macchia di leopardo, con alcune Rsa che adottano misure più restrittive e altre meno.
Va ricordato che la corsa del virus continua. Negli ultimi giorni, in una casa di riposo veneta si sono contati oltre mille contagiati. Fortunatamente la mortalità resta bassa grazie alla terza dose.
Non solo. Le Rsa sono molto sorvegliate. A gennaio i carabinieri dei Nas ne hanno controllate 546, trovando irregolarità in 107 strutture.
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