Gli Usa hanno annunciato di aver finito i soldi per Kiev e l’Ue che non riuscirà a fornire un milione di munizioni come promesso: ecco la presa in giro della guerra in Ucraina.
La guerra in Ucraina in quasi due anni finora avrebbe generato circa 500.000 tra morti e feriti considerando entrambi gli schieramenti, con Kiev che ha il 20% del proprio territorio occupato dalla Russia senza considerare i 130 miliardi di dollari debito finora accumulati e i mille miliardi necessari per ricostruire il Paese una volta che verrà raggiunto un accordo per il cessate il fuoco.
Volodymyr Zelensky in queste ore è impegnato in un tour nei Paesi Baltici per ottenere ulteriori aiuti, ribadendo che l’Ucraina può ancora vincere questa guerra sconfiggendo la Russia sul campo.
Giorgia Meloni negli ultimi giorni ha ribadito più volte la necessità di continuare con il sostegno militare e finanziario all’ Ucraina, con il Parlamento che ha approvato tre risoluzioni della maggioranza che vanno proprio in questa direzione.
Poco importa se le sanzioni che avrebbero dovuto mettere in ginocchio la Russia hanno colpito soprattutto il nostro di portafoglio, con la tanto pompata controffensiva ucraina che si è conclusa con pochi chilometri quadrati riconquistati pagando un altissimo prezzo in termini di vite umane.
Le ultime notizie della guerra in Ucraina parlano di truppe russe che lentamente stanno avanzando nel Donbass, con Mosca che lo scorso 29 dicembre ha lanciato qualcosa come 158 droni e missili - forniti da Corea del Nord e Iran - contro le principali città ucraine.
L’inganno della guerra in Ucraina
Se di mezzo non ci fossero centinaia di migliaia di morti, altrettanti feriti gravi, milioni di profughi e immani sofferenze patite dalla popolazione civile e dai parenti dei soldati al fronte, si potrebbe parlare di una sorta di farsa della guerra in Ucraina.
Dopo aver mistificato la realtà dei fatti e tacciato di essere un “putiniano” chiunque abbia provato a sollevare dubbi perplessità in merito a questa guerra per procura, i governi occidentali e i principali media adesso non sembrerebbero provare il minimo imbarazzo di fronte a due ammissioni arrivate quasi in contemporanea.
La prima è stata fatta dalla portavoce al Mercato Interno dell’Ue Johanna Bernsel, che ha dichiarato che Bruxelles non riuscirà a mantenere l’impegno di fornire entro marzo un milione di munizioni all’Ucraina.
Per Bernsel “il problema è che una parte importante della produzione europea di munizioni pesanti viene esportata dalle industrie” non in Ucraina, con l’industria bellica del Vecchio Continente che quindi avrebbe la capacità di fornire i proiettili, ma preferirebbe venderli altrove senza che i vari governi battano ciglio. Se però un direttore d’orchestra russo viene chiamato a dirigere un’opera allora apriti cielo.
Dall’altra parte dell’Oceano la Casa Bianca - dopo aver illuso l’Ucraina e boicottato ogni tentativo di pace degno di tal nome - ha ammesso che “ sono finiti i soldi ” per fornire ulteriori aiuti a Kiev. In verità i rubinetti si sono chiusi da mesi dopo che gli Usa hanno sborsato la cifra monstre di oltre 70 miliardi di dollari. Se a questi soldi sommiamo gli oltre 80 miliardi di dollari elargiti dall’Ue e tutti quelli versati dai singoli Paesi, si supera un totale di 250 miliardi di dollari.
Adesso però l’Ucraina si sta ritrovando senza soldi e con pochi rifornimenti di armi mentre la Russia ha ripreso ad attaccare: il suggerimento della Nato ora è quello di mantenere le posizioni e di non perdere ulteriore terreno, in attesa che la guerra venga congelata a causa delle elezioni negli Stati Uniti che Joe Biden starebbe rischiando seriamente di perdere.
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