C’è un forte divario tra le aspettative ed i risultati concreti: è il caso di Nvidia, che ha avuto un crollo in borsa dopo il disastroso lancio di un prodotto.
Al momento, è tutto un fiorire di novità, di sigle accattivanti e di spiegazioni sui vantaggi offerti rispetto ai sistemi tradizionali, ma quanto a business che porta davvero soldi a chi sta investendo somme colossali per implementare architetture e tecnologie basate sull’Intelligenza Artificiale stiamo ancora molto vicini allo zero.
Innanzitutto, si cerca di invogliare gli utenti ad abbandonare le classiche piattaforme gratuite. Questa è l’evoluzione cui si assiste nel comparto dei motori di ricerca, con offerte per la gran parte a pagamento rivolte ai privati ed alle aziende, con soluzioni che vantano la capacità di rispondere a domande molto lunghe e complesse come Perplexity, ovvero di interagire con l’utente che svolge ricerche in campo professionale per suggerirgli una loro formulazione sempre più appropriata come Waldo, oppure ancora in grado di formulare risposte particolarmente complete ed articolate utilizzando il linguaggio comune ma senza citare le diverse fonti utilizzate come fa ChatGPT.
Il settore dei motori di ricerca, che è quello maggiormente impegnato nell’implementazione di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, sta fronteggiando una duplice sfida: si tratta di cambiare sia il modello di business, passando dalla gratuità al modello pay, sia di dimostrare l’effettivo miglioramento delle risposte offerte.
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