I lavori meno faticosi (ma ben pagati) per non stressarsi troppo

Chiara Esposito

14 Agosto 2022 - 12:04

Stipendio alto e poco stress: cosa rende un lavoro «perfetto» e perché in Italia è così difficile ottenerlo.

I lavori meno faticosi (ma ben pagati) per non stressarsi troppo

La decrescita felice è un concetto di difficile applicazione nel mondo del lavoro così come lo conosciamo.

Avere un corretto life-work balance è essenziale per la salute psico-fisica dell’individuo eppure non è così semplice decostruire la convinzione che a ritmi di vita dinamici e frenetici corrisponda la vera produttività, così come non è semplice sradicare la convinzione secondo la quale la realizzazione personale debba necessariamente derivare da quella professionale.

In certi settori inoltre è davvero difficile scindere la vita privata da quella lavorativa, o ancora, quest’ultima è, a livello di tempistiche nonché di energie richieste, quasi pervasiva; basti pensare a cariche dirigenziali apicali dalle forti responsabilità o i turni prolungati di chef e medici di reparto.

Ci sono però orizzonti diversi verso i quali indirizzarsi volendo coniugare la stabilità economica e un ritmo di lavoro meno stressante.

Certo, si tratta di casi piuttosto rari, ma vale pur sempre la pena documentarsi. L’Occupational Information Network, usufruendo del database del Dipartimento del Lavoro di Washington, ha condotto un’interessante ricerca proprio in questo senso definendo quelle che, con alta retribuzione e basso stress, potrebbero quasi essere definite le «professioni perfette».

La testata economica Business Insider ha così approfondito il tema e stilato un’interessante classifica che merita di essere consultata e analizzata nel dettaglio.

Come nasce lo studio

Il parametro fondamentale impiegato dall’Occupational Information Network nelle misurazioni è quello sulla tolleranza allo stress. Viene quindi valutato su una scala da 0 a 100 considerando a livello minimo gli ambienti in cui questa skill non è necessaria per condurre la propria attività. Il gradino più elevato della scala invece testimonia un alto livello di pressioni ambientali e sociali che portano spesso i professionisti ad accumulare tensione e, potenzialmente, malessere.

Questi parametri sono stati poi accostati agli stipendi corrisposti incrociando le due risultanti. Trattandosi di uno studio americano la media stipendiale considerata è pari a 75.000 dollari/anno di retribuzione, ovvero 3,5 mila euro netti al mese. Il divario considerevole con il modello italiano in termini economici potrebbe alterare la nostra percezione, ma l’analisi resta valida nella sua complessità per ricostruire una panoramica generale dei problemi e delle lacune del nostro sistema.

Top 3 lavori «perfetti»

La vetta della classifica dei cosiddetti lavori «perfetti» vede in prima linea il comparto composto dai matematici. Poco sotto il primo gradino del podio, troviamo in successione geografi e laureati in scienze politiche.

Nel quadro americano queste figure percepiscono compensi notevoli tant’è che un matematico impiegato nell’ambito della ricerca presenta una tolleranza allo stress calcolata a 57 per uno stipendio annuo medio di 112.560 dollari. Il bilanciamento tra i due fattori sarebbe garantito dall’alta professionalizzazione e dal contesto lavorativo poco esposto a repentine interferenze esterne.

Note interessanti anche quelle dei geografi specializzati nello studio della natura e del territorio che conquistano con un indice di stress a 59 e uno stipendio medio di 85.620 dollari e dei politologi, al terzo posto, con una tolleranza allo stress di 61 e uno stipendio medio annuo di 103.210 dollari.

Cosa accumuna le professioni perfette

I primi tre classificati sono presto seguiti dagli ingegneri chimici, stipendio 114.820 dollari. Arrivano poi gli analisti economici, gli ingegneri biomedici e i fisici (91.230 e i 137.700 dollari) nonché gli idrologi (stipendio 90.150dollari).

La classifica prosegue con gli insegnanti di economia (tolleranza allo stress 63 e stipendio medio annuo $123.720) e varie figure professionali in ex aequo: lo statistico con tolleranza allo stress 64, stipendio 97.000; l’epidemiologo con 64 per 83.000; l’ingegnere ambientale a 65 per 96.890 e l’insegnante di geografia al liceo con 65 il livello di stress per 87.000 dollari all’anno.

Chiudono la coda l’odontotecnico, gli altri insegnanti, i geoscienziati, gli ingegneri navali e i direttori di gallerie d’arte.

In questa successione, seppur rapida e sintetica, si percepisce già a colpo d’occhio una serie di fattori interessanti quali la predominanza delle STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics) e il grande incentivo che negli USA viene riservato alla ricerca.

Si lavora quindi per obiettivi tangibili e pragmatici, contribuendo in maniera diretta al progresso e allo sviluppo - senza però risentire di quel senso di precarietà ed instabilità tipico dello scenario professionale italiano.

Sullo stesso fronte nel Belpaese infatti non si hanno le medesime garanzie economiche, il che crea un sensibile disallineamento tra le competenze e il guadagno percepito.

Non si tratta quindi solo di capacità di intercettare la domanda e farsi largo e passa in secondo piano anche la necessità di concentrarsi sul proprio mindset e ripensare la propria etica lavorativa; se non si incontra una sufficiente apertura di mercato mettere a frutto i propri studi specialistici senza stress è pressoché impossibile.

Il fattore di tolleranza insomma viene messo alla prova in un ambiente instabile e, a conti fatti, se dovessimo stilare la stessa classifica prendendo come riferimento l’Italia i risultati sarebbero decisamente diversi.

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# Lavoro

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