I grandi colossi del web come Google, Amazon o Facebook avranno l’obbligo di comunicare al Fisco chi, quanto e come guadagna sul web: la novità in arrivo dal 2023.
Una direttiva approvata dall’Unione Europea permetterà al Fisco di recuperare 30 miliardi di euro persi nei 27 Paesi membri dell’Unione. Entro il 31 dicembre 2022, infatti, gli Stati membri dovranno recepire la direttiva che obbliga i colossi del web, come Facebook e Google, a comunicare all’Agenzia delle Entrate tutti coloro che guadagnano sul web e i rispettivi importi ottenuti.
Niente più segreti per le vendite sul web: con la cosiddetta Dac7, tutto verrà trasmesso in automatico al Fisco che potrà quindi controllare i cittadini tramite i social.
Quali sono le piattaforme coinvolte e quali dati verranno trasmessi al Fisco: dalla compravendita su Facebook fino all’affitto di case sul web, ecco quello che c’è da sapere.
Fisco e social, quali piattaforme ci controlleranno
Nella direttiva Dac7 viene specificato che i grandi colossi del web avranno l’obbligo di comunicare al Fisco tutti coloro che hanno effettuato vendite o acquisti online, i rispettivi importi e il tipo di bene ceduto o acquistato.
La comunicazione, quindi, riguarda Facebook e Google, ma anche Instagram, Amazon o Airbnb. Nella direttiva, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023, infatti, si specifica che l’obbligo riguarda “qualsiasi software, compresi i siti web o parte di essi e le applicazioni, accessibile agli utenti che consente ai venditori di essere collegati con altri utenti allo scopo di svolgere, direttamente o indirettamente, un’attività per tali utenti”.
Sono escluse dall’obbligo di comunicazione, quindi, le piattaforme che permettono di:
- trattare i pagamenti relativi alle attività;
- sponsorizzare un’attività;
- reindirizzare gli utenti verso una piattaforma di vendita online.
Quali dati verranno comunicati al Fisco?
Negli ultimi anni il numero di vendite sul web è aumentato esponenzialmente e questo ha spinto il Fisco ad adottare opportuni provvedimenti affinché avvenga un controllo su ciò che viene scambiato o venduto online e chi ottiene profitto sul web.
A finire nelle mani dell’Agenzia delle Entrate, quindi, sanno i dati relativi agli immobili ceduti in affitto, completi di indirizzo, dati catastali e periodo di locazione. Ma attenzione anche alla vendita di beni o servizi, e persino al noleggio di mezzi di trasporto. Per quanto riguarda i dati personali degli utenti, invece, il Fisco avrà modo di controllare il codice fiscale del venditore, il numero di Partita Iva (se disponibile) e anche il conto corrente sul quale vengono trasferiti gli incassi.
I dati raccolti verranno riportati su un registro centrale creato dalla Commissione europea al quale avranno accesso tutti gli Stati membri.
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Le altre iniziative di controllo del Fisco
L’ultima direttiva approvata dal Consiglio europeo non è che l’ennesima mossa del Fisco per controllare le vendite online. Già da qualche anno, infatti, il Consiglio europeo aveva promosso la direttiva Iva che inaspriva i controlli sugli acquisti online. In quel caso, però, i controlli erano volti a scovare quelle aziende che lavorano sulla frode fiscale: si prediligevano, quindi, le transazioni transfrontaliere.
Inoltre, occorre anche ricordare il piano di creazione di un sistema elettronico centrale, il Cesop, in grado di catalogare i pagamenti effettuati sul web.
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