Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, boccia la proposta di Beppe Grillo, Matteo Salvini e Giorgia Meloni: lo Stato non renderà gratuiti i tamponi per i lavoratori no-vax senza green pass.
I tamponi continueranno a essere a pagamento per tutti i lavoratori senza green pass perché non vaccinati. Le richieste partite dai sindacati, da Matteo Salvini, da Giorgia Meloni e a cui si è accodato anche Beppe Grillo non bastano a convincere il governo a rendere i test gratuiti per i lavoratori.
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Dal 15 ottobre tutti i lavoratori, sia nel settore pubblico che privato, dovranno avere il green pass. Per quelli non vaccinati sarà quindi necessario sottoporsi a un tampone per accedere alla sede di lavoro. Test che costano 8 euro per i minorenni e 15 per i maggiorenni e che lo Stato ha deciso di non pagare.
Inutili sembrano le richieste arrivate da parte del mondo politico e anche da Beppe Grillo, secondo il quale lo Stato potrebbe pagare i tamponi a tutti i lavoratori non vaccinati con uno stanziamento di circa 1 miliardo di euro da qui alla fine dell’anno. La proposta è stata subito rispedita al mittente dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando.
Niente tampone gratuito per i lavoratori senza green pass
Grillo si è aggiunto a una lunga serie di leader politici che hanno chiesto di rendere gratuito il tampone per i lavoratori sprovvisti di green pass. La risposta del governo non cambia e viene esplicitata dal ministro del Lavoro, Andrea Orlando, secondo il quale è sì ragionevole ricorrere ai prezzi calmierati ma non lo è altrettanto rendere gratuiti i test.
Per Orlando far diventare il tampone gratuito darebbe un messaggio sbagliato, “significa dire che chi si è vaccinato ha sbagliato“. Con i test completamente gratuiti il rischio sarebbe quello di smentire la strada intrapresa finora con l’introduzione del green pass non solo come strumento di tutela per i lavoratori ma anche come strumento di incentivo alla vaccinazione.
La discussione sull’estensione del tampone a 72 ore
Altro tema su cui si sofferma Orlando è quello dell’estensione del tampone da 48 a 72 ore. Attualmente quello molecolare è valido 72 ore mentre quello antigenico 48. Il ministro del Lavoro sostiene che questo tema non possa essere “oggetto di discussione politica“. Il ragionamento di Orlando è che se nelle 24 ore successive il tampone non è più valido allora non serve più per certificare nulla e garantire la sicurezza dei lavoratori. E una decisione diversa può essere presa solamente dagli esperti.
Tamponi gratuiti, bocciata la proposta di Grillo
La proposta di Beppe Grillo non viene condivisa non solo da Orlando ma anche da altri esponenti del governo. Tra cui Carlo Sibilia, sottosegretario all’Interno ed esponente proprio del Movimento 5 Stelle.
A SkyTg24 Sibilia sottolinea che se anche ci fosse un miliardo di euro a disposizione quelle risorse andrebbero investite per “aiutare le famiglie che hanno avuto decessi a causa della pandemia“ e non per rendere gratuiti i tamponi per i lavoratori no-vax. Anche perché i vaccini “sono gratuiti e chi oggi non ha il green pass è un no-vax“.
Perché i tamponi non saranno gratuiti per i lavoratori senza green pass
Rispondendo a Grillo è la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli a spiegare perché il governo si oppone alla gratuità dei tamponi per i lavoratori senza green pass. Le motivazioni non sono solo politiche ma anche economiche. Ronzulli ricorda che i ricoverati Covid no-vax costano “al nostro sistema sanitario 640 milioni di euro al mese, circa 750 milioni all’anno“.
Cifra a cui Grillo vorrebbe aggiungere il costo dei tamponi stimandone la spesa in un miliardo di euro da qui a dicembre. Ronzulli sottolinea che se questa platea di lavoratori decidesse di vaccinarsi la spesa per lo Stato sarebbe molto inferiore: “Considerando che il costo del vaccino si aggira intorno ai 20 euro, la spesa totale ammonterebbe a 60 milioni di euro e ben oltre la fine del 2021“. Quindi niente tamponi gratuiti, ma solo un ulteriore invito a vaccinarsi anche per una convenienza economica per lo Stato e i contribuenti.
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