L’Arabia Saudita rilancia le sue ambizioni di armi atomiche preoccupata dalle mosse dell’Iran: mentre l’ex Urss è nel caos, dobbiamo temere una guerra nucleare in Medio Oriente?
Quanto è alto il rischio di una guerra nucleare? Quello che è accaduto negli ultimi decenni dovrebbe farci dormire sonni relativamente tranquilli a riguardo: le armi atomiche finora hanno evitato uno scontro diretto tra Usa e Urss prima e Russia ora, dato che le possibili conseguenze apocalittiche hanno frenato le due super potenze nel regolare i loro conti con la forza.
Lo scoppio della guerra in Ucraina però sta mettendo a dura prova questa sorta di equilibrio tra Occidente e Mosca, visto che la Nato - anche prima dell’invasione - sta sostenendo Kiev in ogni modo fornendo armi, soldi, aiuti umanitari, supporto logistico e di intelligence.
Nell’ultimo anno e mezzo così più volte è stato evocato lo spettro di una guerra nucleare, in virtù del fatto che la Russia possiede il più grande arsenale atomico al mondo e più volte ha minacciato il possibile utilizzo se dovesse essere minacciata la propria sicurezza interna.
Più in generale l’”operazione speciale” voluta da Vladimir Putin in Ucraina ha innescato quel meccanismo che, ai tempi della prima guerra mondiale, è stato rinominato come il paradosso della sicurezza, ovvero quella corsa da parte dei vari Paesi ad armarsi in quanto lo stanno facendo anche gli altri: nell’ultimo anno in tutto il mondo sono aumentate le spese militari, con l’industria bellica che non riesce a stare dietro a tutte le richieste.
Se le bombe atomiche nei magazzini delle grandi potenze mondiali finora hanno scongiurato una guerra nucleare, l’attivismo dei Paesi emergenti a riguardo non è detto che possa avere lo stesso effetto.
L’Arabia Saudita e la guerra nucleare
In uno scenario dove ormai ci stiamo abituando a convivere con il rischio di una guerra nucleare che potrebbe innescarsi da un momento all’altro, basta guardare ai bombardamenti russi che sfiorano i confini della Nato, l’Arabia Saudita da tempo sembrerebbe aver deciso quale strada intraprendere.
A inizio anno il ministro dell’Energia saudita Abdulaziz bin Salman ha reso noto che il suo Paese sta lavorando per avviare in futuro la produzione di uranio, il tutto per lo sviluppo del programma nucleare nazionale e per l’eventuale esportazione.
Nel 2018 Riad ha avviato la costruzione di 16 reattori nucleari, con l’obiettivo dichiarato che è di ridurre la sua dipendenza dal settore degli idrocarburi. Ricordiamo che l’Arabia Saudita è il più grande esportatore al mondo di petrolio, con il recente aumento del costo della benzina che è una diretta conseguenza del taglio alla produzione di barili deciso dai sauditi a fine primavera.
Il vero motivo di fondo dell’attivismo atomico di Riad lo ha spiegato - in una intervista concessa di recente a Fox News - il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che si è detto preoccupato da quelle che sono state le recenti mosse dell’Iran.
“Siamo preoccupati per il fatto che qualsiasi Paese possa ottenere armi nucleari, ogni Paese che dovesse utilizzare armi nucleari sarà in guerra con tutti i Paesi del mondo - ha dichiarato bin Salman - Il mondo non può tollerare una nuova Hiroshima. Non ha senso possedere armi nucleari perché non possono essere usate”.
Il principe ereditario così ha spiegato che se l’Iran dovesse dotarsi di un’arma nucleare, anche l’Arabia Saudita a quel punto dovrà possederla. Ecco allora che ritorna il concetto del paradosso della sicurezza, l’attuale maggiore rischio per la creazione di presupposti per una guerra nucleare.
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