La Commissione Ue lancia il piano Net-Zero per rispondere al pacchetto Ira degli Stati Uniti: contro inflazione e caro-energia si punta sull’industria green, con un nuovo fondo e senza il nucleare.
La Commissione Ue presenta ufficialmente il Net-Zero Act, il piano dell’Unione europea per rispondere al pacchetto Ira degli Stati Uniti, con finanziamenti miliardari all’industria green per combattere l’inflazione e il caro-energia.
In questo modo l’esecutivo comunitario, guidato da Ursula von der Leyen, spera di smorzare il possibile impatto sulla competitività del piano di Joe Biden, ma anche rilanciare gli obiettivi del suo Green New Deal, a sorpresa non puntando molto sull’energia nucleare, che pure era stata inserita nella tassonomia europea delle fonti green.
Il piano, per ora prevede degli obiettivi generici da raggiungere, ma è scritto nero su bianco che sarà affiancato da un doppio binario: la riforma della disciplina sugli aiuti di Stato e un nuovo fondo sovrano europeo. In questo modo gli Stati membri avranno a disposizione diversi miliardi di euro per finanziare le fonti di energia pulita e abbassare il costo di gas e luce in bolletta, contribuendo a smorzare ancor di più l’inflazione, già in discesa.
Industria green, cosa prevede il piano Ue
Il piano dà spinta alle tecnologie alle emissioni zero ed elenca otto fonti rinnovabili su cui puntare. Il nucleare resta fuori, dopo che era comparso nelle bozze iniziali. Obiettivo del Net-Zero è “quello di avvicinarsi o raggiungere, in aggregato, almeno il 40% del fabbisogno annuale di diffusione di tecnologie a zero emissioni prodotte nell’Ue entro il 2030”.
Le otto fonti rinnovabili comprese nel piano includono: solare fotovoltaico e solare termico; energia eolica onshore e offshore; batterie; pompe di calore e geotermico; elettrolizzatori e celle a combustibile; pompe di calore e geotermia; elettrolizzatori e pile a combustibile; biogas/biometano; cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica; tecnologie di rete.
Secondo il vice presidente della Commissione Ue Frans Timmermans “la formulazione scelta per il nucleare è esattamente la stessa della tassonomia. Se si parla di tecnologie pulite dobbiamo concentrarci su quelle più promettenti ma non significa non investire nelle altre”.
“Il nucleare fa parte del piano”, ha aggiunto il commissario al Mercato Interno Thierry Breton. Il Net Zero prevede infatti “sostegni a tecnologie avanzate per produrre energia da processi nucleari con minimi scarti del ciclo del combustibile, reattori modulari di piccole dimensioni”. In ogni caso, secondo Timmermans, “le rinnovabili costano meno ogni giorno ma il nucleare non costa meno”. Resta tuttavia il problema non piccolo della continuità energetica, che per il nucleare non si pone.
Arriva il nuovo fondo sovrano europeo
Per quanto riguarda i fondi l’esecutivo Ue prevede che “una risposta più strutturale alle esigenze di investimento sarà fornita dal Fondo europeo di sovranità”.
Tra le fonti di finanziamenti nel breve periodo, però, il provvedimento parla del nuovo regime temporaneo sugli aiuti di Stato varato nei giorni scorsi e sottolinea che “diversi programmi di finanziamento dell’Unione, come lo strumento per la ripresa e la resilienza, InvestEu, i programmi della politica di coesione o il Fondo per l’innovazione, sono disponibili per finanziare investimenti in tecnologie a zero emissioni”.
Il Fondo per l’innovazione, poi, offre anche una strada per sostenere l’aumento della produzione e la diffusione dell’idrogeno rinnovabile e di altre tecnologie strategiche a zero emissioni, rafforzando così la sovranità dell’Europa nelle tecnologie chiave per l’azione per il clima e la sicurezza energetica.
Inflazione e caro-energia, i possibili effetti del piano Ue in bolletta
Ci saranno quindi procedure di autorizzazione più veloci per i piani energetici strategici, riducendo i tempi di attesa a un massimo di un anno per i grandi progetti e a nove mesi per quelli più piccoli. Il nuovo fondo, poi, potrebbe essere più sul modello Sure che su quello Recovery, con prestiti agevolati anti-inflazione e anti-crisi energetica. Su questo fronte, però, si dovrà trovare la quadra con i Paesi del Nord Europa e la Germania, che rimangono contrari. Un nuovo fondo, nelle prospettive della Commissione, potrebbe vedere effettivamente la luce solo in autunno.
A quel punto le bollette di gas e luce potrebbero essersi già abbassate notevolmente. Secondo Alessandro Lanza, docente di Energy and environmental policy della Luiss e direttore della Fondazione Eni, entro la fine dell’estate gran parte degli aumenti del 2022 verrà riassorbita. Una famiglia media dovrebbe arrivare facilmente a risparmiare almeno 1000 euro su base annua.
Gli effetti del piano, poi, dovrebbero iniziare a farsi sentire solo a partire dal 2024 o più probabilmente dal 2025. Entro quella data i prezzi di gas e luce, secondo le ultime previsioni degli esperti, potrebbero essere tornati ai livelli pre-guerra in Ucraina, visto il riassestarsi del mercato con domanda e offerta che si allineerebbero al nuovo diffondersi del Gnl. Con il Net-Zero Act attivo, però, l’Ue sarebbe meno dipendete dal gas straniero, aiuterebbe molto l’ambiente e potrebbe ridurre ulteriormente i costi dell’energia per tutti i cittadini.
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