Imu, dove si paga di più? Roma in cima alla classifica delle città più care

Rosaria Imparato

12 Dicembre 2022 - 17:55

Dove si paga di più l’Imu? Il rapporto della Uil analizza i costi dell’imposta per le seconde abitazioni, con alle porte una scadenza da 9,7 miliardi. Roma è la città in cui l’Imu è più alta.

Imu, dove si paga di più? Roma in cima alla classifica delle città più care

Dove si paga di più l’Imu? A pochi giorni dalla scadenza per il pagamento del saldo (o seconda rata) dell’imposta municipale unica sulle abitazioni diverse dalla prima casa arriva il consueto rapporto della Uil a mettere in fila i numeri. L’Imu è una delle imposte più onerose, come confermano i quasi 10 miliardi (9,7 per la precisione) attesi per il saldo in scadenza il 16 dicembre.

La città più costosa si conferma Roma, con 2.064 euro medi annui, ben sopra la media annua di 1.074 euro e 537 euro per il saldo.

Dove si paga di più l’Imu nel 2022? La classifica delle città più costose

Il saldo Imu in scadenza il 16 dicembre 2022 vale 9,7 miliardi di euro, su un gettito complessivo annuo stimato sui 19,4 miliardi di euro. A essere chiamati al pagamento dell’imposta oltre 25 milioni di proprietari di immobili diversi dall’abitazione principale (il 41% sono lavoratori dipendenti e pensionati).

Questa la classifica delle città più costose che emerge dal Rapporto Imu 2022 elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio:

Città Saldo Imu 16 dicembre Costo totale annuo Imu
Roma 1.032 2.064
Milano 1.020 2.040
Bologna 1.019 2.038
Genova 888 1.775
Torino 872 1.745
Bari 851 1.702
Siena 831 1.663
Foggia 744 1.487
Padova 735 1.471
Venezia 728 1.457
Media nazionale 537 1.074

Valori più contenuti, invece, ad Asti con un costo medio annuo di 580 euro; a Gorizia di 658 euro; a Catanzaro di 659 euro; a Crotone di 672 euro; a Sondrio di 674 euro.

In 17 città è in vigore l’ex addizionale della Tasi, per cui, in questi Comuni, le aliquote superano quella massima dell’Imu (10,6 per mille). A Roma, Milano, Ascoli Piceno, Brescia, Brindisi, Matera, Modena, Potenza, Rieti, Savona e Verona l’aliquota è all’11,4 per mille; a Terni e Siena, all’11,2 per mille; a Lecce, Massa e Venezia all’11 per mille; ad Agrigento al 10,9 per mille.

Altre 75 città capoluogo, sempre sulle seconde case, applicano l’aliquota del 10,6 per mille, tra cui Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo, Bari. In 10 città le aliquote sono sotto la soglia massima, tra cui, Gorizia, Pordenone, Ragusa, Udine, Belluno.

L’aliquota imposta dal Comune è fondamentale perché è uno dei dati su cui viene effettuato il calcolo dell’Imu, insieme alla rendita catastale dell’immobile e al coefficiente.

Tasse sulla casa, serve una riforma del catasto

Per la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese, «si pone il tema della revisione della tassazione locale con il completamento del percorso avviato nel 2009 con la legge sul federalismo fiscale. Il tema della tassazione degli immobili è fortemente ancorato alla revisione del catasto».

Veronese chiarisce che per la Uil la riforma del catasto «si rende necessaria per riportare equità nella tassazione sul mattone, annunciata più volte nel corso degli ultimi anni e mai attuata». La riforma però non si deve basare su maggiori prelievi (quindi con tasse più alte) ma con una ripartizione del prelievo fiscale sugli immobili diversa e soprattutto più equa.

In allegato il Rapporto Imu 2022 della Uil.

Rapporto Imu 2022 (secondo semestre) elaborato dal Servizio Uil Lavoro, Coesione e Territorio
Clicca qui per scaricare l’allegato.

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