Il Nuclear Posture Review di Biden sulle strategie di sicurezza restituisce un quadro allarmante. Il nucleare è un pericolo sempre più concreto.
Dall’anniversario della pubblicazione della Nuclear Posture Review di Biden è trascorso un mese. La nuova N.P.R., parte del documento National Security Strategy, individua i rischi legati alla sicurezza e delinea la strategia nucleare del governo statunitense. Dopo quello di Bill Clinton (1995), di George W. Bush (2002), di Barack Obama (2010) e di Donald Trump (2018), quello di Biden del 2023 è il quinto documento dedicato al ruolo delle armi nucleari nella strategia di sicurezza degli Stati Uniti.
Nelle strategie di sicurezza definite dal nuovo documento rientra il finanziamento di almeno 100 bombardieri B-21, il cui prezzo si aggira intorno ai 750 milioni per singolo aereo. Il 10 novembre il bombardiere strategico B-21 Raider ha già effettuato il primo volo. La sigla B-21 identifica il primo bombardiere del XXI secolo, mentre il termine “Rider” è stato scelto in ricordo del “Doolittle Raiders” aereo che effettuò il primo bombardamento sul Giappone a seguito dell’attacco di Pearl Harbor.
Altro tassello della strategia riguarda la messa a punto della bomba B 61-13, la cui potenza di esplosione arriva fino a 360 chilotoni, equivalente a 360.000 tonnellate di tritolo, 344.000 tonnellate in più rispetto alla bomba nucleare sganciata su Hiroshima. Le bombe B61-13 sostituiscono le armi nucleari più vecchie negli USA e anche quelle che si trovano negli arsenali di Olanda, Germania, Belgio, Turchia e Italia.
L’invasione dell’Ucraina nel 2022 da parte della Russia ha, inoltre, riproposto il problema della condivisione delle armi nucleari. La condivisione del nucleare è un concetto politico della NATO che prevede la fornitura ai Paesi non nucleari di armi atomiche in caso di guerra. A tal proposito, la Russia ha già dichiarato di aver dispiegato armi nucleari sul territorio bielorusso e di aver iniziato l’addestramento del personale militare all’uso di queste ultime.
La questione della condivisione nucleare si pone con forza dal momento che sono più di due dozzine i Paesi che pur non avendo alcuna autorità diretta sul lancio di testate nucleari svolgono un ruolo importante nello stoccaggio, nella pianificazione, nella consegna, nella sicurezza e nel controllo dell’uso delle armi atomiche. Si è rivelato dunque necessario stabilire un certo grado di controllo sulle pratiche di condivisione.
Ogni anno, la NATO mette in pratica i propri accordi di condivisione nucleare in un’esercitazione di due settimane nota come “Steadfast Noon”, ospitata ogni anno da un diverso stato membro della NATO. L’esercitazione più recente, ospitata dal Belgio, ha coinvolto 14 paesi e 60 aerei.
Le basi aeree USA in Italia si trovano ad Aviano e a Ghedi. La base aerea di Aviano ospita circa 20-30 bombe nucleari destinate al lancio da parte di aerei F-16C/D statunitensi. Un totale di 18 depositi sotterranei di armi nucleari sono stati installati nel 1996 in altrettanti rifugi protettivi per aerei. Dei 18 depositi di stoccaggio di Aviano, si stima che solo 11 siano attivi, tutti all’interno di un perimetro di sicurezza costruito nel 2015. Ogni deposito può contenere fino a quattro bombe, per una capacità base massima di 44 armi. Nel 2014-2015 è stato, inoltre, completato un significativo ammodernamento dell’area.
La base di Ghedi ospita circa 10-15 bombe nucleari statunitensi destinate al lancio da parte di aerei italiani PA-200 Tornado. Ospita 22 rifugi protettivi per aerei divisi in due gruppi di 11, un gruppo all’estremità nordoccidentale e uno all’estremità sudorientale dell’aerodromo. Nel 2020, attorno ai rifugi nordoccidentali, è iniziata la costruzione di un nuovo perimetro di alta sicurezza con doppia recinzione, di una nuova pista di atterraggio per gli aerei da trasporto C-17 A, di un’area di rifugio per gli aerei F-35A e di un nuovo edificio di supporto per i camion di manutenzione.
Nel 2019 l’amministrazione Trump si è ritirata dal trattato di non proliferazione. Attualmente le armi strategiche a lungo raggio restano le uniche armi nucleari soggette ad accordi sul controllo degli armamenti, mentre quelle non strategiche a corto raggio con una gittata inferiore a 500 chilometri, non sono mai state assoggettate ad accordi.
La Russia ha già schierato missili che trasportano testate sia convenzionali che nucleari e ha inoltre testato a febbraio il missile balistico intercontinentale SARMAT con una gittata di 11 mila chilometri in grado di trasportare testate nucleari da 100 tonnellate.
L’esistenza di una teorica asimmetria tra i sistemi di difesa missilistica statunitensi, soprattutto in Europa, potrebbe persuadere qualcuno a sferrare il primo colpo nucleare vista la possibilità di prevenire la risposta dell’avversario con lo scudo missilistico. Proprio l’innovazione tecnologica, l’impiego dell’intelligenza artificiale e la tecnologia missilistica ipersonica rendono il nucleare un pericolo sempre più concreto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA