Harris-Trump, chi vincerà le elezioni Usa secondo lo storico (che ha indovinato 9 volte su 10)

Violetta Silvestri

8 Settembre 2024 - 16:15

Chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti? Lo storico Lichtman, chiamato il “Nostradamus” delle elezioni, ha un pronostico. Ecco chi vincerà tra Harris e Trump e perché.

Harris-Trump, chi vincerà le elezioni Usa secondo lo storico (che ha indovinato 9 volte su 10)

Chi vincerà le presidenziali Usa di novembre? Mentre si infiamma la campagna elettorale dei due candidati, la democratica Harris e il repubblicano Trump, le previsioni sul prossimo inquilino della Casa Bianca si moltiplicano.

Anche lo storico statunitense Allan Lichtman, che ha previsto correttamente l’esito di 9 delle ultime 10 elezioni presidenziali, ha formulato la sua ipotesi su chi si conquisterà la presidenza quest’anno.

Lichtman ha affermato di aver basato il suo pronostico su tredici punti chiave o domande di respiro generale che attingono alla forza e alle prestazioni del partito al potere attualmente alla Casa Bianca. Lo storico ha previsto correttamente l’esito di quasi tutte le elezioni degli ultimi cinquant’anni, fatta eccezione per quella del 2000, in cui il repubblicano George W. Bush sconfisse il democratico Al Gore. Chi vincerà tra Harris e Trump nel novembre 2024 secondo Lichtman?

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Lichtman, soprannominato il “Nostradamus” delle elezioni presidenziali statunitensi, ha previsto che Kamala Harris vincerà la Casa Bianca alle elezioni di novembre.

Dopo aver precedentemente messo in guardia i democratici sui rischi derivanti dall’esclusione di Joe Biden, lo storico ha comunque previsto che la vicepresidente, candidata del partito dopo il ritiro dell’attuale presidente a luglio, sarà eletta.

La sua visione è che Harris si trova sulla buona strada per battere Donald Trump, nonostante i democratici abbiano di fatto ceduto la preziosa “chiave” della presidenza in carica, uno dei 13 punti da lui analizzati per determinare il probabile esito.

Le previsioni di Lichtman si basano su un metodo preciso. Il cosiddetto modello “Keys to the White House”, creato dallo storico Usa in collaborazione con il geofisico Vladimir Kogan nei primi anni ’80, utilizza 13 affermazioni vero-falso per valutare il panorama politico e la performance del partito in carica alla Casa Bianca. Se sei o più chiavi sono false, si prevede che il partito in carica perderà le elezioni. Nel dettaglio, queste le 13 affermazioni (da valutare con vero o falso):

1. Mandato del partito: il partito in carica ha più seggi nella Camera dei rappresentanti dopo le elezioni di medio termine rispetto alle ultime elezioni di medio termine;
2. Contesa per la nomina: non ci sono sfide significative alla nomina del partito in carica;
3. Carica presidenziale: il presidente in carica rappresenta il partito in carica;
4. Fattore di terze parti: non esiste una campagna elettorale degna di nota di un terzo candidato o di un indipendente;
5. Stabilità economica a breve termine: l’economia non attraversa una recessione durante il periodo elettorale;
6. Crescita economica a lungo termine: la crescita economica reale pro capite è uguale o superiore alla crescita media dei due mandati precedenti;
7. Cambiamento politico: l’amministrazione in carica attua importanti modifiche alla politica nazionale;
8. Stabilità sociale: non si verificano disordini sociali prolungati durante il mandato.
9. Scandali: l’amministrazione in carica non è coinvolta in importanti scandali;
10. Fallimenti esteri/militari: l’amministrazione in carica non ha dovuto affrontare importanti fallimenti in materia estera o militare;
11. Successi esteri/militari: l’amministrazione attuale ottiene significativi successi in materia estera o militare;
12. Carisma: il candidato del partito in carica possiede carisma o gode dello status di eroe nazionale;
13. Appello dello sfidante: il candidato del partito avversario non ha carisma o lo status di eroe nazionale

Secondo Lichtman, otto “chiavi” sono favorevoli a Harris, che ha guadagnato vantaggio dall’assenza di un forte candidato di terze parti dopo la fine della campagna indipendente di Robert F Kennedy Jr, da indicatori economici positivi a breve e lungo termine, da importanti risultati legislativi promulgati dall’amministrazione Biden e dall’assenza di disordini sociali o scandali legati alla Casa Bianca.

È stata anche favorita dal non aver dovuto affrontare una battaglia nella nomination di partito per succedere a Biden, poiché altri candidati in discussione si sono rapidamente schierati per sostenerla prima della convention nazionale democratica del mese scorso.

Anche se due questioni ancora irrisolte sui successi o i fallimenti della politica estera cadessero a favore di Trump, secondo la formula non sarebbero sufficienti a fargli vincere le elezioni.

La storia dirà se anche questa volta Lichtman è stato acuto nelle valutazioni. Lo storico ha previsto correttamente il trionfo elettorale inaspettato di Trump nel 2016 su Hillary Clinton in un momento in cui la maggior parte dei sondaggi d’opinione indicava un risultato contrario. Ha anche predetto che Trump sarebbe stato messo sotto accusa durante la sua presidenza, cosa che è accaduta due volte.

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