Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ammesso i rischi di una guerra nucleare se la Russia fosse a rischio sconfitta, ma il governo cosa sta facendo per arrivare alla pace?
L’incubo di una guerra nucleare da oltre dieci mesi aleggia sopra i cieli del Vecchio Continente, con anche il ministro della Difesa Guido Crosetto che, in una recente intervista rilasciata al Messaggero, ha ammesso i rischi di una drammatica escalation.
“L’uso del nucleare tattico è previsto dalla Russia - ha dichiarato Crosetto -. Per noi è inconcepibile ma per Mosca sì, se si supera un punto di non ritorno, se rischiassero la sconfitta, lo è. Insomma, il pericolo, potenzialmente, esiste, per quanto molto improbabile”.
Le armi tattiche nucleari sono ordigni di piccole dimensioni, che possono essere utilizzati senza troppe difficoltà dalle truppe di terra o tramite gli aerei; l’esercito russo ne ha migliaia a disposizione e di recente ha compiuto diverse esercitazioni “testando” queste armi che possono distruggere una colonna di tank oppure un edificio.
In sostanza i timori di Crosetto in merito a una guerra nucleare sono legati al fatto che, se le truppe ucraine dovessero mettere spalle al muro quelle russe, a quel punto Mosca potrebbe superare “il punto di non ritorno” utilizzando le armi tattiche nucleari pur di non andare incontro a una sconfitta.
Negli ultimi mesi, sia Vladimir Putin sia altri membri del Cremlino, hanno più volte fatto intendere come potrebbe innescarsi una guerra nucleare se la sicurezza della Russia dovesse essere messa in pericolo.
Minacce che fanno parte della retorica della guerra ma che non possono essere ignorate: l’Italia questo lo sa bene ma l’attuale governo, al pari di quello precedente, non sembrerebbe impegnarsi molto per cercare di arrivare a un cessate il fuoco in Ucraina.
Crosetto e i timori di una guerra nucleare
Come ha ribadito anche nel corso della conferenza stampa di fine anno, Giorgia Meloni oltre ad aver invitato Volodyyr Zelensky a Roma, ha annunciato anche che entro la fine di febbraio si recherà in Ucraina.
Un modo questo per ribadire ancora una volta l’assoluto sostegno del nostro Paese alla causa ucraina, con il ministro Crosetto che ha spiegato come il governo stia valutando “la questione della fornitura di sistemi di difesa aerea a protezione dei cieli ucraini”.
Il timore di una guerra nucleare nel caso in cui la Russia si dovesse ritrovare vicina a una sconfitta, non sembrerebbe così mutare i piani della Nato che sembrerebbe voler accontentare Zelensky nel fornire a Kiev armi sempre più sofisticate.
Il legittimo sostegno alla resistenza ucraina però dovrebbe essere affiancato anche da una pressante azione diplomatica per arrivare a un cessate il fuoco, conditio sine qua non per poter far sedere attorno a un tavolo Putin e Zelensky.
Il sentore invece è che questo governo, come quello guidato da Draghi, abbia rinunciato a rivestire i panni del tessitore diplomatico limitandosi ad appoggiare ogni decisione che viene presa Oltreoceano.
Se i timori di una guerra nucleare, che potrebbe avere degli esiti catastrofici per l’umanità intera, sono in qualche modo reali come ammesso da Crosetto, allora sarebbe il caso che dopo oltre trecento giorni si iniziasse a fare qualcosa di concreto per arrivare il più presto possibile alla pace.
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