Imprese, la burocrazia costa 57 miliardi all’anno: Roma, Milano e Torino le città più in crisi

Rosaria Imparato

20 Aprile 2020 - 17:49

La cattiva burocrazia costa alle imprese oltre 57 miliardi all’anno a causa dell’iper legiferazione italiana. Roma, Milano e Torino sono le città più in crisi, essendo quelle con più attività economiche: vediamo i dettagli e le possibili soluzioni nello studio del 18 aprile della CGIA.

Imprese, la burocrazia costa 57 miliardi all’anno: Roma, Milano e Torino le città più in crisi

Imprese, la burocrazia costa oltre 57 miliardi di euro all’anno, e a essere maggiormente penalizzate sono città come Roma, Milano e Torino, ovvero quelle con una più alta concentrazione di attività economiche.

L’allarme viene dato dalla CGIA, con uno studio pubblicato sul loro sito il 18 aprile 2020. Secondo l’Ufficio Studi di Mestre è un problema che ha radici lontane, da individuare nel complicato groviglio normativo che caratterizza la legislazione italiana.

Un problema che in questo momento di crisi economica è ancora più grave, considerando la situazione attuale: la comunicazione tra Pubblica Amministrazione e imprese è complicata dalle oltre 170 pagine dei vari decreti emanati finora.

Imprese, la burocrazia costa 57 miliardi all’anno: il problema dell’iper legiferazione

L’ultimo studio della CGIA è stato pubblicato il 18 aprile 2020 e fotografa una realtà disarmante: la burocrazia costa alle imprese 57,2 miliardi di euro all’anno.

I rapporti tra PA e imprese non sono mai stati semplici o rapidi, ma la situazione è resa più grave vista di crisi economica e sanitaria in cui ci troviamo.

Come riporta lo studio della CGIA, nemmeno la crisi di queste settimane ha portato a una semplificazione delle procedure: nelle oltre 170 pagine dei vari decreti emanati finora, alcune misure economiche risultano “pressoché indecifrabili”.

In effetti il decreto Liquidità, nonostante il via libera per i prestiti alle imprese, ha messo in difficoltà sia le banche che il Fondo di garanzia gestito dal Mediocredito centrale.

Non solo: anche commercialisti e consulenti del lavoro sono oberati dalle richieste di imprenditori che non sanno come gestire la proroga delle tasse o come ricorrere alla cassa integrazione.

Anche sul versante bonus partite IVA sono state molte le difficoltà, e in tanti si sono rivolti ai propri indermediari abilitati per riuscire a ottenere l’indennità INPS.

Il problema, sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, sta nell’iper legiferazione che caratterizza l’Italia:

“In Italia si stima vi siano 160.000 norme, di cui 71.000 promulgate a livello centrale e le rimanenti a livello regionale e locale. In Francia, invece, sono 7.000, in Germania 5.500 e nel Regno Unito 3.000.”

La pressione fiscale di tasse e burocrazia sulle imprese era già stata oggetto di una precedente analisi della CGIA, ma non sono cambiati i parametri: la responsabilità di questa iper legiferazione dipende dalla mancata abrogazione delle leggi concorrenti emanate negli ultimi decenni, che ha avuto come conseguenza un ampio ricorso ai decreti legislativi, necessitano dei decreti attuatativi per diventare operativi.

Imprese, la burocrazia costa 57 miliardi all’anno: Roma, Milano e Torino le città più in crisi

Le città maggiormente messe sotto pressione dalla burocrazia sono quelle con una maggiore concentrazione di attività economiche. Per questo motivo è in testa Milano, con costi pari a 5,77 miliardi di euro.

Seguono poi:

  • Roma, con 5,37 miliardi di spese per la burocrazia;
  • Torino con 2,43 miliardi;
  • Napoli con 1,97 miliardi;
  • Brescia con 1,39 miliardi;
  • Bologna con 1,35 miliardi di euro.

Imprese, le soluzioni della CGIA al costo della burocrazia

Oltre a fotografare l’attuale situazione delle imprese, lo studio della CGIA ha anche prospettato un elenco di possibili soluzioni per alleggerire i costi amministrativi delle aziende:

  • migliorare la qualità delle leggi, riducendone il numero e tenendo a mente il possibile impatto sulle PMI;
  • monitorare periodicamente gli effetti di tali leggi, riuscendo così a correggere il tiro rapidamente;
  • continuare il processo di informatizzazione della Pubblica Amministrazione, aumentando le performance dei siti e facendo dialogare le banche dati delle varie istituzioni;
  • rendere la compilazione delle istanze esclusivamente telematica;
  • standardizzare la modulistica;
  • puntare sulla professionalità dei dipendenti pubblici attraverso un’adeguata e costante formazione.

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