Oggi stacca la cedola il BTP Futura 2028 emesso giusto 4 anni fa: un bilancio più scuro che chiaro per chi decise allora di comprarlo
Al pari del ciclo di vita dei beni commerciali, anche per gli strumenti di investimento c’è una data di debutto, una fase di maturazione e un giorno del loro ritiro dal mercato. Questa sequenza vale per i bond, che dopo l’emissione producono cedole e interessi per i sottoscrittori prima del rimborso finale del prestito obbligazionario.
Per il BTP Futura 2028, per esempio, oggi è una giornata speciale in quanto ricorre il “4° compleanno” sugli 8 complessivi previsti in origine. È a metà dell’opera, quindi, e oggi stacca anche la cedola a favore di chi lo ha in portafoglio. Approfittiamone allora per vedere com’è andata finora a chi 4 anni fa decise di comprarlo. Può dirsi felice e soddisfatto? Decisamente no, e forse anche senza alcun margine di dubbio.
Le caratteristiche principali del BTP Futura 2028
Dopo il primo lancio nel giugno 2020, un debutto assoluto, il Tesoro collocò i titoli della seconda emissione della serie Futura dal 9 al 13 novembre. Le caratteristiche della 2° emissione del BTP Futura (ISIN IT0005425761) erano le seguenti:
8 anni di durata complessiva:
- struttura cedolare del tipo step-up divisa in 3 scaglioni differenti. Ossia un primo triennio da novembre 2020 a novembre 2023, un secondo triennio da novembre 2023 a novembre 2026 e un biennio finale da novembre 2026 a novembre 2028;
- tassi fissi e crescenti nel tempo dal passaggio da uno step al successivo e pari allo 0,35% dal 1° al 3 anno, allo 0,60% dal 4° al 6° e all’1% dal 7° all’8° anno;
- premio fedeltà finale pari alla crescita media del PIL nominale annuo degli 8 anni di vita del titolo, ma entro il range dell’1% minimo e del 3% massimo. Cioè non potrà essere inferiore all’1% del capitale nominale investito ma neanche eccedere il 3%.
Poi per il resto valevano le altre condizioni tipiche dei titoli di Stato e quelle speciali solitamente previste per le emissioni riservate ai soli investitori retail.
Il BTP Futura 2028 oggi compie 4 anni e stacca la cedola a chi lo ha in portafoglio. Com’è andata finora?
I proventi raccolti (5,7 mld di €), sosteneva l’allora Governo gialloblu, avrebbero aiutato il Paese a riprendersi dalle macerie post Covid. Non sappiamo se l’intento del legislatore sia andato o meno a buon fine, ma di certo avrà infranto molti progetti del piccolo investitore che decise di acquistarlo. L’entità delle cedole e, soprattutto, la struttura step-up si sono rivelati un disastro con il senno del poi.
A dirlo non siamo noi, ma il responso lapidario e implacabile del mercato. Oggi il bond, che l’anno scorso ha subito “lo scatto” cedolare, prezza sui 92,06 centesimi per un rendimento effettivo lordo a scadenza del 2,96% (fonte: Borsa Italiana). Nella sua breve esistenza, e anche durata complessiva potremmo dire, ha fatto pure peggio, sfiorando gli 81 centesimi a ottobre 2022.
Insomma, il bond ad oggi ha visto quota 100 solo in emissione e poi mai più. Speriamo ci ritorni il prima possibile, ma guai a farsi facili illusioni in tal senso.
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Ora, cumulando lo 0,35% lordo annuo per il 1°, il 2° e il 3° anno di vita del BTP, e in più lo 0,60% del 4° anno, ne viene fuori un bilancio tra il disastroso e il deludente.
L’1,65% lordo cumulato racimolato in 4 anni non rende giustizia al tempo d’attesa, al rischio legato al debitore e alle minime aspettative iniziali del piccolo investitore. Questo nel mentre egli si è visto le quotazioni sprofondare e l’eventuale rivendita odierna del bond gli costerebbe un 8% di perdita in conto capitale. Per non parlare delle perdite irrimediabili da potere d’acquisto subite dal capitale incagliato e alla beffa di vedersi le nuove emissioni rendere di più del bond che aveva acquistato.
Ciliegina sulla torta, infine, la scelta maldestra della struttura step up in un’epoca storica in cui tassi erano quasi alla “soglia zero”. Una formula che premia gli ultimi anni di vita del titolo quando si avvicina a scadenza, mentre lascia indifesi gli inizi, quando le cedole sono basse e si è distanti dal rimborso. Insomma, il mix perfetto per vedersi il titolo colpito da copiose vendite quando i tassi invertono la rotta, cosa che puntualmente è avvenuta.
Morale, mai acquistare titoli del reddito fisso a medio-lungo termine quando i tassi sono al lumicino. Non appena il trend cambia direzione sono i primi a essere venduti, scaricati, liquidati dagli operatori di mercato. E anche massicciamente, com’è avvenuto per il BTP Futura 2028 e gli altri 3 titoli delle restanti 3 serie del club Futura.
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