Dazi più alti al 25% su acciaio e alluminio entrano in vigore oggi: con queste tariffe Trump colpisce anche le esportazioni europee. Ma l’UE ha risposto con contromisure. Cosa succede?
La guerra dei dazi innescata ferocemente da Trump segna oggi un’altra tappa: è entrato in vigore l’aumento delle tariffe al 25% su acciaio e alluminio importati dagli USA da tutto il mondo. Nessuno escluso, nemmeno l’Europa che rappresenta il terzo esportatore di questi metalli negli Stati Uniti.
L’Unione Europea, però, non starà ferma a guardare e ha già annunciato contromisure per salvaguardare il suo interesse: la ritorsione contro i dazi di Trump coprirà 26 miliardi di euro di esportazioni dell’UE negli USA, superando di gran lunga la guerra commerciale esplosa durante il suo primo mandato.
“Siamo profondamente dispiaciuti per questa misura”, ha affermato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen in una dichiarazione rilasciata stamattina. “Le tariffe sono tasse. Sono dannose per le aziende e ancora peggio per i consumatori. Queste tariffe stanno sconvolgendo le catene di fornitura. Portano incertezza per l’economia. I posti di lavoro sono a rischio. I prezzi saliranno. In Europa e negli Stati Uniti. L’Unione Europea deve agire per proteggere i consumatori e le aziende.”
La guerra commerciale si sta quindi ampliando, nonostante la strategia di Trump che punta a dazi elevati e diffusi per invertire la rotta del deficit commerciale USA abbia finora sconvolto i mercati e aumentato l’incertezza economica.
Guerra commerciale USA-UE a colpi di nuovi dazi, cosa sta succedendo?
L’Unione Europea ha lanciato delle contromisure contro i nuovi dazi statunitensi sui metalli, con l’intenzione di imporre delle proprie tariffe su merci americane per un valore di 26 miliardi di euro (28,3 miliardi di dollari).
L’annuncio è arrivato poche ore dopo che l’amministrazione statunitense ha imposto tariffe del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio in una massiccia escalation della guerra commerciale tra due alleati di lunga data. L’UE avvierà immediatamente le consultazioni con gli Stati membri, con l’adozione delle tariffe prevista per metà aprile.
In sintesi, l’approccio europeo sarà duplice e vedrà la reintroduzione dei dazi precedentemente sospesi su 8 miliardi di euro di esportazioni statunitensi e una serie di nuove contromisure su 18 miliardi di euro di beni, in una mossa che la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha descritto come “forte ma proporzionata”.
Per l’Europa, le nuove tariffe saranno quasi quattro volte più grandi di quelle simili imposte durante il primo mandato di Trump, quando gli USA avevano preso di mira quasi 7 miliardi di dollari di esportazioni di metalli del blocco, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale. L’UE prenderà di mira i prodotti in acciaio e alluminio degli USA, così come i prodotti tessili, agricoli ed elettrodomestici.
Secondo la dichiarazione, l’Unione colpirà anche i prodotti oggetto del precedente conflitto commerciale con Trump, come barche, bourbon e motociclette.
Scongiurare una guerra commerciale ampia e profonda è ancora un obiettivo, soprattutto europeo. Il responsabile del commercio dell’UE, Maros Sefcovic, si è recato a Washington il mese scorso per cercare di trovare una soluzione amichevole con i membri senior del team di Trump, tra cui il Segretario al Commercio degli Stati Uniti Howard Lutnick. Ha proposto di abbassare le tariffe sui beni industriali, tra cui le automobili, una delle richieste di lunga data di Trump, e di aumentare le importazioni statunitensi di gas naturale liquefatto e beni per la difesa. Tuttavia, nessun accordo è arrivato.
Cosa aspettarsi in UE con le tariffe su acciaio e alluminio?
Il blocco UE ha voluto inviare un messaggio inequivocabile agli USA: l’UE è seria nel difendere i propri interessi economici nel caso in cui Trump dovesse lanciare una guerra commerciale su vasta scala.
La relazione commerciale transatlantica da 1,7 trilioni di dollari è stata fondamentale per la prosperità postbellica dell’Occidente. Ma Trump, irritato dal persistente deficit commerciale statunitense in termini di beni, vede i dazi come un modo per costringere le aziende a riportare investimenti industriali e posti di lavoro negli Stati Uniti.
Le imposte statunitensi su acciaio e alluminio colpirebbero più duramente Canada e Messico, ma l’UE, in quanto terzo fornitore di acciaio dell’America, non sopravvivrebbe indenne.
Nello specifico, un grafico elaborato da Politico.ue mostra qual è il peso dei singoli Paesi UE nell’export dell’acciaio negli USA. La Germania subirebbe il maggiore impatto:

Nel mercato europeo dell’acciaio, i produttori si stanno preparando a un duplice impatto: le esportazioni europee verso gli Stati Uniti sono destinate a diminuire e le importazioni da altre regioni sono destinate ad aumentare, poiché il metallo viene dirottato lontano dagli Stati Uniti.
“Possiamo effettivamente aspettarci che il mercato dell’UE, già saturo di importazioni di acciaio a basso costo dall’Asia, dal Nord Africa e dal Medio Oriente, venga ulteriormente inondato, poiché l’acciaio destinato al mercato statunitense viene reindirizzato a causa delle nuove tariffe”, ha affermato un portavoce del gruppo di lobby dell’industria Eurofer.
Durante la prima presidenza Trump, per ogni tre tonnellate di acciaio deviate dal mercato statunitense a causa dei dazi, due tonnellate finivano nell’UE, ha affermato il portavoce.
Nel frattempo, il presidente USA sta aggiungendo prodotti realizzati principalmente in acciaio, come bulloni e radiatori, all’elenco dei beni soggetti a dazi. La guerra commerciale USA-UE ha ancora spazio per allargarsi e sconvolgere le rotte commerciali mondiali.
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