Non si fermano le vendite nei mercati azionari, impauriti dalle previsioni di una Federal Reserve ancora più aggressiva dopo la lettura dell’inflazione Usa in forte accelerazione.
In una settimana calda per le banche centrali, con il focus sulla Fed, le azioni dell’Asia-Pacifico scivolano, sulla scia di un’ondata di vendite che ha fatto precipitare i titoli di Wall Street in un mercato ribassista.
La prospettiva di un inasprimento aggressivo da parte delle banche centrali sta sconvolgendo gli investitori.
La caduta dell’azionario globale è stata innescata da una lettura dell’inflazione statunitense superiore alle attese venerdì scorso, con i prezzi al consumo aumentati dell’8,6% rispetto a un anno fa a maggio, quando l’invasione russa dell’Ucraina ha aumentato i costi di cibo e carburante.
L’impennata inflazionistica ha alimentato le aspettative secondo cui la Federal Reserve potrebbe attuare un aumento dei tassi extra large di 0,75 punti percentuali durante la sua riunione di politica monetaria, che si concluderà mercoledì 15 giugno.
La Fed manda in tilt le Borse: sentiment sempre più pessimista?
L’Asia viaggia in rosso dopo che Wall Street ha raggiunto una pietra miliare del mercato ribassista e i rendimenti dei Treasury hanno toccato il livello più alto da oltre un decennio, con i timori che aumenti aggressivi dei tassi di interesse possano spingere la più grande economia del mondo in recessione.
In questa cornice di eventi finanziari e movimenti bruschi, si moltiplicano commenti e aspettative.
Le stime per rialzi dei tassi aggressivi negli Stati Uniti sono aumentate dopo che l’inflazione nell’anno fino a maggio è aumentata di un 8,6% più netto del previsto.
“Il mercato statunitense è il più grande del mondo, quindi quando prende un “raffreddore” lo fa anche il resto del mondo”, ha affermato Clara Cheong, Global Market Strategist, JP Morgan Asset Management.
“Ci sarà una volatilità a breve termine in Asia, ma pensiamo che nel medio-lungo termine in Asia, Giappone escluso, le aspettative sugli utili siano già state declassate, quindi c’è una prospettiva relativamente più rosea qui rispetto ad altre parti del mondo”, ha aggiunto.
Gli strateghi di ANZ hanno sottolineato che inflazione più elevata, crescita più lenta e tassi di interesse in rialzo sono una combinazione dannosa per le attività finanziarie.
“Né l’inflazione né l’economia stanno dando segnali di rallentamento sufficientemente chiari da dissuadere la Fed dal suo percorso”, ha affermato Steve Englander, di Standard Chartered, aggiungendo che non può escludere una mossa fino a 1 punto percentuale.
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