Proclamare la fine del ciclo economico potrebbe rivelarsi una valutazione prematura. Nonostante il consenso ottimistico, le analogie con la fine degli anni ‘90 dovrebbero far riflettere.
Le discussioni sull’ipotetica fine del ciclo economico, alimentate dalla continua spinta rialzista nei mercati finanziari, evocano ricordi di passate fasi di eccesso di fiducia. Tuttavia, la storia insegna che proclamare prematuramente la fine dei cicli economici può rivelarsi una mossa azzardata.
Gli anni successivi al 2020 sono stati straordinari, caratterizzati da modelli di domanda e offerta distorti dalla pandemia e da una serie di shock geopolitici e megatrend tecnologici ed energetici. In Occidente, l’inflazione ha registrato il picco più alto degli ultimi 40 anni, portando le banche centrali a rispondere con la stretta creditizia più brutale da decenni.
Nonostante la contrazione economica profonda ma breve del 2020, gli Stati Uniti hanno evitato una vera recessione, e pochi esperti prevedono che ne avverrà una nel 2025. BlackRock, il più grande gestore patrimoniale al mondo, sostiene che il contesto attuale sia semplicemente diverso: “Non siamo in un ciclo economico tradizionale. Le tendenze storiche si stanno rompendo in tempo reale grazie a forze come l’intelligenza artificiale, che trasformano le economie”. [...]
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