La Cina incerta nella lotta al Covid trascina i mercati nel tonfo. Intanto, aumentano i timori che le mosse aggressive sui tassi colpiranno duramente l’economia. La fine del 2022 è cupa per le azioni.
Mercati in tilt, tra i problemi della Cina e le mosse aggressive delle banche centrali.
In Asia, gli indici hanno iniziato l’ultima settimana completa di trading del 2022 nel peggiore dei modi, con la prospettiva di un ulteriore aumento dei tassi di interesse l’anno prossimo.
La Federal Reserve statunitense e la Bce hanno alzato i tassi e promesso ulteriori mosse, mentre si fa strada la speculazione che la Banca del Giappone stia seriamente valutando un cambiamento nella sua posizione ultra accomodante.
Nel frattempo, i trader stanno anche tenendo d’occhio un’ondata contagi Covid in Cina e l’impegno dei massimi leader della nazione a concentrarsi sul rilancio dell’economia nel 2023. Ciò ha suggerito politiche favorevoli alle imprese, fornendo ulteriore sostegno al mercato immobiliare.
Tuttavia, resta un clima incerto e di velato pessimismo. L’Asia viaggia in profondo rosso, con mercati ancora poco rassicurati.
L’Asia affonda: la Cina traina tutti nel pessimismo
La seduta asiatica si appresta a chiudere in forte perdita. Hong Kong, ancora in negoziazione, è in calo dello 0,93% mentre i cinesi Shenzhen e Shanghai hanno archiviato le negoziazioni con tonfi dell’1,56% e dell’1,92%. Il Nikkei giapponese è crollato dell’1,05%.
Mentre la banca centrale del Giappone potrebbe prendere decisioni nuove e cambiare la sua politica accomodante e discordante con il resto del mondo - lo yen è salito sulle speculazioni - si sono riaccesi i timori Covid in Cina.
Pechino ha riportato i suoi primi due decessi a causa del virus da quando ha iniziato ad allentare le restrizioni, ma le pompe funebri stanno cremando più corpi del solito, mentre i giornalisti del Financial Times hanno testimoniato di sacchi per i cadaveri fuori dagli ospedali addetti ai ricoveri Covid. Inoltre, Shanghai ha annunciato che lunedì chiuderà di nuovo la maggior parte delle scuole a causa dell’aumento del numero dei positivi.
In più, la fiducia delle imprese del dragone ha toccato il minimo da quando il World Economics Survey ha iniziato a raccogliere dati nel gennaio 2013 e i mercati azionari cinesi hanno faticato a estendere un rally scatenato dall’allentamento dei controlli Covid.
I funzionari cinesi hanno promesso di stabilizzare l’economia nel 2023 e di mantenere un’ampia liquidità nei mercati finanziari al fine di raggiungere gli obiettivi chiave, secondo una dichiarazione seguita alla Conferenza annuale del lavoro economico centrale per la definizione del bilancio la scorsa settimana, ha riferito Reuters. Ma i dubbi sulla riuscita e sul ruolo del Covid sono elevati.
I mercati temono i tassi alti
La preoccupazione che ulteriori rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve inneschino una recessione ha ridotto l’appetito per gli asset più rischiosi.
La scorsa settimana gli investitori avevano acclamato i dati sull’inflazione statunitense più deboli del previsto, ma l’euforia è svanita quando i funzionari della Fed hanno diffuso il messaggio che i tassi sarebbero saliti più a lungo. Un’ondata di aumenti dei tassi e prospettive da falco da parte delle banche centrali di tutto il mondo, compresa la Banca centrale europea, hanno ulteriormente colpito il sentiment.
Anche l’indebolimento dei dati economici nel finale del 2022 non offre molto aiuto, lasciando i mercati chiedersi dove cercare l’ottimismo che ha aiutato le azioni statunitensi a salire nelle ultime due settimane di dicembre.
L’attività commerciale in Europa, Giappone e Stati Uniti è diminuita a dicembre, come hanno mostrato i sondaggi la scorsa settimana, mantenendo la domanda per il dollaro rifugio e mettendo in pausa i guadagni per l’euro.
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